Certezza: differenze tra le versioni
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{{q|...esservi spesso un po' di confusione nelle espressioni di coloro che propongono l'una contro l'altra filosofia e teologia, o fede e o ragione:... I misteri si possono spiegare quel tanto che occorre per crederli; ma non li si può capire, né fare intendere come si producano... Del pari non ci è possibile provare i misteri con la ragione, perché tutto ciò che si può provare a priori, o per mezzo della pura ragione, si può capire. Non ci rimane dunque, dopo aver prestato fede ai misteri in base alle prove della verità della religione (che si chiamano motivi di credibilità)...[che sostenere che esse] non possono dare se non una certezza morale <ref>Leibniz, ''Teodicea, Discorso'' par.5</ref>}}
La coincidenza di "verità" e "certezza" viene abbandonata da Gianbattista Vico il quale riferisce la verità all'esistenza di un fatto reale (''verum et ipsum factum convertuntur''). «La filosofia contempla la ragione, onde viene la scienza del vero» mentre «la coscienza del certo» dipende dalla «autorità dell'umano arbitrio» determinato dal «sensus communis generis humani». <ref>G.Vico, ''Scienza nuova'', degnità X</ref>
==Note==
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