Certezza: differenze tra le versioni
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Nel XVII secolo nasce il concetto di certezza "scientifica" nell'ambito della verifica sperimentale dove si opera una sintesi pratica tra la certezza sensibile e quella appartenente alla logica-matematica.
{{Citazione|La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto.
La certezza nasce quindi da
{{Citazione|Il vincolo stabilito da Galileo tra osservazione e dimostrazione … le esperienze fatte mediante i sensi e le dimostrazioni logico-matematiche della loro necessità – [che] era un vincolo reciproco, non unilaterale: né le esperienze sensibili dell’ osservazione potevano valere scientificamente senza la relativa dimostrazione della loro necessità, né la dimostrazione logica e matematica poteva raggiungere la sua "assoluta certezza oggettiva" come quella della natura senza appoggiarsi all’ esperienza nel suo punto di partenza e senza trovare la sua conferma in essa nel suo punto d’ arrivo.<ref>Rodolfo Mondolfo, ''Il pensiero di Galileo e i suoi rapporti con l’ antichità e con il Rinascimento'', in ''Figure e idee della filosofia del Rinascimento'', La Nuova Italia, Firenze 1963-1970, p.118 e sgg.</ref>}}
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