Sacrificio umano: differenze tra le versioni
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Il sacrificio di esseri umani è stato praticato per una serie di occasioni diverse e in molte culture differenti; le varie motivazioni che gli stanno dietro son le stesse che motivano il sacrificio religioso in generale: il sacrificio, umano e no, è destinato a portare fortuna e come maniera principe per pacificare eventuali divinità irate, per esempio nel contesto della dedicazione di un edificio come un tempio o un ponte. Una leggenda cinese a tal proposito narra che vi sono migliaia di persone sepolte sotto la [[Grande muraglia cinese]].
Nel Giappone antico le leggende parlano di [[Hitobashira]] (letteralmente "pilastro umano") in cui fanciulle subivano la [[sepoltura da vivo]] alla base o in prossimità di alcune costruzioni per proteggerle contro disastri naturali o attacchi da parte di nemici<ref>{{Cita web |url=http://www.japanfile.com/modules/wiwimod/index.php?page=HistoryofJapaneseCastles&back=CastleSection |titolo=History of Japanese Castles |editore=Japanfile.com |accesso=25 maggio 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100727160336/http://www.japanfile.com/modules/wiwimod/index.php?page=HistoryofJapaneseCastles&back=CastleSection# |dataarchivio=27 luglio 2010 |urlmorto=sì }}</ref>; un [[tropo (retorica)|tropo]]/motivo quasi identico appare anche nel [[poema epico]] albanese ''La costruzione di Scutari'', dove il sacrificio di una giovane madre che sta ancora allattando il proprio bambino non mancherà di tenere al sicuro le mura e la città stessa di [[Scutari]] (oggi nella punta a nord dell'[[Albania]]) dalle presenze malefiche di esseri soprannaturali<ref>"For example, "The Building of Skadar" (Vuk II, 25) is based on the motif of a blood sacrifice being required to make a building stand." (Felix J. Oinas: ''Heroic Epic and Saga: An Introduction to the World's Great Folk Epics''; Indiana University Press, 1978, ISBN 9780253327383, p. 262.)</ref><ref>Alan Dundes: ''The Walled-Up Wife: A Casebook''; Univ of Wisconsin Press, 1996, ISBN 9780299150730, p. 146</ref> (le ''Vila'', versione slava delle [[ninfe]]).
Per la riconsacrazione della "Grande Piramide" di [[Tenochtitlán]] nel 1487, gli [[Aztechi]] riferiscono di aver fatto uccidere migliaia di prigionieri nel corso di pochi giorni; secondo lo storico-antropologo [[Ross Hassig]] autore di ''Aztec Warfare'' tra le 10 e le 80 mila persone sono state sacrificate in quella cerimonia<ref>Hassig, Ross (2003). "El sacrificio y las guerras floridas". [[Arqueología mexicana]], p. 46–51.</ref>.
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