Andrea Appiani: differenze tra le versioni

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[[File:Andrea Appiani, autoritratto, Pinacoteca di Brera Milano.jpg|alt=|miniatura|Autoritratto, Pinacoteca di Brera]]
{{citazione|L'alacrità con cui egli si diede agli studi più profondi dell'arte, l'amore infinito ardentissimo del bello a cui educò la propria anima, il sentimento della delicatezza ch'egli si procacciò [...] svilupparono ed accrebbero i doni della natura. Ed Appiani può dirsi per eccellenza il Pittore del secolo|[[Giovanni Berchet]]<ref>{{cita|Berchet|p. 4|BG}}.</ref>}}
{{Bio
|Nome = Andrea
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=== L'astro napoleonico ===
[[File:Santa Maria dei Miracoli 11.JPG|miniatura|''San Giovanni Evangelista'', affresco in Santa Maria dei Miracoli a Milano]]
In questo stesso periodo Appiani si invaghì di Costanza Bernabei, già sua allieva; il matrimonio, che si rivelerà molto felice e sarà coronato dalla nascita di quattro figli, fu celebrato nel 1790.<ref>{{cita|Bergamaschi|p. 311|GB}}.</ref> Intanto, nel 1791, poté visitare in un viaggio di perfezionamento artistico dalla durata di nove mesi [[Parma]], [[Bologna]] e nuovamente [[Firenze]], giungendo a [[Roma]] (dove ammirò Raffaello e la «grazia soave e di retta semplicità» delle pitture di Mengs custodite nella Biblioteca Vaticana) e infine a [[Napoli]], dove rimase assai colpito dalla statuaria classica ivi esposta. I frutti di tanto arricchimento non poterono tardare, tanto che nel lustro successivo fu sostanzialmente impegnato nell'impresa degli affreschi sotto la cupola della [[chiesa di Santa Maria presso San Celso]], coi ''quattro Dottori'' a fianco dei finestroni e i ''quattro Evangelisti'' nei pennacchi: l'esecuzione dell'opera, nonostante una sfortunata accoglienza, procurò subito al pittore milanese fama e nuove commissioni, minuziosamente elencate nel libro scritto dall'amico [[Giuseppe Beretta]].<ref name=oj/>[[File:Napoleon I of France by Andrea Appiani.jpg|thumb|Napoleone ritratto da Appiani in un olio su tela del 1805, Kunsthistorisches Museum Wien|alt=]]La gloria, tuttavia, gli venne con il periodo cisalpino. Entrato [[Napoleone Bonaparte]] a Milano il 15 maggio 1796, entrò nelle sue grazie con un riuscitissimo ritratto a carbone e gessetto su carta brunella; l'appena ventisettenne generale gli conferì il titolo di «commissario superiore» per scegliere le migliori opere d'arte lombardo-venete da spedire a [[Parigi]] (incarico che evitò per via d'una malattia che lo colse a [[Verona]]), e gli affidò anche il disegno di testate, brevetti, allegorie repubblicane per proclami, carte ufficiali, e medaglie. L'anno successivo il generalissimo gli donò addirittura una casa sul Naviglio di San Marco, già proprietà di quei frati,<ref>{{cita|Bergamaschi|p. 315|GB}}.</ref> valutata quarantamila lire milanesi.<ref name="oj">{{cita|Ojetti||DMD}}.</ref> In questo periodo, in effetti, l'artista andò licenziando una cospicua mole di opere: dell'Appiani sono i disegni per la medaglia commemorativa dei comizi di Lione nel 1801, per la medaglia dopo l'attentato del 14 dicembre 1800, per la medaglia della [[battaglia di Marengo]], per la medaglia dell'[[Incoronazione di Napoleone Re d'Italia|incoronazione a re d'Italia]], per la medaglia delle vittorie del 1809, per la medaglia del secondo matrimonio di Napoleone nel 1810. Il monumento di Appiani più noto realizzato in questo periodo, tuttavia, fu la serie di affreschi che realizzò in onore dell'epopea napoleonica all'interno di [[Palazzo Reale (Milano)|Palazzo reale]], culminante con l'''Apoteosi dell'Imperatore'', terminata nel 1808 e lodata anche da [[Stendhal]], che scrisse che «la Francia non ha mai prodotto nulla di comparabile», opere distrutte durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Malgrado fosse impegnato nella sua nuova impresa, Appiani dipinse comunque ritratti per i Litta, per [[Giovanni Battista Sommariva]], per casa Galetti, per la chiesa di [[Oggiono]], e ritratti aulici e di privati: del 1812 è il ''Parnaso'', affrescato sulla volta della sala da pranzo della [[Villa Reale di Milano]], su commissione del vicerèviceré [[Eugenio di Beauharnais]], sua ultima opera d'impegno.<ref name="jo" />
 
A moltiplicarsi sono anche gli incarichi accademici ottenuti dal pittore in questi anni: nel 1802 venne fatto commissario generale delle Belle Arti con 1.500 lire annue, mentre nel 1804 venne nominato addirittura primo pittore del re d'Italia con 15.000 lire annue, cavaliere della Legion d'Onore e della Corona ferrea e membro dell'Accademia di Brera.<ref name=jo>{{cita|Della Chiesa||MDM}}.</ref>
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[[File:Villa reale, Milano - Andrea Appiani (1754–1817), il Parnaso, Apollo e le Muse (Carlo Dell'Orto) 19.JPG|miniatura|''Parnaso'', affresco, Villa reale, Milano]]
La scomparsa di Andrea Appiani suscitò unanime cordoglio, sia tra i contemporanei che tra i discepoli ([[Antonio De Antoni]], [[Carlo Prajer]], [[Angelo Monticelli]], [[Giuseppe Bossi]]),<ref>{{cita|Caimi|pp. 48–49|AC}}.</ref> tanto che la sua dimora presentò in quei giorni un grandissimo concorso di folla; i funerali, celebrati il 10 novembre 1817, furono solenni, e la salma venne riposta nel cimitero di San Gregorio. Sulla tomba parlò [[Giovanni Berchet]], con un toccante elogio funebre:<ref>{{cita|Berchet|pp. 3-4|BG}}.</ref>
{{citazione|Questo cadavere intorno a cui ci raduna l'onor nazionale e l'entusiasmo dell'ammirazione, questo cadavere era Andrea Appiani pittore. [...] Un insulto dell'apoplessia ruppe tutte le nostre speranze, ed egli non è più. La chiarezza dell'ingegno, la dolcezza de' modi, le virtù familiari e cittadine, l'arte squisita, tutto insomma che più fa illustre su questa terra, tutto perdemmo in lui, e di lui non ci resta che questo cadavere e questo nome.}}
Vi furono altre eminenti personalità del tempo a celebrare brevemente il merito di Appiani nell'arte. Nel 1826, a testimonianza del suo riconoscimento artistico, venne eretto un monumento marmoreo nelle sale di Brera, frutto dello scalpello di [[Bertel Thorvaldsen|Thorvaldsen]],<ref>{{cita|Bergamaschi|p. 323|GB}}.</ref> e Longhi scrisse un altro elogio di lui. Sempre a Brera è esposto, a lato di quello del Canova, un altro busto ritraente l'Appiani, stavolta realizzato dal Marchesi.<ref>{{cita|Bergamaschi|p. 324|GB}}.</ref>
 
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Il poeta Francesco Gianni, infine, offre con il suo ''Ritratto del cavaliere Andrea Appiani'' una descrizione della fisiognomia dell'artista assai vivida, delineandone anche l'influenza esercitata da [[Raffaello Sanzio]] nella sua produzione e quel sorriso indice del suo carattere ironico:<ref>{{cita|Gianni|p. 146|GG}}.</ref>
{{citazione|Atletica struttura, in grigi fiocchi<br>Sparsa ha la Chioma, rosseggiante il viso<br>Rilevate le nari, azzurri gli occhi<br>E il labbro adorno di un non finto riso:<br>Libera man, che con Dedalei tocchi<br>Il bello pinge in armonia diviso:<br>Tenero Amico, e Padre, e Cittadino,<br> L'Emulo è questi del Pittor d'Urbino.}}
 
== Discendenza ==
Di seguito viene riportato l'albero genealogico di Andrea Appiani:<ref>{{cita web|url=http://geneall.net/it/name/1117069/andrea-appiani/|titolo=Andrea Appiani|accesso=3 aprile 2016|editore=Geneall}}</ref>
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== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|titolo=Allocuzione di Giovanni Berchet nei funerali del pittore Andrea Appiani: celebrati nella Chiesa della Passione il giorno 10 di novembre 1817|autore=Giovanni Berchet|editore=Ferrario|cid=BG|anno=1817}}
* {{cita libro|anno=1849|titolo=Le Opere di Andrea Appiani|autore=Gaetano Bergamaschi|cid=GB|url=https://books.google.it/books?id=AvmMx_tOKqoC&pg=PA3&dq=andrea+appiani&hl=it&source=gbs_selected_pages&cad=2#v=onepage&q=andrea%20appiani&f=false|città=Milano}}
* {{cita libro|autore=Antonio Caimi|anno=1862|titolo=Delle arti del disegno e degli artisti nelle provincie di Lombardia dal 1777-1862|città=Milano|editore=Presso Luigi di Giacomo Pirola|cid=AC}}
* {{DBI|autore = Angela Ottino Della Chiesa|accesso = 21 marzo 2016|volume = 3|anno=1961|cid =MDM}}
* {{cita libro|autore=Francesco Gianni|anno=1827|titolo=Poesie, Volumi 1-3|cid=GG}}
* {{Cita libro|autore = [[Ugo Ojetti]]|titolo = APPIANI, Andrea|anno = 1929|città = Roma|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/andrea-appiani_(Enciclopedia-Italiana)/|accesso = 18 febbraio 2015|collana = Enciclopedia Italiana|editore=Treccani|cid =DMD}}
 
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.wwmm.org/storie/storia.asp?id_storia=474&pagina=2&project=0|titolo=Giuseppe Longhi, Ritratto di Andrea Appiani, Monza, Musei Civici}}
* {{cita web|http://www.artcyclopedia.com/artists/appiani_andrea.html|Andrea Appiani in Artcyclopedia}}
 
{{Storia dell'arte di Milano}}