Vittorio Maria Bigari: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Atarubot (discussione | contributi)
template cita "xxxx"; rinomina/fix nomi parametri
Albertomos (discussione | contributi)
Riga 24:
Negli anni [[1724]] e [[1725]], invece, il pittore evidenziò una narrazione espressiva più personale e autonoma e una più indipendente sensibilità artistica negli affreschi realizzati al palazzo Manfredi di [[Faenza]] e nella galleria di palazzo Ranuzzi, dove il suo programma iconografico fu ispirato da Pier Jacopo Martello.
 
La sua notorietà massima coincise con l'incarico di principe dell'Accademia Clementina e il suo raggio di intervento si allargò ben oltre i confini emiliani: nel [[1731]] venne invitato assieme al fido [[quadraturista]] Orlandi a [[Milano]] per una serie di lavori a palazzo Archinti sotto la direzione del [[Giambattista Tiepolo|Tiepolo]], e dopo una breve parentesi bolognese per la navata centrale di S:Domenico ([[1733]]) con le raffigurazioni della storia dei [[Ordine dei frati predicatori|domenicani]], offrì i suoi servigi ai [[Casa Savoia|Savoia]] al Palazzo Reale [[Torino|torinese]], decorando, nel [[1738]], l'appartamento della [[Regina consorte|regina]]. A questo periodo corrisposero anche le decorazioni della [[cupola]] della Madonna della Guardia.<ref name ="le muse" />
 
L'evoluzione artistica del Bigari, seguendo il suo percorso di temi profani e religiosi, approdò alla maturazione di opere di grande fantasia [[XVIII secolo|settecentesca]], caratterizzate da un'elevazione cromatica e da un'armonia compositiva elegante che si avvicinò a quella di [[Francesco Monti (1683)|Francesco Monti]].<ref name ="le muse">{{cita libro | titolo=le muse | editore=De Agostini | città=Novara | anno=1964 |volume=II |p=263}}</ref>