Cesario di Terracina: differenze tra le versioni
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→Cesario, un personaggio storico: nota sul sinassario di costantinopoli |
→Le Passiones: Passioni greche di San Cesario |
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La sua festa è segnata anche nell'antico calendario del [[Compagnia di Gesù|gesuita]] francese [[Fronton du Duc]]<ref>Calendario Romano, pubblicato da Fronto Ducæus nel XVII secolo.</ref>.
Presso i [[greci]], invece, San Cesario diacono e martire di Terracina (in greco ''Καισάριος ο διάκονος'') è commemorato il 7 ottobre nel [[Sinassario]] di Costantinopoli<ref>Syn. Const. 115-118 ; Menaea Oct. 7
</ref><ref name=":16">Louis-Sébastien Le Nain de Tillemont, ''Mémoires pour servir à l'histoire ecclésiastique des six premiers siècles de l'église, par le sieur de Tillemont'', Robustel, 1694</ref><ref>Saint Nicodème l'Hagiorite, ''Synaxaristes ton dodeka menon tou eniautou; palai men Hellenisti sungrapheis ypo Maurikiou, diakonou tes megales ekklesias, to de 1819 to deuteron metaphrastheis amesos ek tou Hellenikou cheirographou synaxaristou, kai meth'hoses pleistes epimeleias anakathartheis, diorthotheis, platuntheis, anaplerotheis... hupo tou en makaria te lexei Nikodemou Hagioreitou..'' , ek tou typographeiou Ch. Nikolaidou Philadelpheos, 1868</ref>.
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Le redazioni greche della ''Passio'', dovute anche allo stanziamento sul Palatino di un gruppo di monaci greci che tra l'VIII e il IX secolo fondò un monastero presso S. Cesareo in Palatio, sono il frutto della traduzione più o meno letterale delle versioni latine. I testi che compongono il ''dossier'' agiografico e innologico in lingua greca dei martiri Cesario e Giuliano di Terracina ci sono noti in sei codici, tre vaticani (i manoscritti Città del Vaticano, [[Biblioteca apostolica vaticana|Biblioteca Apostolica Vaticana]], ''Vat. gr.'' 2 [XI sec.] e gli ''olim'' criptensi ''Vat. gr.'' 1608 [XI ''in.''] e ''Vat gr.'' 2302 [1220-1222 ca.], quest'ultimo autografo del monaco e copista Giovanni da Rossano), un criptense (Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, ''Crypt. Δ.α.''ΙΙΙ [sec. XI]), un ambrosiano (Milano, Veneranda [[Biblioteca Ambrosiana]], D 92 sup. [II metà X sec.]) e un messinese (Messina, Biblioteca Regionale Universitaria, ''S. Salv.'' 135 [sec. XIII ''ex.''])<ref>Prinzi Angela, ''Una redazione inedita della Passio SS. Caesarii et Iuliani'' in ''"Rivista Studi Bizantini e Neoellenici"'' n. 53 (2016), Edizioni Nuova Cultura, 2017</ref>.
Le redazioni greche della Passione di San Cesario potrebbero essere state portate a Costantinopoli da un monaco orientale, San Biagio (''Blasios'') di ''Amorion'' ([[Amorio]], in Anatolia), il quale - a partire dall'anno 860 - rimase per diciotto anni nel monastero romano di San Cesareo in Palatio<ref>Henri Grégoire, « La vie de Saint Blaise D'Amorium », ''Byzantion'', vol. V, 1929-1930, p. 391-414
=== Datazione del martirio ===▼
</ref><ref>BHG 278 = Βίος τοῦ ὁσίου πατρὸς ἡμῶν Βλασίου, ed. H. Delehaye, AASS. Nov. IV (1925), 657–669
</ref>. In questo luogo vi erano uno ''scriptorium'', dove si scrivevano i manoscritti e si copiavano i testi antichi.
Il promotore della diffusione del culto di San Cesario a Grottaferrata fu San Nilo da Rossano, il quale nel 1004 fondò l'Abbazia Greca di Santa Maria di Grottaferrata. L'allievo di San Nilo, San Bartolomeo il Giovane (981-1055), compose degli inni in onore di San Cesario di Terracina.
=== D ===
[[File:Ritrovamento del corpo di San Cesario diacono e martire in Terracina.jpg|miniatura|277x277px|Ritrovamento del corpo di San Cesario diacono e martire sulla spiaggia di Terracina. ]]
Nelle quattro ''[[Agiografia|Passiones]]'', il periodo del martirio di Cesario è posto in periodi storici differenti, a partire dall'età neroniana fino ad arrivare all'età domizianea. Secondo la “''Passio parva''” (la più antica, ascrivibile al V-VI secolo), il martirio di Cesario sarebbe avvenuto in età neroniana (54-68 d.C.), datazione accettata anche dall'agiografo tedesco [[Lorenzo Surio]]: vi sarebbe un chiaro tentativo di avvicinare il diacono allo storicamente provato passaggio degli apostoli Pietro e Paolo nella città di Terracina. L'evangelizzazione di Paolo lungo l'Appia è attestata dagli Atti degli Apostoli, che fanno riferimento al suo viaggio da Pozzuoli verso Roma con le soste a ''Tres Tabernae'' e a Foro Appio, nella zona pontina<ref>''"Quindi arrivammo a Roma. I fratelli di là, avendo avuto notizie di noi, ci vennero incontro fino al Foro di Appio e alle Tre Taverne. Paolo, al vederli, rese grazie a Dio e prese coraggio",'' Atti degli Apostoli (28.14-15)
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