Basilio Cascella: differenze tra le versioni
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Nel 1955 nasce ad [[Ortona]] (CH) il [[Premio Basilio Cascella]] a lui dedicato e ancora attivo.<ref>Vedi [http://www.premiocascella.it sito ufficiale del Premio Basilio Cascella].</ref>
== Opera e stile ==
Cascella fu militare a [[Pavia]] nel 1880, conobbe [[Metardo Rosso]] e [[Vincenzo Irolli]], il quale lo avviò alla pittura. Trasferitosi a Milano, Basilio ritrovò Metardo Rosso, conobbe Aleardo Villa, che lo introdusse alla "Famiglia artistica", e frequentò lo studio del nudo. Di questo periodo sono conservati nel Museo civico "Basilio Cascella" a [[Pescara]] il ''Ritratto della madre'', ''Ritratto di Vincenzo Irolli'', ''Allegoria dell'amore'' (acquarello), ''Testa di arabo'', ''Figura di donna'' (a pastello). Tornato in [[Abruzzo]] nel 1883, affrescò la sala consiliare del Municipio di [[Ortona]], che però fu distrutto nei cannoneggiamenti del dicembre 1943, l'anno successivo partecipò all'Esposizione generale italiana d'Arte Contemporanea, tenutasi a [[Torino]], con il quadro ''Mantello e sottabito'' d'ispirazione abruzzese, poi fu presente a [[Venezia]] nel 1887 all'Esposizione Nazionale Artistica, poi a [[Londra]] nel 1888, all'Esposizione italiana di [[Napoli]] nel 1893, e alla Promotrice "Salvator Rosa" con ''Lotta e la fine''. Suscitò attenzione il quadro ''Il suono e il sonno'', oggi conservato nella Prefettura di [[Chieti]], presentato alla "Salvator Rosa", ed sposto a Milano nell'Esposizione triennale dell'[[Accademia di Brera]] (1894). L'opera ritrae un soggetto arcadico, un pastore che al suono della zampogna addormenta la sua donna, da cui sullo sfondo di stempera un sogno classicheggiante di figure femminili. L'opera è conservata nella Pinacoteca Cascella di Ortona nel Palazzo Farnese; successivamente all'Esposizione della Società di Belle Arti di [[Roma]], Cascella presentò ne biennio 1895-96 ''L'infeconda'', olio su tela dove riprende il tema pastorale abruzzese. Nel 1889 realizzò ''Il bagno della pastora'', conservato a Pescara, per la Biennale di Venezia, quadro che però non venne esposto. Nello stesso anno a Pescara, dove si era stabilito, avviò uno stabilimento cromolitografico dando vita a ''L'illustrazione abruzzese'', in collaborazione di Vincenzo Bucci e [[Francesco Paolo Michetti]], che era un periodico dedicato all'arte e alla cultura regionale. Tra la prima e la seconda serie del 1905, furono pubblicati solo 10 numeri, mentre nello stesso periodo il Cascella fu direttore artistico della ''Tribuna illustrata'' (1890) e de ''L'illustrazione meridionale'' (1900).
[[File:Guardiagrele sep06 02.jpg|thumb|250px|Il sacrario di Andrea Basile a Guardiagrele (1924)]]
Questo interesse tipografico si rifece vivo in Basilio nel 1914 quando a Pescara poté stampare una nuova rivista ''La grande illustrazione'', che diresse per un anno. La rivista si avvalse della collaborazione di artisti italiani e stranieri, nel primo anno fu di indirizzo anti-dannunziano e anti-futurista, per quanto riguardava la letteratura, e fu anche antimpressionista per il campo artistico. L'ingresso dell'Italia in guerra capovolse l'impostazione tematica della rivista: interventista, annoverò tra i collaboratori [[Sivilla Aleramo]], i figli Michele Cacsella, Tommaso, poi gli scritti di [[Luigi Pirandello]], [[Guido Gozzano]], [[Filippo Tommaso Marinetti]], il Negri, il Baldini, il Sartorio, il Previati, l'Irolli, lo Spadini, [[Umberto Boccioni]]. Dallo stabilimento pescarese uscivano inoltre con colorazioni e tecniche speciali anche serie di cartoline illustrate con le quali Cascella incideva le pietre litografiche, conservate nel museo di Pescara (20 in tutto), grandi incisioni a seppia e terra di [[Siena]], tavole illustrate della [[Divina Commedia]], e per le opere litiche come i ''Vespri siciliani '' e ''Otello'' illustrazioni di romanzi, etichette per dolci abruzzesi e liquori. Gran parte della produzione fu esposta insieme alla raccolta de ''L'illustrazione abruzzese'' nella Mostra d'arte di Chieti nel 1905, per la quale Basilio produsse anche i cartelloni.
Dello stesso periodo sono da ricordare ''Ritratto della madre di D'Annunzio'', acquaforte del 1904, donata al poeta in occasione della visita a Chieti per la rappresentazione della tragedia ''[[La figlia di Jorio]]'', poi il ''Bacio materno'' sempre del 1904, litografia conservata nella Pinacoteca provinciale di Chieti, ''Il trionfo della morte'' (1905), acquaforte conservata nella Galleria Naz. d'Arte Moderna a Roma, ''ala testa di Medusa'', del 1905, conservata a Roma, ''Canto-ebro'' del 1905, conservata a Chieti, ''La fonte'' del 1906 olio su tela esposta a Milano nell'apertura della Galleria del Sempione, e distrutta nella [[seconda guerra mondiale]]. Nel 1901 Basilio Cascella partecipò con ''La voce dei venti'', litografia conservata nella Pinacoteca di Chieti, all'Esposizione nazionale di Belle Arti a Milano. Nel 1907 fu in contatto con la galleria Drouot di [Parigi]] per un'esposizione delle pitture di gigli Tommaso e Michele.
Soggiornò a Milano tra il 1910-1912, lavorò per la rivista ''La Natura'' dell'editrice Vallardi, mentre tra il 1917 e il 18 si trasferì nel centro majellano di [[Rapino]] nel chietino, interessato dai nuovi mezzi d'espressione della ceramica, che nel paese aveva preso avvio nella metà dell'800, riportata in auge da Fedele Cappelletti e Gabriele Vitacolonna. Il Cascella raccolse l'eredità popolare della pittura d'impronta pastorale bucolica sulla maiolica, e realizzò anche tessere e pannelli parietali, come il Monumento-sacrario ad [[Andrea Bafile]] nella grotta di Bocca di Valle a [[Guardiagrele]], Tenente di Vascello della Regia Marina Militare di origini aquilane, caduto nel 1918.<br/>Oltre alle collezioni provate del Museo Cascella di Pescara, sono conservati piatti, mattonelle, pannelli a soggetto mitologico e pastorale, anfore e vasi, come ''L'allegoria dell'amore'' del 1925, mentre su mattonelle è conservato nel palazzo comunale di Ortona il ''Ritratto di Francesco Paolo Tosti'' (1925).
[[File:Museo Civico Basilio Cascella0002.JPG|thumb|250px|Ingresso del Museo Basilio Cascella a Pescara]]
nel 1924 Cascella collaborò col figlio Tommaso per la realizzazione del sacrario di Andrea Bafile a Guardiagrele, nel 1927 decorò la Galleria dei Banchi mescita allo stabilimento Tettuccio di [[Montecatini]] con sette pannelli a figure allegoriche, nel 1930-31 decorò la Galleria di Testa della stazione di Milano, con cinque pannelli ritraenti le 5 Città Italiane, e la saletta reale di attesa. In collaborazione con Tommaso e su progetto di Michele, eseguì nel 1939-40) la decorazione musiva della stazione di [[Messina]]. Maioliche a gran fuoco sui temi dannunziani della figlia di Iorio, le casse nuziali, con pannelli o tondi in ceramica furono esposte a [[Monza]] nella II e III Mostra internazionale delle Arti Decorative, poi a Roma nell'Esposizione della Società Cultori di belle arti, e infine nella galleria di [[Pesaro]] a [[Milano]] nel 1929 insieme alle opere di Michele Cascella.<br/>Trasferitosi a Roma nel 1928 dve rimase fino alla morte, Basilio orientò la sua produzione a celebrare fra l'altro eventi di regime fascista, la sua continua presenza nel settore artistico, aveva accresciuto la sua notorietà, nel 1929 entrò nel Parlamento, divenendo Maestro d'Arte. Interessato dall'istruzione artistica, negli interventi parlamentari sostenne che l'arte dovesse finire "nell'applicazione che forma il vanto delle nazioni", permettendo allo Stato fascista di servirsi dell'arte ai fini dell'esaltazione di sé stesso.
Nel 1931 Cascella fu presente a Roma alla I Quadriennale d'arte moderna, nel 1927 espose alla IV Mostra del Sindacato provinciale fascista di Belle Arti d'Abruzzo e del Molise, a [[Campobasso]], le tempere ''Il fondatore dell'Impero - L'Impero - Madre di D'Annunzio'' insieme a pastelli e ceramiche. Le opere più tarde sono ''Nozze di Sua Altezza Re Principe di Piemonte'' (1930) a Villa Savoia, ''La giornata della Fede'' (Roma, [[Palazzo del Quirinale]]), ''Gente italica e Fabbro'' (1936-41), conservata all'epoca al Ministero degli Interni, ''Trebbia del grano'', già a Roma al Ministero dell'Agricoltura, e la composizione allegoria ''Trionfo della Libertà'' del 1947. Nel 1934 aveva dipinto con il figlio Tommaso le due tele con allegoria ''Terra e Mare'' per il salone di ricevimento del Palazzo del Governo a [[Bolzano]].
La maggior parte della produzione di Cascella è conservata nel Museo civico "B. Cascella" a Pescara, nella Pinacoteca della Prefettura a Chieti, e nella Pinacoteca d'Arte Moderna e Contemporanea Cascella, nel Palazzo Farnese a Ortona, mentre alcuni ritratti personali di D'Annunzio e la madre Luisa de Benedictis sono situate nella casa natale del Poeta, a Pescara. A Basilio Cacsella è anche ricordato il premio annuale d'arte moderna che si celebra a Pescara.
== Note ==
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