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===Maturità e carriera===
Esordisce come [[poeta]] pubblicando ''0 TO 9'' con [[Bernadette Mayer]] alla fine degli [[anni 1960|anni sessanta]]<ref>{{Cita web|url=https://walkerart.org/magazine/bernadette-mayer-vito-acconci-and-0-to-9-magazine|titolo=Bernadette Mayer, Vito Acconci, and 0 To 9 Magazine|anno=2012|sito=https://walkerart.org|accesso=22 novembre 2018}}</ref>, per poi intraprendere un percorso nella [[Performance art]] e nella [[videoarte]], usando il suo stesso corpo come soggetto di [[fotografia|fotografie]], [[film]], [[video]] e performance. Gran parte dei suoi primi lavori comprendono commenti socialmente sovversivi e ispirati da una politica del confronto e da posizioni [[Situazionismo|situazioniste]]. Verso la metà degli [[anni 1970|anni settanta]] Acconci ampia il suo campo di ricerca nel mondo delle [[Installazione (arte)|installazioni]] [[Audiovisivo|audiovisive]].
====Gli anni '70====
Esordisce come [[poeta]] pubblicando ''0 TO 9'' con [[Bernadette Mayer]] alla fine degli [[anni 1960|anni sessanta]]<ref>{{Cita web|url=https://walkerart.org/magazine/bernadette-mayer-vito-acconci-and-0-to-9-magazine|titolo=Bernadette Mayer, Vito Acconci, and 0 To 9 Magazine|anno=2012|sito=https://walkerart.org|accesso=22 novembre 2018}}</ref>, per poi intraprendere un percorso nella [[Performance art]] e nella [[videoarte]], usando il suo stesso corpo come soggetto di [[fotografia|fotografie]], [[film]], [[video]] e performance. Gran parte dei suoi primi lavori comprendono commenti socialmente sovversivi e ispirati da una politica del confronto e da posizioni [[Situazionismo|situazioniste]]. Verso la metà degli [[anni 1970|anni settanta]] Acconci ampia il suo campo di ricerca nel mondo delle [[Installazione (arte)|installazioni]] [[Audiovisivo|audiovisive]].
 
====Gli anni '70====
Verso la metà degli [[anni 1970|anni settanta]] Acconci ampia il suo campo di ricerca nel mondo delle [[Installazione (arte)|installazioni]] [[Audiovisivo|audiovisive]].
L'opera emblematica di questo periodo è ''Seedbed'' (15-29 Gennaio, 1971) installata nella [[Ileana Sonnabend|Sonnabend Gallery]] in cui il pubblico si trova in una stanza vuota con un pavimento di legno. Nascosto sotto le assi si trova coricato Acconci che [[Masturbazione|si masturba]] ed esprime ad alta voce le sue fantasie erotiche che risuonano, tramite degli altoparlanti, in tutta la galleria [[Ileana Sonnabend|Sonnabend Gallery]]<ref>{{Cita web|url=https://www.moma.org/collection/works/109933| titolo=Vito Acconci. Seedbed
1972 |anno=2018|sito=www.moma.org| città=New York|accesso=15 novembre 2018}}</ref>.
L'idea attorno alla quale ruota ''Seedbed'' è il coinvolgimento del pubblico nella produzione del lavoro artistico, creando una situazione di interscambio reciproco tra artista e visitatore.
 
[[Cindy Nemser]] è stata la prima critica d'arte a scrivere su Vito Acconci per ''Arts Magazine'' nel 1971<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Nemser |nome=Cindy |data=September–October 1971 |titolo=Subject-Object Body Art |rivista=Arts Magazine }}</ref>, per poi intervistarlo e dedicargli la copertina in un successivo numero della stessa rivista. [[Rosalind Krauss]], in un articolo dal titolo ''"Video: the Aesthetics of Narcissism"''<ref>Krauss, Rosalind. "Video: The Aesthetics of Narcissism." October 1 (1976): 50-64. JSTOR. Web.</ref>, sottolinea aspetti narcisistici nel lavoro di Acconci che, filmando per 25 minuti se stesso, compie dei gesti [[nonsenso]] che esemplificano gli aspetti critici del lavoro dell'arte del XX secolo. La Krauss inoltre espone le basi psicologiche che sono dietro le azioni che l'artista compie nel video, comparate alle discussioni sull'oggetto dell'arte.
 
[[Immagine:Murinsel_nah.jpg|thumb|La [[Murinsel]] di [[Graz]]]]