Lora (Como): differenze tra le versioni

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* Durante la costruzione della '''chiesa del Sacro Cuore''', i parrocchiani loresi organizzarono numerose iniziative volte alla raccolta di fondi per finanziare i lavori, tra cui la decisione di destinare alla parrocchia tutti i proventi derivanti dalla vendita di uova prodotte durante i giorni festivi. Le uova, raccolte ogni domenica sera dopo i vespri da un gruppetto di ragazze, venivano poi vendute in città. La vendita di queste uova divenne una costante entrata per la costruzione della chiesa, al punto che tra i cittadini di Como iniziò a circolare scherzosamente la storia che a Lora si stava costruendo la "chiesa delle uova" (in [[dialetto comasco]]: la "gésa di ööf’")<ref name=":0" /><ref name=":1" /><ref>{{Cita libro|autore=Enrico Lecci|titolo=Primati e singolarità della Provincia Lariana. Ciò che non si trova nel "Baedeker"|dataoriginale=1971|editore=Banca Amadeo nel 65° di attività, 1906 - 1971|città=Como}}</ref>.
 
* Il tratto della [[Strada statale 342 Briantea|ex strada statale Briantea]] che dal ponte di San Martino in Como conduce a Lora viene ancor’oggi chiamato “Cappelletta”<ref>{{Cita web|url=https://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/in-un-video-lultima-bravata-con-lo-skateda-lora-a-como-sulla-strada-tra-le-auto_1107272_11/|titolo=Da Lora fino a Como, percorrendo tutti i curvoni della “Cappelletta”, fino al semaforo di San Martino}}</ref><ref>{{Cita web|url=www.meteocomo.it/meteo/pneumatici-invernali-una-questione-di-cultura-non-di-imposizioni/|titolo=La Cappelletta, al limitare della massa d’aria più calda e favorita dall’altimetria, si trasforma con facilità in spericolata pista da discesa.}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.laprovinciadicomo.it/stories/cultura-e-spettacoli/il-beato-guanella-conquistograve-il-collee-salvograve-lora-dalle-speculazion_6892_11/|titolo=Il beato Guanella conquistò il colle e salvò Lora dalle speculazioni}}</ref> per via della presenza di un’anticoun antico oratorio, oggi sconsacrato, passato alla storia come '''Cappelletta di Santa Maria'''. Testimonianze dell’utilizzo dell’oratorio si hanno già durante la visita pastorale del [[Feliciano Ninguarda|vescovo Ninguarda]] e fino alla seconda metà del XIX secolo, quando il vicario della chiesa di San Giuseppe in Valleggio aveva ancora il diritto di portare il viatico agli ammalati che abitavano nelle abitazioni in prossimità della cappelletta<ref name=":2" />. Nel 1878 l’oratorio fu acquistato dalla contessa Sormani De Herra, la quale si impegnò a mantenerlo libero per il culto per vent’anni<ref name=":2" />. Successivamente l’edificio perse la sua funzione religiosa e nel corso del XX secolo diventò un’abitazione privata.
 
== Note ==