Scalea: differenze tra le versioni

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La Madonna del Carmine fu proclamata patrona e protettrice di Scalea il 7 marzo del 1875, dopo un'epidemia di colera. La confraternita carmelitana era stata fondata già nel [[1806]]. L'anno dopo ebbe l'indulgenza del [[papa Paolo V]] con bolla del 1º aprile. In occasione del centenario della proclamazione il popolo di Scalea offrì alla Madonna una corona d'oro. L'oro offerto dalla popolazione fu fuso in piazza vecchia, all'aperto, presenti tutti i fedeli, con una particolare cerimonia.
 
Il primo nucleo della chiesa Madonna del Carmine risale all'[[VIII secolo]]. Periodo questo di maggiore attività dei monaci Basiliani nella zona, conosciuta con il nome di Mercurion. In questi anni la chiesa fu anche [[Diocesi|sede episcopale]] o almeno di [[Corepiscopo|corepiscopi]], gli ausiliari dei [[Vescovo|vescovi]]. In questa epoca, la chiesa, già dedicata a Santa Maria Annunziata, prese il nome di Santa Maria d'Episcopio: inoltre vicino alla chiesa resta un edificio signorile, con pseudo loggiato normanno, che per tradizione è indicato come il "palazzo del Vescovo". In epoca normanna la chiesa fu notevolmente ingrandita e affidata ai Benedettini di Cava dei Tirreni. Questo perché con l'avvento dei normanni le chiese di [[rito bizantino]] dovettero [[Latinizzazionelatinizzazione (Concordato di Melfi)|latinizzarsi]]. Molti monasteri greci, pertanto, furono affidati ai monasteri latini. Il superbo finestrone absidale della chiesa è appunto una testimonianza di questo periodo.
 
La chiesa nel [[1554]] subì il saccheggio dei saraceni di Dragut. Anni dopo fu ampliata e abbellita. Altri rifacimenti sostanziali furono apportati alle strutture della chiesa nei secoli [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo|XIX]].