Profondo rosso: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m WPCleaner v1.43 - Disambigua corretto un collegamento - 3D |
|||
Riga 129:
== Doppiaggio ==
Pur essendo una produzione tutta italiana il film venne girato in lingua inglese
== Distribuzione ==
Riga 158:
''[[L'Unità]]'' liquidò il film in un colonnino siglato d.g. ([[David Grieco]]), con parole sprezzanti: «Il film è indescrivibile e inenarrabile, tant'è vacuo: un cruciverba a sensazione senza movente né esito. Questo solo presunto emulo di Hitchcock, massaggia stavolta lo spettatore con il fittizio e l'incongruo per condurlo, quasi ammanettato, in un interminabile, fosco tunnel di Luna Park». Parla poi di «dialoghi insulsi» e conclude che il film, «nonostante gratuiti preziosismi, è un inutile elettrodomestico dell'horror» e stronca anche gli interpreti.<ref>“Le prime - Profondo rosso”, su ''L'Unità'', 8 marzo 1975 pag. 11</ref>
Non meno drastico Claudio Quarantotto su ''[[Il Giornale d'Italia (1901-1976)|Il Giornale d'Italia]]'', secondo cui la regia «non di rado cerca l'effetto e l'effettaccio, allineando coltelli e mannaie da macellaio, occhi sbarrati e bocche ghignanti, ascensori-killer e decapitazioni estemporanee, con grande spreco di sangue, sicché, alla fine sembra di aver sbagliato indirizzo e di essere capitati in un mattatoio, non in una sala cinematografica.»
Per Achille Frezzato, critico del ''[[Il Giornale di Bergamo|Giornale di Bergamo]]'' e collaboratore di ''Cineforum'', l'uso della macchina da presa «
[[Tullio Kezich]], allora firma del settimanale ''[[Panorama (rivista)|Panorama]]'', scrisse che Argento «
Il clamoroso e duraturo successo di pubblico comportò tuttavia alcuni curiosi ripensamenti da parte di autori o editori: per esempio Giovanni Grazzini (''Il Corriere della sera'') e Laterza, che non avevano inserito ''Profondo rosso'' nella prima, riuscitissima raccolta di recensioni ''Gli anni settanta in 100 film''
Grazzini, che poi passò al ''[[Il Messaggero|Messaggero]]'', scrisse fra l'altro: «Se l'estrema ambizione di Dario Argento è di restituire ai reduci dai suoi spettacoli il gaudio di sobbalzare a ogni scricchiolio, di guardare sotto il letto e raddoppiare la dose di tranquillante, il 'terrorista' del cinema italiano può dirsi contento. Era infatti da un bel po' che un film non prendeva altrettanto allo stomaco e popolava i nostri sonni di incubi così barbari.».<ref>''Cinema '75'', B. U. Laterza 1988</ref>
Sempre fra le pubblicazioni antologiche, [[Morando Morandini]], all'epoca critico del quotidiano ''[[il Giorno]]'', nel proprio ''Dizionario dei film 1999'' definisce ''Profondo rosso'' «
Per l'''Enciclopedia del Cinema Garzanti'' (2006) il film invece «è summa e manifesto del suo thriller barocco e visionario che – per gli elementi di parapsicologia inseriti nel racconto e per la violenza di molte scene – denota già precisi segni della sua successiva virata verso l'horror gotico e crea la formula di un genere misto thriller-horror che influenzerà non pochi autori nazionali e internazionali
== Opere derivate ==
| |||