Vulpes et uva: differenze tra le versioni

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La [[locuzioni latine|locuzione]] [[lingua latina|latina]] ''Vulpes et uva'' si riferisce al titolo latino della [[favola]] "[[La volpe e l'uva]]" attribuita al greco [[Esopo]] e tradotta in latino da [[Fedro]], che si pose anche come obiettivo quello di abbellire stilisticamente le [[favola|favole]] in oggetto.
La lingua greca classica, infatti, a differenza di quella latina, non subì grandi mutamenti, ma rimase praticamente immota, a differenza del latino, caratterizzato da una evoluzione sia linguistica che sintattica. In quest'ottica, il lavoro di [[Fedro]] appare più che comprensibile.
Il significato della locuzione, che si trova esposto con molta chiarezza all'interno della pagina [[La volpe e l'uva]], è "è facile disprezzare ciò che non si può ottenere".
Nel linguaggio comune si può trovare la locuzione in oggetto o, in alternetivaalternativa, la frase pronunciata dalla Volpe, la celeberrima "Nondum matura est" o anche, ma più di rado, la frase intera "[[Nondum matura est, nolo acerbam sumere]]".
 
== Voci correlate ==