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Il suo lavoro artistico spazia tra installazioni video, body performances, computer animations, fotografia, scultura e pubblicazioni relative all'arte contemporanea, presentando una forte componente ideologica. Le sue prime esibizioni di [[Guerrilla art|guerrilla]] sono diventate iconiche nella storia dell'arte femminista<ref>{{Cita libro|wkautore=|titolo=Valie Export|edizione=Bruder Rosenbaum|data=1980|città=Vienna}}</ref>. Raccoglie le sue dichiarazioni sul tema del corpo femminile in un testo, ''"Women's Art a Manifesto"'' scritto per una mostra del 1972, 'MAGNA, Geminism: Art and Creativity'': "lascia parlare le donne in modo che possano ritrovare se stesse, questo è ciò che chiedo per ottenere un'immagine autodefinita di noi stessi e quindi una diversa visione della funzione sociale delle donne ". ''Qui la Export sottolineava il modo ingiusto in cui le donne vivevano la loro vita entro i confini creati dagli uomini. In questo stesso Manifesto afferma anche che ''"l'arte può essere intesa come un mezzo della nostra auto-definizione che aggiunge nuovi valori alle art, questi valori, trasmessi attraverso il processo culturale, altereranno la realtà verso una sistemazione dei bisogni femminili ".''Valie Export vive in Germania e dal 1995 ha una cattedra di performance multimediali all'''Academy of Media Arts di Colonia''.
 
== Biografia ==
Rimasta orfana del padre morto in Africa durante la [[seconda guerra mondiale]], cresce con la madre e le tre sorelle, studiando in un convento fino all'età di 14 anni. Successivamente studia pittura, disegno e design alla National School for Textile Industry di Vienna, e lavora brevemente nell'industria cinematografica come aiuto sceneggiatrice. L'ambiente spiccatamente femminile che frequenta la induce a riflettere sul ruolo della donna nella società, che, nell'Austria degli anni Settanta, è ancora influenzato dagli strascichi dell'ideologia nazista. Il movimento femminista negli anni sessanta da un lato deve confrontarsi con la condiscendenza al regime delle generazioni più anziane, e dall'altro punta a stravolgere l'atteggiamento restrittivo nei confronti della donna.
 
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==Le opere==
===''Tapp-und Tast-Kino (Tap and Touch Cinema)''===
In questa performance, che esegue di fronte ai cinema di dieci città europee dal 1968 al 1971, indossa sulla parte superiore del corpo nudo, un costume costituito da una scatola aperta sul fronte. I passanti, quindi, sono invitati ad inserire le mani nella scatola, che allude aad un cinema in cui paradossalmente si può toccare ma non vedere. I media rispondono al suo provocatorio lavoro con stupore e riprovazione fino a paragonarla ad una novella strega<ref>{{Cita news|autore=Gary Indiana|url=https://bombmagazine.org/articles/valie-export/|titolo=Valie Export|pubblicazione=BOMB magazine|data=1 aprile 1982|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>. L'azione vuole denunciare lo sfruttamento del corpo femminile che avviene nel mondo del cinema, che si presenta come un'esperienza essenzialmente voyeuristica. Al contrario la donna prende il controllo e offre liberamente se stessa, a dispetto delle regole sociali,. ilIl "pubblico" non ha solo un contatto diretto e tattile con un'altra persona, ma lo fa nella visione completa della Export e degli astanti<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=rfcNYGrdxfc|titolo=Valie Export/Touch Cinema|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>.
 
===''Invisible Adversaries''===
''Unsichtbare Gegner'', o Invisible Adversaries, è un film d'autore dal tema fantascientifico, realizzato nel 1977 <ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=SB5sp8AcD-I|titolo=INVISIBLE ADVERSARIES|accesso=6 Dicembre 2018}}</ref>. Protagonisti sono gli innamorati Peter e Anna. Tormentata dalle sue paure Anna è convinta che la sua città (Vienna) sia invasa dagli alieni. Paura del tutto immotivata che la porterà alla pazzia. Un altro suo film del 1985,''The Practice of Love'', ha partecipato al trentacinquesimo Festival internazionale del cinema di Berlino.
Questa performance mostra il corpo dell'artista in connessione ad edifici storici non solo fisicamente, ma anche simbolicamente: i corpi legati alla progressione storica degli spazi e ai ruoli stereotipati evidenziano l'approccio femminista e politico all'arte <ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=SB5sp8AcD-I|titolo=INVISIBLE ADVERSARIES|accesso=6 Dicembre 2018}}</ref>.CHE VUOL DIRE?.
 
===''Remote, remote''===
IlNel cortometraggio del 1973 ''"Remote, Remote"'', esemplificaValie le conseguenze dolorose del corpo femminile conforme agli standard della società CHE VUOL DIRE?. In questo pezzoExport scava le sue cuticole con un coltello per dodici minuti, rappresentandodanneggia il danno indotto originato dalproprio corpo femminileponendosi checontro cercagli standard di mantenerebellezza tradizionirichiesti edalla standard di bellezzasocietà<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=B3R2qCEFnUU|titolo=Valie Export: .......remote........remote (1973)|accesso=6 Dicembre 2018}}</ref>. POCO CHIARO
 
=== ''Body Sign Action'' ===
NellaLa fotografia del 1970, ''"Body Sign Action"'', ritrae un'agenda politicamente carica attraversomostra la suacoscia operasinistra ddell'arteartista CHE VUOLdove DIRE?.si Il pezzo CHE VUOL DIRE? presentavede un tatuaggio didella unclip reggicalzedi sullauna parte superiore della sua gamba nudagiarrettiera. La giarrettiera non è attaccata nella parte superiore è solo attaccata ad un frammento di calza nella parte inferiore,: quindiin sospesoquesto sulla gamba. Invece della giarrettiera che oggettivizza il corpo, il corpo oggettivizzacontesto la giarrettiera, lanciandodiventa ruolisimbolo sociali costruiti in relazionedi aluna corposeduzione femminilerevimissiva<ref>{{Cita web|url=http://www.medienkunstnetz.de/works/body-sign-aktion/|titolo=Valie Export
«Body Sign Action»|accesso=6 Dicembre 2018}}</ref>. POCO CHIARO
 
=== ''Aktionshose: Genitalpanik (Action Pants: Genital Panic)'' ===
 
Nella sua performance del 1968 ''Aktionshose: Genitalpanik (Action Pants: Genital Panic)'', entra inla un cinema d'arte NON SI DICE a Monacodonna, indossando pantaloni taglititagliati all'altezza del pube e imbracciando una mitragliatrice, camminandocammina tra il pubblico con i genitali esposti. LeLa fotografieperformance associateha CHEavuto VUOLluogo DIRE?sonoin stateun scattatecinema nel 1969porno a Vienna,Monaco daled fotografoè Peteroggi Hassmann.ricordata Entrambeattraverso le azionifotografie miranoscattate ada farPeter riflettereHassmann sulnella ruoloriproposizione passivodi delle donneVienna nel cinema e sul confronto della natura privata della sessualità con le sedi pubbliche delle sue esibizioni POCO CHIARO1969. Storie apocrife affermano che L''l'Aktionshose'':azione lamira performancea difar ''Genitalpanik''riflettere avvennesul inruolo unpassivo teatrodelle pornodonne innel cui avrebbe brandito una mitragliatrice e sparato al pubblico, come raffigurato nei manifesti del 1969, tuttavia lei ha affermato che ciò non accadde maicinema. La performance fu ripresa e riproposta da [[Marina Abramović|Marina Abramovic]] nel 2005 nella mostra ''Seven Easy Pieces''<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=-kdeMhQxd5Y|titolo=Marina Abramovich Valie Export Aktionshose Genitalpanik|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>.
 
=== ''Facing a Family'' ===
Il filmato originariamente trasmesso dal programma televisivo austriaco ''Kontakte'' il 2 febbraio 1971 è stato uno dei primi esempi di trasmissione di video arte. Mostra una famiglia austriaca borghese che guarda la TV mentre cena<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=-mBxoDvB5xI|titolo=VALIE EXPORT / Facing a Family (1971)|accesso=6 dicembre 2018}}</ref>. Viene trasmesso la sera, quando le altre famiglie della classe media guardano il programma, riconoscendo così la stessa esperienza. L'obiettivo, quindi, è quello di evidenziare la relazione tra soggetto, spettatore e televisione. Il 1977 vede l'uscita del suo primo lungometraggio, ''Unsichtbare Gegner''. Per la sceneggiatura collabora con il suo ex partner, Peter Weibel. Un altro suo film del 1985,''The Practice of Love'', ha partecipato al trentacinquesimo Festival internazionale del cinema di Berlino.
 
=== ''Syntagma'' ===
In ''Syntagma'', del 1983, tenta di ridefinire il corpo femminile NON E? CHIARO usando "...utlizza diverse tecniche di montaggio cinematografico - ad esempio raddoppiando il corpo attraverso sovrapposizioni, ad esempio" [17]. Il film seguecortometraggio parte dalla convinzione che il corpo femminile sia stato manipolato dagli uomini attraverso l'arte e la letteratura. [17] In un'intervista con "''Interview Magazine''", discute il suo film, ''Syntagma'', eaffermando dice:che "Ilil corpo femminile è sempre stato unaconsiderato come un sintagma, come un unione di singole parti costruzione"<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=o2vXwrAXTiQ|titolo=Syntagma clip by Valie Export SD MPEG|accesso=6 Dicembre 2018}}</ref>. PARAFRASARE
 
Dal 1995 ha una cattedra di performance multimediali all'''Academy of Media Arts di Colonia''. Raccoglie le sue dichiarazioni sul tema del corpo femminile in un testo, ''"Women's Art a Manifesto"'' scritto per una mostra del 1972, 'MAGNA, Geminism: Art and Creativity'': "lascia parlare le donne in modo che possano ritrovare se stesse, questo è ciò che chiedo per ottenere un'immagine autodefinita di noi stessi e quindi una diversa visione della funzione sociale delle donne ". [18] ''Qui la Export sottolineava il modo ingiusto in cui le donne vivevano la loro vita entro i confini creati dagli uomini. In questo stesso Manifesto afferma anche che ''"l'arte può essere intesa come un mezzo della nostra auto-definizione che aggiunge nuovi valori alle arti.art, questi valori, trasmessi attraverso il processo culturale, altereranno la realtà verso una sistemazione dei bisogni femminili ". [19] ''
Dal 1995 ha una cattedra di performance multimediali all'''Academy of Media Arts di Colonia''.
Raccoglie le sue dichiarazioni sul tema del corpo femminile in un testo, "Women's Art a Manifesto" scritto per una mostra del 1972, 'MAGNA, Geminism: Art and Creativity'': "lascia parlare le donne in modo che possano ritrovare se stesse, questo è ciò che chiedo per ottenere un'immagine autodefinita di noi stessi e quindi una diversa visione della funzione sociale delle donne ". [18] Qui la Export sottolineava il modo ingiusto in cui le donne vivevano la loro vita entro i confini creati dagli uomini. In questo stesso Manifesto afferma anche che "l'arte può essere intesa come un mezzo della nostra auto-definizione che aggiunge nuovi valori alle arti. questi valori, trasmessi attraverso il processo culturale, altereranno la realtà verso una sistemazione dei bisogni femminili ". [19]
 
== Note ==