Lorenzo Milani: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 159:
La prima accusa di [[pedofilia]] è in un'opera dello storico dell'educazione Antonio Santoni Rugiu, che citava passi del medesimo Don Milani<ref>Antonio Santoni Rugiu, ''Il buio della libertà. Storia di don Milani'', ed. De Donato-Lerici, 2002</ref> non riportando i punti in cui don Lorenzo respingeva le accuse di essere un «''finocchio eretico e demagogo''»<ref>Federico Buozzi, ''Nelle sue lettere nessuna "confessione" ma solo il gusto amaro del paradosso'', ''la Repubblica'', 21 aprile, 2017, p.38</ref>.
 
L'eco di quelle accuse è ritornata nel 2017, dopo la pubblicazione del romanzo ''Bruciare tutto'', di [[Walter Siti]], in cui viene trattato il tema della pedofilia<ref>W. Siti, ''Bruciare tutto'', Rizzoli, 2017</ref>. L'autore, in un'intervista al quotidiano ''[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'', riferendosi al personaggio di don Leo, protagonista del libro, ha dichiarato ddi essersi ispirato a don Lorenzo Milani a cui è riferita la dedica in epigrafe: «''All'ombra ferita e forte di don Milani''». L'autore, di fronte alle polemiche nate per aver accostato don Milani alla pedofilia, ha sostenuto che la sua convinzione è nata da una frase estrapolata da una lettera del 10 novembre 1959 spedita da don Milani all'amico Giorgio Pecorini, giornalista de ''[[L'Europeo]]'':
{{Citazione|...che se un rischio corre per l'anima mia non è certo quello di aver poco amato, ma piuttosto di amare troppo (cioè di portarmeli anche a letto!... e poi chi potrà mai amare i ragazzi fino all'osso senza finire col metterglielo anche in culo se non un maestro che insieme a loro ami anche Dio e tema l'[[Inferno]] e desideri il [[Paradiso]]<ref>in Maria Cristina Carratù, ''Giorgio Pecorini. «Ricostruzioni becere. L'amore di Lorenzo era senza secondi fini»'', ''la Repubblica'', 21 aprile, 2017, p.39</ref>}}
Parlano invece di «ricostruzioni becere» studiosi delle opere di don Milani, dalle quali risulta evidente, come lui stesso scriveva, il suo stile espressivo paradossale, peraltro piuttosto confuso: