Linguistica romanza: differenze tra le versioni

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# '''genere''': in latino, oltre al maschile ed al femminile, si trova anche il genere neutro, eliminato da tutte le lingue romanze ad eccezione del romeno. Al singolare, il neutro latino spesso prevede la terminazione in ''-um'' sia al nominativo che all'accusativo (sempre uguali per il genere neutro), quindi, con la perdita della consonante finale, la forma va a coincidere con il maschile; al plurale, invece, i neutri sono marcati sempre dalla terminazione in ''-a'' e coincidono con il singolare femminile. In qualche dialetto dell'Italia centrale si trova ancora qualche traccia del genere neutro, infatti si distinguono sostantivi terminanti in ''-u'' che in latino erano maschili e sostantivi terminanti in ''-o'' che in origine erano neutri.
#'''sistema verbale''': il sistema verbale nelle lingue romanze è molto diverso da quello del latino, anche se le due lingue coincidono per alcuni tratti, come per esempio il verbo coniugato. Per questo, si utilizzano desinenze diverse per esprimere le varie funzioni delle voci verbali. Tra i principali cambiamenti troviamo così [[Metaplasmo|metaplasmi]] di coniugazione: nel passaggio alle lingue romanze alcuni verbi possono cambiare coniugazione (''dicere''→''dire''), infatti le [[Coniugazione (linguistica)|coniugazioni]] in latino erano quattro: -are, -ēre, -ĕre, -ire e nelle lingue romanze diventano tre: -are, -ere, -ire (''cantare, habēre, vendĕre, dormire''). E' importante evidenziare che alcune forme latine spariscono: i verbi [[Verbi deponenti|deponenti]], ossia quei verbi che hanno forma passiva ma significato attivo, ad esempio ''sequor → *sequo → seguo'', il congiuntivo imperfetto e l'indicativo piuccheperfetto in quasi tutta la Romània, l'infinito perfetto e l'infinito passivo. Tra le forme che cambiano in modo radicale possiamo trovare il futuro e il condizionale. Il futuro presentava due forme: la prima veniva utilizzata per la 1ª-2ª coniugazione (''canta'''bo'''-habe'''bo'''''), ma poteva essere facilmente confusa con l'imperfetto, la seconda era usata per la 3ª-4ª (''vend'''am'''-aud'''iam''''') e poteva essere fraintesa con il congiuntivo. Per evitare errori le lingue romanze adottano strategie diverse: o l'utilizzo del presente con avverbio temporale oppure della [http://www.treccani.it/vocabolario/perifrasi/ perifrasi], come ''habeo cantare''. Con il passare del tempo ''habeo'' perde il suo significato [[Lessico|lessicale]] pieno e viene reinterpretato come morfema grammaticale. Si crea così una nuova forma verbale sintetica, per esempio ''canterò''. Il condizionale in latino si esprimeva attraverso il congiuntivo. Le lingue romanze creano quindi una nuova forma che segue lo stesso meccanismo del futuro, per esempio da ''cantare+*hebŭi'' si forma ''canterei''. C'è però da precisare che tra le forme verbali latine che sopravvivono alcune cambiano funzione: il congiuntivo ''[[Piuccheperfetto|piuccheperfetto]]'' assume le funzioni del congiuntivo imperfetto nelle lingue occidentali e nell'indicativo ''piuccheperfetto'' in romeno. Come il latino, anche le lingue romanze hanno forme irregolari dei verbi, ma non sempre i verbi irregolari della lingua dei romani sono gli stessi di quella romanza, come il verbo ''avere'' che tende a essere irregolare anche se deriva dal verbo ''habere''.
#'''parole indeclinabili''': sono quelle parole che non hanno una forma flessiva e non hanno quindi bisogno di declinazioni; nonostante ciò hanno una funzione grammaticale. Questo gruppo comprende: [[Avverbio (lingua italiana)|avverbi]], [[Preposizione|preposizioni]] e [[Congiunzione (linguistica)|congiunzioni]]. Per quanto riguarda gli avverbi in latino si formavano aggiungendo -e per gli aggettivi di 1ª classe (per esempio ''certus→certe''), mentre con -iter per quelli della 2ª classe (per esempio fortis→fortiter). Un'altro modo per formare avverbi era usare l'aggettivo all'accusativo singolare del neutro. Quest'ultima forma si usa tutt'ora in romeno e nei dialetti italiani meridionali, invece le altre desinenze sono state sostituite dal suffisso tonico -mente, aggiunto all'aggettivo femminile, per esempio ''*lenta mente'' diventa ''lentamente'' in italiano. Altra categoria di parole indeclinabili sono le preposizioni: alcune sono sopravvissute nelle lingue romanze, come per esempio ''contra→contro, inter→tra, super→sopra, cum→con''. Altre invece si sono trasformate in avverbi come per esempio ''pos(t)=dietro, dopo →poi''; a sua volta qualche avverbio si è trasformato in preposizione, ad esempio ''su(r)sum=in su→su''. Ultima categoria è quella delle congiunzioni, le quali molte spariscono e quelle sopravvissute rimangono nella lingua parlata. Infatti si prediligevano forme [[Paratassi|paratattiche]], ovvero congiunzioni di coordinazione e non di subordinazione. Tra le forme che rimangono, possiamo trovare la congiunzione copulativa ''et''→''e'', la congiunzione negativa ''nec→né'', la disgiunzione ''aut→o'', la congiunzione avversativa ''magis→ma'' e in alcune aree ''per hoc→però'', la congiunzione temporale ''quando→quando'' e la congiunzione *''que''(derivato dalla fusione ''quo, quod, quid'') → ''che''.
 
=== Il sistema sintattico ===