Linguistica romanza: differenze tra le versioni
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Il criterio che ha caratterizzato il passaggio dal latino alle lingue romanze viene definito [http://appunti-linguistica.blogspot.com/2008/01/mutamento-linguistico-mutamento.html rifonologizzazione]. Tale principio consiste nella riorganizzazione del sistema vocalico: la capacità distintiva non è più data dalla quantità (lunghezza) vocalica, ma dalla qualità (timbro) che si manifesta attraverso [[Accentazione della lingua latina|l'accentuazione]].
Lo schema sopra riportato evidenzia la trasformazione delle vocali toniche
Le vocali toniche delle lingue romanze sono interessate, anche a seconda delle diverse aree, dal [[dittongo|dittongamento]] . In generale i tre dittonghi latini AE, OE, AU evolvono rispettivamente in ɛ, e, o; per cui avremo che ''caelum'' diventa ''cielo'', ''poena'' diventa ''pena'' e ''aurum'' diventa ''oro''.
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In [[castigliano]], il dittongamento avviene indifferentemente sia in sillaba libera, che in sillaba chiusa (dittongazione condizionata) ed interessa le vocali ɛ ed ɔ: ''fĕrrum'' diventa ''hierro'' e ''pŏrta'' diventa ''puerta''.
Nel passaggio al latino volgare si assiste anche all'eliminazione degli [[Iato|iati]], cioè delle strutture sillabiche caratterizzate da due [[Giustapposto|vocali giustapposte]].
La semplificazione di tali strutture avviene per mezzo delle [[semiconsonanti]] j (yod) e w, che hanno reso possibili evoluzioni come alěa>alia, vinea>vinia.
Dal latino alle lingue romanze è inoltre frequente la [[sincope]] delle vocali postoniche nelle parole sdrucciole, ovvero la caduta della vocale che segue quella accentata. Questa forma, per citarne un esempio, si ritrova già in Orazio, dove viene usato "soldu" (< "sólídum") > it. soldo.
=== Il sistema fonologico: consonanti ===
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