Maximilien de Robespierre: differenze tra le versioni

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=== Robespierre e le donne ===
[[File:Eleonoreduplay.jpg|thumb|upright=0.7|Autoritratto di [[Éléonore Duplay]]]]
Robespierre non si sposò mai e non ebbe figli. Ad Arras, coltivò tuttavia diverse relazioni femminili facendole divertire come pazze. Ebbe un idillio con un’amica della sorella, M.lle Dehay, con la giovane inglese Ophelia Mondien, alla quale dedicò un madrigale che si è conservato,<ref>«Crois-moi, jeune et belle Ophélie, / Quoiqu'en dise le monde et malgré ton miroir, / Contente d'être belle et de n'en rien savoir, / Garde toujours ta modestie. / Sur le pouvoir de tes appas / demeure toujours alarmée, / Tu n'en seras que plus aimée / si tu crains de ne l'être pas».[https://fr.wikisource.org/wiki/Madrigal_%C3%A0_Oph%C3%A9lie]</ref> e con una certa M.lle Henriette. Tenne anche una corrispondenza con una signora dell’alta società, forse Madame [[Suzanne Curchod|Necker]], e frequentò la casa di Madame Marchand, futura direttrice del ''Journal du Pas-de-Calais''.<ref>{{Cita|Walter|p. 30-35}}</ref>
Secondo la sorella Charlotte, M.lle Anaïs Deshorties, figlia di primo letto del marito di sua zia Eulalie, lo amò e fu ricambiata con un corteggiamento che durò dal [[1789]] fin verso il [[1791]]. Deshorties sposò poi, nel [[1792]], un amico dello stesso Robespierre, l’avvocato Leduc.<ref>{{Cita|Walter|p. 34 e 57-58}}</ref><ref>{{Cita|Robespierre C.|c. II, p. 24.|RobespierreC}}</ref> [[Pierre Villiers]] sostiene che Robespierre avrebbe avuto, nel [[1790]], una relazione con una giovane ventiseienne di modesta condizione<ref>Pierre Villiers, ''Souvenirs d'un déporté'', 1802, p. 2.</ref> e che sia stato fidanzato con una delle figlie del padrone della sua casa di Parigi, [[Éléonore Duplay]], la quale sperò di poter sposare Maximilien. La sorella Charlotte scrive che Maximilien, "sommerso di lavoro com’era, interamente assorbito dalle sue funzioni di membro del Comitato di Salute Pubblica, poteva forse occuparsi di amori e di matrimoni?" Charlotte Robespierre sostiene anche che Éléonore corteggiava inutilmente il fratello, dal momento che Maximilien non era minimamente interessato a lei.<ref>{{Cita|Robespierre C.|III, 48-49|Robespierre C}}</ref>
Il membro della Convenzione Monnel, nelle sue ''Memorie di un prete regicida'', afferma che Éléonore e Robespierre erano segretamente sposati, e il loro matrimonio era stato organizzato da [[Louis Antoine de Saint-Just|Saint-Just]], cosa invece negata non solo da Charlotte, ma che non trova conferme in alcun documento, anche se la Duplay non si sposerà mai, e dopo la morte di Maximilien verrà chiamata "la vedova Robespierre".<ref>L. Noiset, Robespierre et les Femmes, Editions Nilsson, 1932, p. 69</ref>