Moto Laverda: differenze tra le versioni

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|nome = Moto Laverda
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La '''Moto Laverda''' (''Làverda'' {{IPA|/ˈlaverda/}}<ref>{{DOP|lemma=Laverda|id=43993}}</ref>) è stata una [[casa motociclistica]] [[italia]]na fondata a [[Breganze]] nel [[1949]]. È oggi un marchio del [[Piaggio|Gruppo Piaggio]],<ref>{{Cita news|lingua=it|url=http://www.piaggiogroup.com/it/gruppo/profilo|titolo=Profilo|pubblicazione=Gruppo Piaggio|data=2017-08-14|accesso=2018-03-06}}</ref> attualmente non utilizzato.
 
==Storia==
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Vista la grande richiesta di veicoli per il trasporto personale, creatasi nel [[secondo dopoguerra]], nel [[1947]] pensò di realizzare un [[motociclo]] adatto alle esigenze dell'epoca.
Il lavoro di progettazione e sviluppo venne effettuato, nei ritagli di tempo libero, in coppia con il tecnico [[Luciano Zen]], riuscendo costruire il prototipo funzionante. Si trattava di una [[motoleggera]] con robusto telaio in lamiera stampata e [[motore a 4 tempi]], dotata di sospensione integrale e di un futuristico braccio metallico pressofuso cavo che forma la parte sinistra del [[forcellone]] oscillante e contiene il gruppo frizione-cambio-trasmissione. Il prototipo diede ottimi risultati, particolarmente nei consumi : testato dalla rivista [[Motociclismo (rivista)|Motociclismo]], nel [[1948]], segnò una percorrenza di oltre 60 km con un litro di benzina su percorso misto. Tuttavia il braccio pressofuso aveva un costo di produzione assai elevato e si decise per una soluzione più tradizionale ed economica.
 
Individuato lo standard tecnico definitivo della motoleggera, Francesco Laverda dovette superare l'iniziale ostilità dei fratelli, i qualiche guardavano con diffidenza alla possibilità di impegnare l'azienda in un campo produttivo tanto diverso dalle macchine agricole, per fondare la "'''S.A.S Dottor Francesco Laverda & Fratelli'''", il 13 ottobre [[1949]].
[[File:Laverda 75 Sport MT 1953.jpg|thumb|left|Laverda 75 Sport Milano-Taranto del 1953]]
Il primo modello fu la ''[[Laverda 75]]'', presentata nel [[1950]]. La 75 partecipò a numerose gare su svariati circuiti cittadini, nel 1951 con 4 moto di serie in versione sport partecipò ufficialmente alla [[Milano -Taranto]] ottenendo il 4° 5° 6º e 10º posto della categoria 75.
 
Nel 1952 alla Milano Taranto (1.410&nbsp;km) sile classificaronoLaverda nei75 primioccuparono 5le postiprime 5cinque Laverdaposizioni in 75classifica. Al giro[[motogiro Dd'Italia]] del 1953 (3.049&nbsp;km) la Laverda 75 guidata dal pilota Guido Mariani vinse nella sua categoria alla media di 81,372&nbsp;km/h seguirono altre 3 moto entro i primi 5 vincendo così la Coppa d'Oro Dragoni. Alla Milano Taranto dello stesso anno altrisi strepitosi successi confermaronoconfermò il dominio della Moto Laverda vincendo con illa vittoria del pilota E.Fontanili alla media di 82.288&nbsp;km/h.
 
Nel 1954 al Motogiro conquista i primi 10 posti della 75cc75 cm³ e compare anche la 100cc100 vincendocm³ che ottiene i primi due posti. Nell'arco degli anni le piccole laverdaLaverda 75 e 100cc100 riescono a monopolizzare le categorie delle piccole cilindrate, il modello 100cc100 cm³ riuscì in molte gare a superare le medie delle più grosse 125.
[[File:Laverda 100 Sport Lusso.jpg|thumb|right|Laverda 100 Sport Lusso (1955-1960)]]
Nel 1957 furono abolite rispettivamente: la Milano Taranto, il Motogiro Dd'Italia e progressivamente tutte le altre corse su strada causa il [[Tragedia di Guidizzolo|grave incidente]] avvenuto durante la mille[[Mille Miglia]] dello stesso anno.
 
Nel 1958 la moto Laverda presenta 4 modelli: due [[ciclomotore|ciclomotori]] (Turismo 94.000 lire e Sport 102.000 lire) e due moto 100cc100 cm³ (Gran Turismo 176.000 lire e la Sport Lusso 176.000 lire)
 
Nel 1959 fu presentato il Mini-Scooter da 49cc49 cm³ a 2quattro marcetempi cone motorea 42 tempimarce, marce che nel 1961 fufurono poratatoportate a 3 e l'anno sucessivosuccessivo affiancato da un 60cc60 cm³ inizialmente destinato al mercato Ingleseinglese.
 
Nel 1961 viene presentata la 200 Twin, moto con motore di 200 cccm³ bicilindrico frontemarcia 4 tempi. Ebbe un buon successo e fu esportata anche in America. Ne verranno prodotti circa 4500 esemplari.
 
Nel 1964 presenta un piccolo ciclomotore a 2 tempi monomarcia, il Laverdino 49, dall'assai economico prezzo di 50.000 lire, ma dotato di interessanti innovazioni tecniche, come il serbatoio in materiale plastico e i freni a disco con comando a filo.
[[File:Laverda mopet.JPG|thumb|left|Laverda Laverdino 49 del 1964]]
Nel 1965 al [[EICMA|Motosalone]] di Milano viene presentata una moto 125cc125 cm³ 4 tempi monocilindrica orizzontale dadi questacui motosaranno nascerannodisponibili 4 versioni: Sport, Trail, America e Regolarità Corsa.
 
Nel [[1964]] Massimo Laverda, figlio del fondatore Francesco, imprime una svolta importante alla gamma del marchio di Breganze, spingendo la produzione dell'azienda verso moto di cilindrata più alta. decideDecide di sviluppare moto di grossa [[cilindrata]] e presenta due anni dopo la Laverda ''650 cccm³'', cui seguirà l'anno successivo la ''750 cccm³'' che otterrà un notevole successo commerciale.
 
[[File:LAVERDA750SF1976.jpg|left|thumb|Una Laverda 750SF]]
[[File:LaverdaGT750ProtPerelli 1967Prova.jpg|thumb|La Laverda GT 750]]
È del [[1970]] la Laverda ''[[Laverda SF|SF 750]]'' che verrà prodotta fino al [[1975]] insieme alla versione Competizione denominata ''[[Laverda 750 SFC|750 SFC]]'', plurivittoriosa nelle gare riservate alle moto di serie e nelle gare di durata. Potenza 72cv72 CV velocità 220&nbsp;km/h. Tra il 1971 ed il 1976 furono prodotte 600 unità in tre versioni.
 
All'inizio degli anni 70 nasce anche una serie di [[maximoto]] di cilindrata 1000 [[centimetro cubo|cm³]] o 1200&nbsp;cm³ che giungerà fino alla fine degli [[anni 1980|anni ottanta]]. Queste maxi moto tre cilindri anticiperanno la tendenza futura verso le grosse cubature. Saranno moto robuste, ma pesanti da condurre, con prestazioni inizialmente molto performanti. Da segnalare le serie ''[[Laverda 1000 Jota|Jota]]'' (soprattutto nelle raffinate versioni bicolore) e ''3CL'' a tre cilindri.
Palmares Laverda 750 sfc:
 
Nel 1978 fu costruita la 500 formulaFormula 52cv52 CV 152&nbsp;kg, per la quale fu organizzato un trofeo monomarca di 6 prove su varie piste, molto apprezzato;vari sicircuiti disputòe conche moltissimivenne partecipantidisputato per 4 anni fino al 1981.
1968 Motogiro d'Italia 1°
 
Indimenticabile laLa [[Laverda 1000 V6|Laverda 6 cilindri]]: duevenne prodotta in soli esemplari prodotti, ma che in gara ha dimostrato prestazioni eccezionali, conaveva soluzioni d'avanguardia derivate dalle vetture di formula[[Formula uno1]]: [[Motore a V|Motore]] 6 cilindri a V di 90° longitudinale 995,45 centimetri cubi, distribuzione comandata a catena con doppio albero a camme in testa quattro valvole per cilindro, lubrificazione a carter secco con doppia pompa e serbatoio dell'olio separato. Alimentazione per mezzo di sei carburatori monocorpo invertiti, [[raffreddamento a liquido]], cambio a 5 marce trasmissione ad [[albero cardanico]]. Il progetto venne realizzato da [[Giulio Alfieri]], e portato in gara sperimentalmente da [[Nico Cereghini]] nel 1978. Telaio in traliccio al cromo molibdeno, Potenzapotenza 140cv140 CV, [[interasse]] 1470 mm, peso 216&nbsp;kg, velocità oltre 270&nbsp;km/h. Nel 1979 fu cambiato il regolamento e le moto con più di 4 cilindri non poterono più correre quindi non partecipò ad altre gare.
1970 24 ore di Oss 1° 2° e 3°, 6 ore di Zandvoort 1°, 500&nbsp;km di Monza 1°
 
Le ultime evoluzioni del tre cilindri di 1000cc1000 cm³ degli anni '80, avranno scelte estetiche nuove rispetto alle linee tradizionali e saranno rinnovati in alcuni dettagli importanti del motore, come la fasatura da 180° ai 120°.
1971 Imola 1° 2°, Zeltweg 1° e 2°, 24 ore di Oss 1°, 24 ore Bol d'Or 2°, 500&nbsp;km Modena 1° e 2°, 500&nbsp;km di Vallelunga 1°, 24 ore di Barcellona 1° e 2°.
 
Il modello RGS1000 (1982) si presenterà con un'estetica avveniristica per il periodo, con linee filanti e ben raccordate, e soluzioni originali come le pedane regolabili (dispositivi brevettato,) ede il tappo del serbatoio nel cupolino). A questo modello si aggiungeranno le versioni RGA, Jota, Executive (dedicata al turismo) e soprattutto la SFC, modello dalle velleità più sportive.
1972 Zeltweg 1°e 2°, 500&nbsp;km di Modena 1°, 500&nbsp;km di Vallelunga 1°, Monza 1°.
Se inizialmente la Laverda RGS 1000 ebbe un buon successo commerciale, gli anni successivi, a causa di una concorrenza sempre più agguerrita e propositiva, videro invecchiare velocemente il modello e le varianti proposte. La causa principale era nel reale invecchiamento del suo progetto strutturale risalente alla fine degli anni '90 e quindi nella mancanza di adeguati investimenti atti al un rinnovamento tecnologico del modello e le richieste calarono avviando quel processo di difficoltà che, nella seconda metà degli anni '80, porterà la fabbrica alla chiusura.
 
1973 6 ore di Zandwoort 1°, Imola 2° e 3°.
 
1975 24 ore di Barcellona 6°, 1000&nbsp;km Mugello 3°, Francorchamp 2° e 3°.
 
1976 Campionato Austriaco 1°, Avon production championship 1°.
 
All'inizio degli anni 70 nasce anche una serie di [[maximoto]] di cilindrata 1000 [[centimetro cubo|cm³]] o 1200&nbsp;cm³ che giungerà fino alla fine degli [[anni 1980|anni ottanta]]. Queste maxi moto tre cilindri anticiperanno la tendenza futura verso le grosse cubature. Saranno moto robuste, ma pesanti da condurre, con prestazioni inizialmente molto performanti. Da segnalare le serie ''[[Laverda 1000 Jota|Jota]]'' (soprattutto nelle raffinate versioni bicolore) e ''3CL'' a tre cilindri.
 
Nel 1978 fu costruita la 500 formula 52cv 152&nbsp;kg, fu organizzato un trofeo monomarca di 6 prove su varie piste, molto apprezzato; si disputò con moltissimi partecipanti per 4 anni fino al 1981.
 
Indimenticabile la [[Laverda 1000 V6|Laverda 6 cilindri]]: due soli esemplari prodotti, ma che in gara ha dimostrato prestazioni eccezionali, con soluzioni d'avanguardia derivate dalle vetture di formula uno: [[Motore a V|Motore]] 6 cilindri a V di 90° longitudinale 995,45 centimetri cubi, distribuzione comandata a catena con doppio albero a camme in testa quattro valvole per cilindro, lubrificazione a carter secco con doppia pompa e serbatoio dell'olio separato. Alimentazione per mezzo di sei carburatori monocorpo invertiti, raffreddamento a liquido, cambio a 5 marce trasmissione ad albero cardanico. progetto realizzato da [[Giulio Alfieri]], e portato in gara sperimentalmente da [[Nico Cereghini]] nel 1978. Telaio in traliccio al cromo molibdeno Potenza 140cv interasse 1470 peso 216&nbsp;kg velocità oltre 270&nbsp;km/h. Nel 1979 fu cambiato il regolamento e le moto con più di 4 cilindri non poterono più correre quindi non partecipò ad altre gare.
Le ultime evoluzioni del tre cilindri di 1000cc degli anni '80, avranno scelte estetiche nuove rispetto alle linee tradizionali e saranno rinnovati in alcuni dettagli importanti del motore, come la fasatura da 180° ai 120°.
Il modello RGS1000 (1982) si presenterà con un'estetica avveniristica per il periodo, con linee filanti e ben raccordate, e soluzioni originali come le pedane regolabili (dispositivi brevettato, ed il tappo del serbatoio nel cupolino). A questo modello si aggiungeranno le versioni RGA, Jota, Executive(dedicata al turismo) e soprattutto la SFC, modello dalle velleità più sportive.
Se inizialmente la Laverda RGS 1000 ebbe un buon successo commerciale, gli anni successivi, a causa di una concorrenza sempre più agguerrita e propositiva, videro invecchiare velocemente il modello e le varianti proposte. La causa principale era nel reale invecchiamento del suo progetto strutturale risalente alla fine degli anni '90 e quindi nella mancanza di adeguati investimenti atti al un rinnovamento tecnologico del modello e le richieste calarono avviando quel processo di difficoltà che, nella seconda metà degli anni '80, porterà la fabbrica alla chiusura.
 
Le versioni sportive delle moto Laverda sono state sempre contraddistinte dal colore arancio, divenuto nel tempo un marchio di fabbrica.
 
Le cilindrate inferiori di [[Laverda 350-500|350 cm³ e 500 cm³]] non vengono comunque abbandonate ede affiancano i modelli di più elevata cilindratacubatura. Vengono addiritturaprodotti prodotteanche due ruotemodelli di piccolepiccola cilindratecilindrata che ottengono un lusinghiero successo di vendite come la serie delle [[Laverda LZ]].
 
Dopo una prima chiusura, un secondo decorso negli anni '90, tentaviene tentata una rinascita produttiva, ma l'azienda registra una fase di profonda crisi finanziaria e di mercato, causata anche da una politica di diversificazione produttiva che non ottiene i risultati sperati.
[[File:Laverda.jpg|right|thumb|Un motociclo Laverda]]
 
Nell'ottobre [[1993]] nasce la '''I.Mo.La. SpA''' (International Moto Laverda), che vede impegnate, in tempi diversi, tre famiglie imprenditoriali venete in tre settori diversi: Paolo e Valentino Brazzale, settore alimentare; Nadir e Roberto Spezzapria titolari della Forgital, settore meccanico, e Francesco Tognon, promotore dell'iniziativa, settore abbigliamento. Abbandonata la sede storica (ceduta nel frattempo al Gruppo [[Diesel_(azienda)|Diesel]]), la produzione viene riavviata in un piccolo opificio di 5.000&nbsp;m², sito nel comune di [[Zanè]], mantenendo a Breganze solo la sezione ricambi. Nei primi due anni le nuove moto vennero vendute esclusivamente sui mercati esteri, tornando alla distribuzione sul mercato italiano nel [[1995]]. Il primo bilancio mostrava un fatturato di 200 milioni di lire, ma nel '95 salì a 9 miliardi, nel '96 a 18 miliardi e nel 1997 32 miliardi, con 1500 moto vendute all'estero<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/10/13/laverda-si-rimette-in-moto.html Laverda si rimette in moto]</ref>. Il 1998 è l'anno del ritorno nel mercato italiano, con modelli come la ''Ghost'' e la Ghost Strike, equipaggiati di motore bicilindrico frontemarcia raffreddato ad aria con una cilindrata 668 [[centimetro cubo|cm³]], e dotate di [[telaio (meccanica)|telaio]] a tralicc[[telaiotraliccio (meccanica)|io.in tubi di acciaio]].
 
I suddetti modelli vengono affiancati da un più evoluto motore 750cc raffreddato a liquido. La Strike 750 e il modello 750 ''S'' equipaggiati di motore bicilindrico fronte marcia saranno dotate di telaio scatolato. A queste si aggiungeranno le versioni di 650cc ancor più esclusive, come la "Legend" la "Cafè racer" e la "Black strike", oltre al modello più stradale "Formula", il più sportivo in tutta la gamma (che partecipò anche a qualche gara in [[Inghilterra]] nella [[Superstock]] con il team Alto Performance Racing).
 
I suddetti modelli vengono affiancati da un più evoluto motore 750cc750 cm³ raffreddato a liquido. La Strike 750 e il modello 750 ''S'' equipaggiati di motore bicilindrico fronte marcia saranno dotate di telaio scatolato. A queste si aggiungeranno le versioni di 650cc650 ancor più esclusivecm³, come la "Legend", la "Cafè racer" e la "Black strike", oltre al modello più stradale "Formula", il più sportivo in tutta la gamma (che partecipò anche a qualche gara in [[Inghilterra]] nella [[Superstock]] con il team Alto Performance Racing).
Nonostante la componentistica di altissimo livello, come i freni [[Brembo (azienda)|Brembo]], cerchi forgiati Marchesini, sospensioni Paioli, e le ottime doti dinamiche, queste moto non riusciranno però a fare breccia nei cuori degli appassionati portando ad una nuova chiusura della produzione, schiacciata da quella nipponica e da quella sempre più emergente della [[Ducati]].
 
Nonostante la componentistica di altissimoalto livello, come i freni [[Brembo (azienda)|Brembo]], [[cerchione|cerchi]] forgiati [[Marchesini (azienda)|Marchesini]], sospensioni [[Paioli]], e le ottime doti dinamiche, queste moto non riusciranno però a fare breccia nei cuori degli appassionati portando ad una nuova chiusura della produzione, schiacciata da quella nipponica e da quella sempre più emergente della [[Ducati]].
Acquisita nel [[2000]] dall'[[Aprilia (azienda)|Aprilia]], è stata travolta dalle difficoltà finanziarie di quest'ultima; come tutto il gruppo Aprilia che comprende anche [[Moto Guzzi]], è di proprietà del Gruppo [[Piaggio]].
 
Nel [[2000]] è stata acquisita dall'[[Aprilia (azienda)|Aprilia]] entrando a far parte del gruppo che comprendeva anche [[Moto Guzzi]].
Per poter trovare i capitali necessari a risanare la Piaggio stessa, la Moto Guzzi e l'Aprilia hanno costretto la proprietà a sacrificare questo storico Marchio, che quindi nel [[2006]] ha dovuto sospendere le attività produttive.
 
Nel 2000 è stata presentata la ''Lynx 650'', una naked con telaio misto tubi a traliccio in acciaio e piastre in alluminio (telaio ripreso e sviluppato successivamente per la Aprilia Shiver 750), con motore di derivazione [[Suzuki SV 650]]<ref>[http://www.motocorse.com/testmoto/2000/laverda_lynx.html Presentazione prototipo della Lynx 650 su Motocorse]</ref>; questo modello non è mai entrato in produzione, ma può essere considerato l'antenato dell'[[Aprilia Shiver]] 750.
 
Al Motorshow 2002 è stata presentata la ''SFC1000'' (dotata del [[Motore a combustione interna|motore]] bicilindrico [[motore a V|a V]] di Aprilia)<ref>[http://www.motorsport.it/articolo/1397/laverda-sfc-1000.html Presentazione su Motorsport del prototipo della SFC1000, dicembre 2002] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090605170835/http://www.motorsport.it/articolo/1397/laverda-sfc-1000.html |data=5 giugno 2009 }}</ref>, per poi essere ripresentata in versione definitiva al Salone di Milano nel settembre del 2003. Era pronta per entrare in produzione in una prestigiosa serie limitata di 549 veicoli (come la prima serie SFC) e successivamente in una seconda serie più economica<ref>[http://www.motocorse.com/news/mercato/5156_Laverda_1000_SFC.php Presentazione su Motocorse della versione definitiva della SFC1000, settembre 2003]</ref>, ma poi il gruppo Aprilia nel 2004 è stato ceduto al gruppo [[Piaggio]] che ne ha bloccato la messa in produzione. Negli ultimi anni Laverda commercializzava una serie di scooter e [[All-terrain vehicle|quad]] di importazione.
 
Massimo Laverda, uomo fondamentale per il marchio e per i suoi successi, è morto il 26 ottobre 2005 per arresto cardiaco.
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==Altri progetti==
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== Collegamenti esterni ==
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*{{cita web|http://www.laverda.com/|Laverda, official website}}
*{{cita web|http://www.laverdacorse.it|Sito gestito dai discendenti della dinastia Laverda}}
*{{cita web|http://www.motolaverda.net|Sito non ufficiale di appassionati italiani}}