Francesco Paternò Castello: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Nacque a [[Catania]] il 15 agosto 1786 da Mario Giuseppe, IV duca di Carcaci, e dalla nobildonna Maria San Martino Paternò dei principi del Pardo. Visse un'[[infanzia]] ed un'[[adolescenza]] in assoluta agiatezza economica, ma al contempo maturò un forte sentimento [[Cristianesimo|cristiano]] altruista e [[carità|caritatevole]] a favore dei più deboli.<ref>{{cita|Tornabene|p. 7}}</ref>.
 
Amico di [[Friederich Münter]], fu membro della [[Massoneria]]<ref>[[Nico Perrone]], ''La Loggia della Philantropia. Un religioso danese a Napoli prima della rivoluzione. Con la corrispondenza massonica e altri documenti'', Palermo, Sellerio, 2006, p. 91-92.</ref>.
 
Alla morte del nonno Giuseppe Vincenzo Paternò Castello Rizzari, III duca di Carcaci, avvenuta nel 1817, Francesco si occupò in prima persona dell'amministrazione del Conservatorio della Concezione di Catania, fondato dal suo avo nel 1796 per ospitare e mantenere le [[proietto|proiette]] e le [[orfano|orfanelle]] della città.<ref>{{cita|Tornabene|p. 8}}</ref> L'attività benefica del Paternò Castello si indirizzò anche verso le altre [[opera pia|opere pie]] della città etnea, come la Casa del Santo Bambino e il Reclusorio del Lume.<ref>{{cita|Tornabene|p. 8}}</ref> Erogò notevoli somme di denaro per la ricostruzione della [[Chiesa di Sant'Agata la Vetere]], distrutta dal [[terremoto]] del 1818.<ref>{{cita|Tornabene|nota 18 p. 34}}</ref>
 
Nel 1821, il [[decurionato]] di Catania gli affidò la carica di [[sindaco]] della città, che tenne per appena un mese<ref name="sindaco">{{cita|Tornabene|nota 20, p. 34}}</ref><ref>{{cita libro | autore= A. Signorelli| titolo= Catania borghese nell'età del Risorgimento. A teatro, al circolo, alle urne | anno= 1981| editore= Forni |p=222}}</ref>; tale carica gli venne offerta anche nel 1837, ma il Paternò Castello rifiutò.<ref name="sindaco"/> Nel 1824, fu tra i fondatori dell'[[Accademia Gioenia]] per le scienze naturali, di cui fu nominato primo direttore due anni più tardi, e che rese accessibile al pubblico nel 1828.<ref>{{cita|Tornabene|nota 26, p. 35}}</ref> [[Gentiluomo]] di Camera del Re, nel 1838 morì il nipote Mario Paternò Castello Scammacca, VI duca di Carcaci, e succedette a questi nei [[titolo (onomastica)|titoli]].<ref>{{cita libro | autore= V. Spreti| titolo= Enciclopedia storico-nobiliare italiana| volume = 5 | anno= 1981| editore= Forni |p=202}}</ref> In quanto Duca di Carcaci, nel 1848-49 fece parte del senato del [[Regno di Sicilia (1848-1849)|Regno di Sicilia]] indipendente sorto a seguito della [[Rivoluzione siciliana del 1848|rivoluzione]] scoppiata nell'isola contro i [[Borbone]].
 
Nel 1848, fondò a Catania l<nowiki>'</nowiki>''Albergo dei poveri accattoni di ambo i sessi'', che si occupava di dare assistenza e ospitalità nei confronti dei poveri e malati che vivevano di [[accattonaggio]].<ref>{{cita|Tornabene|pp. 12-14}}</ref> Nel 1850, rifiutò la cariche di intendente della [[Provincia di Catania]] e di consultore di Stato in Sicilia, offertegli dal [[Re delle Due Sicilie]]<ref name="sindaco"/>, per dedicarsi unicamente alla sue attività filantropiche, che svolse fino alla sua morte.
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[[Categoria:Paternò (famiglia)|F]]
[[Categoria:Sindaci di Catania]]
[[Categoria:Massoni]]