Melchiorre Delfico: differenze tra le versioni

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È noto che esistono [[Loggia massonica|Logge massoniche]] intestate a Melchiorre Delfico, ma ci si chiedeva se lui stesso fosse stato massone.
 
Questo interrogativo è stato posto da parecchi storici ma non esisteva una risposta documentale. Esistono invece molte prove indiziarie relative alla sua appartenenza alla [[Massoneria]], per le quali rimandiamo all'appendice del volume: di Franco Eugeni, ''Carlo Forti (1766-1845), allievo di N. Fergola, ingegnere sul campo'', citato in bibliografia. I principali indizi si possono così riassumere:
 
I maestri ed amici napoletani del Delfico come [[Antonio Genovesi]], [[Mario Pagano]], [[Gaetano Filangeri]], furono tutti noti massoni;
 
In un diario del curato Crocetti di Mosciano appaiono notizie di una Loggia massonica esistente a Teramo dal [[1775]];
Il Delfico, assieme all'[[abate]] [[Berardo Quartapelle]], subisce, alla fine del [[XVIII secolo|settecento]], due processi per miscredenza;
Delfico promuove un movimento culturale detto '’La Rinascenza'’ di chiaro stampo [[Illuminismo|illuminista]];
Nella rinascenza militano tutti i cervelli illuministi del tempo: i [[Alessio Tulli|Tulli]], i Quartapelle, [[Vincenzo Comi (chimico)|Vincenzo Comi]], [[Francesco Pradowski]] ed altri;
La poesia di Pradowski sembra proprio la descrizione di una Loggia;
Manda il nipote Orazio Delfico, futuro Gran Maestro della Carboneria teramana, a studiare a Pavia da [[Lazzaro Spallanzani]], [[Alessandro Volta]] e Lorenzo Mascheroni]], tre noti massoni del tempo.
 
Nel 2006, lo storico [[Nico Perrone]], pubblicando un libro basato sulla corrispondenza del massone danese [[Friederich Münter]] con noti massoni napoletani lo dà come sicuramente massone, anche se "il suo nome non s'incontra nelle logge razionaliste"<ref>Nico Perrone, ''La Loggia della Philantropia. Un religioso danese a Napoli prima della rivoluzione. Con la corrispondenza massonica e altri documenti'', Palermo, Sellerio, 2006, p. 202-209.</ref>.
 
== Opere principali ==