Trullo: differenze tra le versioni

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l trullo costituisce un perfezionamento del modello preistorico della ''[[Thòlos (tomba)|thòlos]]'', presente in varie zone d'[[Italia]] e del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]]; i trulli si distinguono per la continuità d'uso di cui sono stati oggetto.<ref name="Angiulli2010">{{cita web|url=http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=58|autore=Gino Angiulli|titolo=La genesi dei trulli di Alberobello|sito=rivista SITI - Patrimonio italiano UNESCO|editore=Associazione Beni Italiani Patrimonio Unesco|data=2010|accesso=17 aprile 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150417141627/http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=58|dataarchivio=17 aprile 2015}}</ref> Nonostante nelle zone di sviluppo dei trulli si rinvengano reperti [[archeologia|archeologici]] di [[preistoria|epoca preistorica]], o [[Fondazione (edilizia)|fondazioni]] di [[capanna|capanne]] in pietra risalenti all'[[età del bronzo]], non esistono trulli particolarmente antichi: i più antichi ancora esistenti sono databili alla fine del [[XVII secolo]] a ridosso dell'[[altopiano]] [[Puglia|pugliese]] della [[Murge|Murgia]].
 
Le origini delle costruzioni a trullo in Puglia e in particolare dei Trulli di Alberobello - dichiarati dal 6 dicembre 1996 [[Patrimonio dell'umanità|Patrimonio mondiale dell'umanità]] dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura|UNESCO]] - sono oggetto di ricerche e dibattiti.
 
== Storia ==
I trulli fino al 1870 non sono stati oggetto di ricerca e di studio: solo a partire dalla seconda metà dell'Ottocento iniziarono i primi studi e vennero formulate le prime teorie riguardanti la loro origine ed edificazione.<ref name="Angiulli2010" /> In particolare l'origine delle costruzioni a trullo del nucleo di [[Alberobello]] è oggetto di ricerche e dibattiti.<ref name="Angiulli2010" />Il primo anno di turismo apparve in un documento nel 1840.
 
È comunque possibile riconoscere nella tipologia del trullo lo schema classico della [[tomba]] [[Civiltà micenea|micenea]] a ''[[Thòlos (tomba)|thòlos]]'' del [[Tesoro di Atreo]], databile tra 1500 e 1250 a.C.<ref name="Angiulli2010" /> Tale tipologia costruttiva è, in forma più o meno primitiva, riscontrabile in varie parti del mondo e in particolare nei Paesi europei e nell'area del [[Mediterraneo]]. Per quanto non si possa escludere un'origine autoctona, la maggior parte degli studiosi concorda che l'architettura del trullo sia giunta dal [[Vicino Oriente]].<ref name="Angiulli2010" /> Le diverse località in cui si ritrovano tipi costruttivi analoghi sono accomunate dalla stessa disposizione [[tettonica]] e [[Stratigrafia (geologia)|stratigrafica]] del terreno, che rende disponibile il particolare tipo di pietra necessario alla costruzione di queste strutture a secco.<ref name="Angiulli2010" /> I popoli pelasgici ([[Elleni]] del I millennio a.C.), [[messapi]]ci, [[fenici]] (1200 a.C.) nel corso della preistoria sbarcarono numerosi anche in Puglia, attraversandola od occupandola, costruendo sia strutture megalitiche (come [[dolmen]] e [[menhir]]) sia microlitiche, come le [[Specchia (megalite)|specchie]] e i trulli.
 
[[File:Trulli Alberobello 2016.jpg|thumb|Schiera di trulli]]
Non si hanno però testimonianze di trulli millenari (iscrizioni, epigrafi o contrassegni) e gli esemplari più antichi possono essere datati alla fine del XVII secolo, nella forma semplice del trullo di campagna, non esclusivo della Murgia dei Trulli.<ref name="Angiulli2010" /> Il terreno locale forniva facilmente il materiale da costruzione, grazie al sottosuolo calcareo costituito, in superficie, da strati sottili; i trulli infatti sono rari dove la geologia del terreno non è costituita da calcare stratificato.<ref name="Angiulli2010" />
 
I primitivi trulli pugliesi vennero edificati da contadini e pastori con le pietre raccolte sul posto, nei poderi stessi. Costituiti di un solo vano, erano utilizzati come ricovero temporaneo o come deposito per gli attrezzi agricoli. Nel corso del tempo la tipologia subì una lenta evoluzione, arrivando ad abitazioni di più ambienti, costituite da un vano principale, più altri vani minori perimetrali come alcove.<ref name="art2">{{cita web|url=http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=63|autore=Gino Angiulli|titolo=I trulli di Alberobello: la diffusione e lo sviluppo storico|sito=rivista SITI - Patrimonio italiano UNESCO|editore=Associazione Beni Italiani Patrimonio Unesco|data=29 marzo 2012|accesso=22 aprile 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150418000928/http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=63|dataarchivio=18 aprile 2015}}</ref>
 
La diffusione dei trulli fu provocata dal fenomeno del frazionamento del fondo [[Feudalesimo|feudale]], che portò all'insediamento sparso nelle campagne e allo sfruttamento agricolo di terreni in precedenza incolti, con la necessità di costruire ricoveri per ogni podere.<ref name="art2" /> L'area un tempo boscosa in cui sorge il centro di [[Alberobello]] - un agglomerato unico al mondo con i suoi 1500 trulli - fu fino al 1481 un feudo dei duchi [[Caracciolo]] di [[Martina Franca]], quindi passò in mano ai conti [[Acquaviva (famiglia)|Acquaviva]] di [[Conversano]], i quali fecero insediare numerosi contadini concedendo loro alcuni benefici (seppur riservandosi l'esclusivo diritto di proprietà), come la possibilità di costruire dei rifugi con la pietra locale, purché con murature a secco, senza l'uso di [[leganti idraulici]] come la [[malta]], in modo da poterli rapidamente demolire in caso d'ispezione del viceré spagnolo del [[Regno di Napoli]], eludendo così la ''[[Pragmatica de Baronibus]]'', legge che imponeva autorizzazioni e tasse per i nuovi insediamenti,<ref name="art2" /> in vigore fino al [[1700]].
 
La selva di Alberobello fu urbanizzata soprattutto da uno di questi conti, [[Giangirolamo II Acquaviva d'Aragona]] detto il Guercio di Puglia (1600-1665), considerato dai suoi sudditi un tiranno vendicativo e sanguinario, arrestato e incarcerato nel 1648 a [[Madrid]] per volontà di [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]]. Il villaggio da lui fondato rimase un insediamento abusivo, nel quale i signori potevano vantare ogni diritto a scapito della popolazione, fino al 1797, quando contava 3200 abitanti e fu liberato dal giogo feudale dal re di Napoli [[Ferdinando IV di Napoli|Ferdinando IV]]. Nel venerdì 23 settembre 1910 Alberobello divenne un [[Monumento nazionale italiano|monumento nazionale]].<ref name="art2" />.
 
== Descrizione ==
=== Denominazioni locali ===
La [[Murgia]] dei Trulli comprende generalmente la [[Valle d'Itria]]<ref name="Angiulli2010" /> e i comuni limitrofi ad essa, cioè i comuni di [[Alberobello]], [[Castellana Grotte]], [[Conversano]], [[Locorotondo]], [[Monopoli (Italia)|Monopoli]], [[Noci (Italia)|Noci]], [[Polignano a Mare]] e [[Putignano]] nella [[Città metropolitana di Bari]], [[Crispiano]], [[Grottaglie]], [[Martina Franca]] e [[Mottola]] in [[provincia di Taranto]] e [[Ceglie Messapica]], [[Cisternino]], [[Fasano]], [[Ostuni]], [[Selva di Fasano]] e [[Villa Castelli]] in [[provincia di Brindisi]]; anche in altri comuni limitrofi ai suddetti c'è la presenza di trulli, ma comunque in minor misura.
 
Il modello costruttivo di [[architettura spontanea]] che è identificato in [[lingua italiana|italiano]] col termine "trullo" viene sovente designato dalle popolazioni locali con dei sinonimi [[Dialetti della Puglia|dialettali]]: in [[Valle d'Itria]] per riferirsi a questa costruzione viene usato il termine ''caseddə'' o ''casìdde'' (cioè piccola casa, ma con genere maschile), spesso italianizzato nel sostantivo femminile ''casedda''<ref name=casedde>{{cita libro | autore=Michelangelo Semeraro | anno=1937 | titolo=[[Vita rurale nella Puglia delle «casedde»]]| editore=Arti Grafiche Trinacria | città=[[Roma]]}}[http://www.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1016%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522Michelangelo%2BSemeraro%2522&select_db=solr_iccu&totalResult=8&nentries=1&rpnlabel=+Tutti+i+campi+%3D+Michelangelo+Semeraro+%28parole+in+AND%29+&format=&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=show_cmd&saveparams=false&&fname=none&from=8 Scheda della pubblicazione sul catalogo del Sistema Bibliotecario Nazionale]</ref>.
 
In altre zone della Puglia costruzioni analoghe, che tuttavia non possono essere definite propriamente con il termine di trullo, sono denominate: ''‘tturr'' a [[San Ferdinando di Puglia]]; ''casiedde, caselle, pagghiaie'' del barese settentrionale; ''Truddu, pajaru, pagghiaru, truddo'' nel Salento settentrionale (tarantino), ''truddhu, ruddo, turri, furnieddhu, furnu, pajaru, chipuru, calvari, liama'' nel Salento meridionale.<ref name="Angiulli2010" />
 
La parola "Trullo" comparve per la prima volta ufficialmente nel periodo fascista dal 1930.
 
=== Struttura ===
[[File:Trullo (spaccato).jpg|thumb|left|Modello che evidenzia struttura e tecnica costruttiva di un trullo di Alberobello; si può notare l'intercapedine nella muratura.]]
 
[[File:Roof of trulli detail black and white.jpg|thumb|Nell'immagine si noti la sovrapposizione delle lastre di pietra grezza, le cosiddette ''[[chiancarelle]]'', che costituiscono il [[tegumento]] esterno della [[cupola]] garantendone, per le modalità di posa in opera, l'impermeabilizzazione]]
 
[[File:Trulli Alberobello08 apr06.jpg|thumb|[[Cupola|Cupole]] di trulli: si intravede sulla destra parte della scaletta ricavata nel paramento esterno per consentire l'accesso alla sommità al fine di facilitare le operazioni di [[manutenzione]]]]
 
I trulli possono essere annoverati tra gli esempi ancestrali di [[prototipo]] delle [[costruzione edilizia|costruzioni]] [[modularità|modulari]] che nel [[XX secolo]], con l'affermazione dell'[[architettura razionalista]] avrebbero avuto il loro ''exploit''. Essi possono essere composti da un vano semplice (modulo unitario), oppure dall'accostamento di più ambienti (moduli), che in genere vengono aggiunti ''per gemmazione'' attorno al vano centrale.
 
L'unità costruttiva [[architettura modulare|modulare]] del trullo presenta una [[Pianta (architettura)|pianta]] di forma approssimativamente [[circolare]], sul cui [[perimetro]] si imposta la [[muratura a secco]] di spessore molto elevato. Questa soluzione, da un lato restringe enormemente gli spazi interni, ma dall'altro, unita alla quasi totale assenza di aperture ad esclusione della porta d'ingresso e, raramente, di un piccolissimo foro in alto dotato di finestrino per garantire un minimo ricambio di aria all'interno, ne fa un interessantissimo esempio "ante-litteram" di [[bioarchitettura|bioedilizia passiva]].
 
Il grande spessore delle murature, unito al ridottissimo numero e dimensionamento delle aperture (spesso solo la porta di ingresso e al massimo il piccolissimo finestrino quadrato che fa da sfiato ai ridottissimi [[gabinetto (igiene)|gabinetti]] ricavati all'interno per esigenze igieniche nel secondo dopoguerra) ne assicura un'elevatissima [[inerzia]] termica, il che garantisce una buona conservazione del calore all'interno durante l'inverno e le giornate più fredde, così come in estate conserva il fresco che le murature stesse hanno accumulato durante la stagione fredda e che cederanno a poco a poco fino alla seconda metà del mese di agosto, quando, per effetto dell'inversione termica, si verifica una sensazione di maggior calore all'interno che non all'esterno.<ref>[http://digilander.libero.it/locomind/trullo/trullo.htm Il Trullo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Le murature portanti, edificate così come descritto, vengono completate da una pseudo [[cupola]] che ne costituisce la copertura. Questa consiste in una struttura autoportante&nbsp;– nel senso che non necessita di [[centinatura]] – costituita da una serie concentrica di lastre orizzontali disposte a gradini rientranti sempre più, man mano che si va verso l'alto, in cui ogni giro completo è [[statica]]mente in equilibrio con quelli inferiori. Questo strato interno di lastre [[calcare]]e di maggiore spessore, dette ''chianche'', è completato da quello esterno, costituente il vero e proprio tetto, in lastre più sottili, dette [[chiancarelle]], terminante in una [[chiave di volta]] frequentemente scolpita con elementi lapidei decorativi a carattere [[esoterismo|esoterico]], spirituale o [[scaramanzia|scaramantico]], sporgenti al vertice del [[conoide]] di copertura.
 
=== Collocazione geografica ===
L'[[altopiano delle Murge]], per la sua stessa natura geolitologica a matrice essenzialmente [[calcare]]a, ha fornito la possibilità agli abili costruttori delle epoche più remote di progettare e tramandare fino ai nostri giorni queste costruzioni.
 
Il territorio in cui più importante è la presenza dei trulli si identifica geograficamente con la [[Valle d'Itria]], dove sono chiamati ''casìdde'' (dal latino ''casella'', piccola casupola, [[capanna]]). Qui la città di [[Alberobello]] ([[Città metropolitana di Bari]]), avendo un intero quartiere, coincidente con il centro storico cittadino, edificato integralmente con queste costruzioni, rappresenta a tutti gli effetti la "capitale dei trulli". Sino agli anni cinquanta del [[XX secolo]], anche il comune di [[Villa Castelli]] ([[provincia di Brindisi]]) era costituito prevalentemente da trulli di cui oggi restano pochi esemplari. Altre aree in cui particolarmente diffuso è questo tipo di costruzione sono le zone rurali e/o periferiche delle cittadine limitrofe [[Locorotondo]], [[Castellana Grotte]], [[Conversano]], [[Noci (Italia)|Noci]], [[Putignano]] e [[Monopoli (Italia)|Monopoli]] e lo stesso agro del comune di [[Bari]] nella [[Città metropolitana di Bari]], [[Martina Franca]], [[Mottola]], [[Crispiano]], [[Montemesola]], [[Grottaglie]] in [[provincia di Taranto]]; [[Cisternino]], [[Villa Castelli]], [[Ostuni]], [[Fasano]], [[Selva di Fasano]], [[Ceglie Messapica]] e [[Francavilla Fontana]]<ref>{{Cita|Clavica, Jurlaro|p.32.|Clavica, Jurlaro, 2007}}</ref> in [[provincia di Brindisi]], che costituiscono la cosiddetta "[[Murgia]] dei trulli", ossia un territorio omogeneo per la diffusione dei trulli, la popolazione sparsa nelle campagne e la polverizzazione fondiaria. Nelle campagne circostanti a questi centri urbani negli ultimi decenni del [[XX secolo]] si è ampiamente diffusa la cultura del recupero e riuso dei manufatti antichi che connotano tale area, tanto da renderli appetibili ad un turismo stanziale ad alto livello che ha portato investitori stranieri, per lo più [[Inghilterra|inglesi]] ad acquistare tenute di dimensioni considerevoli e spesso a trasferirvisi anche per diversi mesi all'anno.
 
Costruzioni simili sono presenti anche nella zona costiera dell'[[altopiano della Murgia]] [[Puglia|pugliese]], a partire dai territori di [[Monopoli (Italia)|Monopoli]] e [[Polignano a Mare]] fino all'incirca a [[Barletta]] - rimanendo lungo la costa - e fino ad addentrarsi nell'entroterra dei Comuni della Murgia nord-occidentale ([[Provincia di Bari|Bari]]); tali costruzioni più vicine al mare e utilizzate per altri scopi, presentano evidenti particolari architettonici differenti da quelli dei trulli propriamente detti, primo fra tutti la tipologia costruttiva della [[Volta (architettura)|volta]] che è [[centinatura|centinata]] e non più costituita dal conoide autoportante caratteristico del trullo.
 
Anche nel nord barese, nella Murgia nord-occidentale, si rinvengono numerose costruzioni a trullo. Queste venivano soprattutto utilizzate dai pastori, come ricoveri temporanei, e dagli agricoltori come depositi di attrezzi oltre che come riparo da improvvisi eventi meteorici. Alcuni sono di fattura molto pregiata e non si esclude che in talune epoche possano aver rivestito ruoli importanti nella difesa del territorio dalle incursioni [[Saraceni|saracene]], altri invece molto più semplici.
 
La seconda area dei trulli in Puglia è però costituita dalla [[provincia di Taranto]] meridionale e in particolare dai comuni di [[Maruggio]], [[Torricella]] e parte di quelli di [[Lizzano]], [[Manduria]], [[Sava (Italia)|Sava]] e [[Avetrana]] dove i trulli vengono chiamati ''tròdduri'', ''truddi'' e, per le strutture multiple, è usato il termine ''paritàru''. Nella stessa area inoltre vi è la presenza di altre strutture a secco, chiamate ''[[Pajara|pajare]]'', costituite da una struttura in pietre a secco e un tetto fatto di fasci di sparto, che ne conferivano un aspetto quasi simile ai cottage irlandesi. Queste strutture sono tuttavia quasi del tutto scomparse. Anche il [[Salento]] (specie meridionale) costituisce un'area dei trulli rilevante. Qui le strutture vengono dette ''pajare'', da non confondere con le strutture omonime del tarantino meridionale.
 
Per la costruzione della tipica struttura pugliese venivano utilizzate pietre calcaree del posto, il cui utilizzo ne implicava la rimozione dai campi, laddove impedivano la coltivazione. A ciò si deve l'esistenza di numerose tipologie costruttive, le quali dipendendo molto dal tipo di pietra rinvenuta (a chianca, tondeggiante, più o meno facilmente lavorabile, ecc.), variano anche nel raggio di pochi chilometri.
 
<gallery>
File:Trulli villa castelli.jpg|Il borgo originario di Villa Castelli con i trulli che sono stati successivamente demoliti e abbandonati.
File:Trullo villa castelli2.jpg|Trulli a Villa Castelli che sono stati abbandonati o addirittura demoliti.
File:Trullo e terrazzamenti nelle campagne di Ceglie Messapica.JPG|Trullo e terrazzamenti nelle campagne di [[Ceglie Messapica]]
File:Trullomurgia.jpg|Un trullo della Murgia nord-occidentale
File:Trullimaruggio.jpg|[[Pajara]] o truddu salentino presso [[Maruggio]]
File:Megawal46.jpg|Scheda raffigurante in alto dei trulli, una [[caciara]], una [[nuraghe]] e nella fila in basso le varianti di [[Pajara|pajare]]
</gallery>
 
È possibile trovare dei trulli nella regione del Lot in Francia, lungo il cammino di San Giacomo da Compostela lungo il percorso successivo alla tappa passante per Figeac.
 
Dopo la seconda guerra mondiale moltissimi trulli furono abbandonati e nel centro paese di Villa Castelli furono addirittura demoliti per far sorgere palazzi. Anche ad Alberobello avvenne questo, solo nella parte moderna, che un tempo ospitava tantissimi trulli.
 
=== Utilizzo del trullo ===
[[File:Alberobello BW 2016-10-16 12-24-29.jpg|thumb|Alberobello chiesa a trullo.]]
 
Il Trullo nasce come una tipica costruzione contadina in cui, a prescindere dalle diverse teorie sulle motivazioni storiche che hanno portato alla sua diffusione in questa particolare area che è la [[Valle d'Itria]], il ''cozzaro'' (ovvero colui che coltivava la terra del padrone) poteva avere un giaciglio dove dormire e tenere gli attrezzi del campo. I ''lettini'' (generalmente semplici pagliericci poggiati sul pavimento) dei bambini erano collocati in alcove ricavate in [[nicchia|nicchie]], generate per ''[[gemmazione]]'' dalla muratura del trullo principale e separate da questo tramite tende, che sopperivano, dati gli spazi angusti, alla funzione delle porte.
 
All'ingresso sorgono delle nicchie di Santi.
[[File:Alberobello 8.jpg|thumb|left|Interno di un trullo restaurato, con travi a vista prive di funzione strutturale]]
 
Dal punto di vista dell'utilizzo degli spazi interni, il trullo è nato con un solo piano abitabile, quello terreno (l'unica eccezione di un trullo ma non solo, a due piani è il così denominato ''Trullo Sovrano chiamato anche Corte di Papa Cataldo'' , presumibilmente edificato dalla famiglia Perta nell'[[XIX secolo|Ottocento]] o nella seconda metà del settecento a scopo di promozione turistica). È stata sede delle confraternite di Alberobello e all'ingresso compare un affresco che raffigura il Calvario di artista Ignoto. Tuttavia, per un migliore utilizzo degli angusti spazi, man mano che le famiglie crescevano spesso si ricorreva alla soppalcatura di uno o più vani allo scopo di allocarvi i giacigli per i figli oppure di adibirli a ripostigli celati allo sguardo dei visitatori occasionali.
 
Alcune travi di legno, disposte trasversalmente in alto e tuttora visibili in alcuni trulli, non hanno mai avuto funzioni strutturali ma hanno assolto piuttosto la funzione di appendere vivande, provviste, stoviglie, attrezzi, in modo tale da tenerli ben sollevati da terra, tenendo conto che il pavimento {{citazione necessaria|in terra battuta}} poteva essere condiviso da persone e animali domestici.
 
Lo spazio davvero ristretto e la poca luce proveniente da quella che spesso era l'unica apertura, l'uscio dell'ingresso, ha determinato l'adozione praticamente generalizzata di un accorgimento elementare ma efficace per dare agli ambienti profondità e luminosità allo stesso tempo: l'utilizzo di mobili dotati di almeno uno specchio (a tutt'altezza o come specchiere su ''credenze''), con Mediterraneo.
 
== Bibliografia ==
* Angelo Ambrosi, Raffaele Panella, Giuseppe Radicchio. ''Storia e Destino dei Trulli di Alberobello - Prontuario per il restauro''. Schena Editore, 1997. ISBN 8875149836
*{{cita web|url=http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=58|autore=Gino Angiulli|titolo=La genesi dei trulli di Alberobello|sito=rivista SITI - Patrimonio italiano UNESCO|editore=Associazione Beni Italiani Patrimonio Unesco|data=2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150417141627/http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=58|dataarchivio=17 aprile 2015}}
*{{cita web|url=http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=63|autore=Gino Angiulli|titolo=I trulli di Alberobello: la diffusione e lo sviluppo storico|sito=rivista SITI - Patrimonio italiano UNESCO|editore=Associazione Beni Italiani Patrimonio Unesco|data=29 marzo 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150418000928/http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=63|dataarchivio=18 aprile 2015}}
* Carla Speciale Giorgi, Paolo Speciale. ''La Cultura del Trullo - Antologia di scritti letterari e scientifici sui trulli''. Schena Editore, 1989. ISBN 8875143188
*{{Bibliografia|Clavica, Jurlaro, 2007|Fulgenzio Clavica e Rosario Jurlaro (a cura di), ''Francavilla Fontana'', Milano, Mondadori Electa, 2007. ISBN 978-88-370-4736-8.}}
 
*{{cita libro | autore=[[Michelangelo Semeraro]] | anno=1937 | titolo=[[Vita rurale nella Puglia delle «casedde»]]| editore=Arti Grafiche Trinacria | città=[[Roma]]}} [http://www.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1016%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522Michelangelo%2BSemeraro%2522&select_db=solr_iccu&totalResult=8&nentries=1&rpnlabel=+Tutti+i+campi+%3D+Michelangelo+Semeraro+%28parole+in+AND%29+&format=&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=show_cmd&saveparams=false&&fname=none&from=8 Scheda della pubblicazione sul catalogo del Sistema Bibliotecario Nazionale]
 
==Note==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Architettura spontanea]]
* [[Caciara]]
* [[Chiancarelle]]
* [[Concilio in Trullo]]
* [[Dammuso]]
* [[Muro a secco]]
* [[Pinnetta]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
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[[Categoria:Patrimoni dell'umanità d'Italia]]