Boezio di Dacia: differenze tra le versioni

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L'autonomia della filosofia e la presunta dottrina della doppia verità: Ho approfondito àmbiti che, nella precedente formulazione, erano soltanto accennati.
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=== L'autonomia della filosofia e la presunta dottrina della doppia verità ===
Come il filosofo del [[XII secolo]] [[Averroè]], anche Boezio si pone la questione del rapporto tra scienza e fede, ossia tra la conoscenza razionale e la rivelazione. Per il filosofo danese, le verità della scienza sono sempre vere, in quanto indagano razionalmente sopra delle realtà immanenti, mettendo in luce primi principi, e ponendoli in relazione alle [[Legge fisica|leggi di natura]], che non possono essere in alcun modo confutate. Nello stesso tempo, anche le realtà della fede sono sempre vere, e, anzi, assumono maggiore importanza, perché rivelate all'uomo per volontà divina mediante la parola contenuta nelle [[Bibbia|Sacre Scritture]]. Ora, la questione della [[doppia verità]] si era risolta in Averroè con la supremazia della verità speculativa su quella delle Scritture, in ragion del fatto che quest'ultima, pur dicendo il [[Verità|vero]], può essere interpretata variamente, anche e soprattutto in senso [[Allegoria|allegorico]]. Il problema si complica, però, con Boezio. Va precisato che, perPer il filosofo danese, è di fondamentale importanza il riconoscimento della dignità e dell'autonomia della filosofia, che, in quanto disciplina autonoma, si dà da sé delle leggi e procede coerentemente con esse. La filosofia ha delle regole ben precise, e sono proprio queste regole a renderla una scienza distinta e indipendente. Boezio eleva la verità della rivelazione al di sopra delle scienze e, nello stesso tempo, afferma la validità di queste ultime, limitatamente al proprio campo d'indagine e d'azione, che è la natura. È quindi vero che, limitandosi alle evidenze che si raccolgono attraverso lo studio della natura, non ci sono buoni motivi di credere che il mondo abbia avuto inizio. È però altrettanto vero che, accogliendo, come è doveroso, il dato di fede, questi buoni motivi sopraggiungono. Non c'è alcuna doppia verità: la filosofia ci dice che non si può dimostrare che il mondo abbia avuto inizio attenendosi alle sole evidenze scientifiche; la fede, che è posta su un gradino più alto e non giudica solo mediante le leggi della natura, ci dice invece che l'inizio del mondo c'è stato. Lo statuto epistemologico tra scienze positive e teologie si distingue dall’oggetto indagato senza entrare in conflitto, in quanto si occupano dello stesso indagandolo da punti di vista diversi e senza arrivare a uno sdoppiamento della verità, come per anni si è ritenuto.
 
==Opere==