Nea Ekklesia: differenze tra le versioni

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La '''Nea Ekklēsia''' ({{lang-el|Νέα Ἐκκλησία|Nuova Chiesa}}) era una chiesa costruita dall'imperatore bizantino [[Basilio I il Macedone]] a [[Costantinopoli]] tra gli anni 876-80. Fu la prima chiesa monumentale costruita nella capitale bizantina dopo la [[Santa Sofia (Istanbul)|Basilica di Santa Sofia]] nel VI secolo e segna l'inizio del periodo centrale dell'[[architettura bizantina]]. Continuò a essere usata fino al periodo [[Paleologi|paleologo]]. Utilizzato come un deposito di polvere da sparo dagli [[Ottomani]], l'edificio fu distrutto nel 1490 dopo essere stato colpito da un fulmine. Nell'uso comune, la chiesa è solitamente indicata come "La Nea".
 
[[File:Solidus-Basil I with Constantine and Eudoxia-sb1703.jpg|thumb|right|200px|[[Solido]] d'oro dell'Imperatore Basilio I, con il figlio Costantino e l'imperatrice Eudocia Ingerina.]]
 
L'imperatore Basilio I fu il fondatore della [[dinastia macedone]], quella di maggior successo nella storia bizantina. Basilio si considerava un restauratore dell'impero, un nuovo [[Giustiniano]], e iniziò un grande programma di costruzione a Costantinopoli in emulazione con il suo grande predecessore. La Nea doveva essere la [[Santa Sofia (Istanbul)|Basilica di Santa Sofia]] di Basilio, con il suo stesso nome, "Nuova Chiesa", che implica l'inizio di una nuova era. <ref name="EHW">Stankovic (2008)</ref>
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==Descrizione==
 
[[File:Constantinople imperial district.png|thumb|right|200px|Mappa del quartiere del Gran Palazzo. La posizione approssimativa di Nea Ekklēsia è indicata all'estremità meridionale del complesso.]]
 
Come detto sopra, non si sa molto sui dettagli della struttura. La chiesa era sormontata da cinque cupole: la cupola centrale era dedicata a Cristo mentre le quattro più piccole ospitavano le cappelle degli altri quattro santi ai quali la chiesa era dedicata. La disposizione esatta delle cupole e il tipo di chiesa non sono chiari. <ref>Ousterhout (2007), p. 36</ref> La maggior parte degli studiosi ritiene che fosse stata una struttura a [[croce inscritta]], <ref>Mango (1976), p. 196</ref> simile alle più tarde chiese del [[Moschea Bodrum|Monastero del Myrelaion]] e [[Moschea di Fenari Isa|di Lips]]. In effetti, l'uso diffuso di questo tipo in tutto il mondo ortodosso, dai [[Balcani]] alla [[Russia]], è comunemente attribuito al prestigio di questo edificio imperiale. <ref name=Mango181>Mango (1986), p. 181</ref> La chiesa rappresentò il coronamento del programma di costruzioni di Basilio, il quale non badò a spese per decorarla il più generosamente possibile: altre chiese e strutture nella capitale, incluso il mausoleo di [[Giustiniano]], furono spogliate, <ref name=Mango181 /> e la [[marina bizantina|flotta imperiale]] fu impiegata per trasportare il marmo per la sua costruzione, con il risultato che [[Siracusa]], la principale roccaforte bizantina in Sicilia, fu lasciata senza rifornimenti e cadde in mano agli [[arabi]]. <ref>Treadgold (1995), p. 33</ref> Il nipote di Basilio, l'imperatore [[Costantino VII Porfirogenito]], fornisce la seguente descrizione della decorazione della chiesa in una ''ekphrasis'' elogiativa: <ref>Ousterhout (2007), pp. 34–35</ref>