Per l'anno [[106]], Traiano riunì la sua armata e passò il Danubio attraverso il [[ponte di Traiano|grande ponte di Drobeta]]. Gli alleati di [[Decebalo]], i [[Buri (popolo)|Buri]], i [[Roxolani]] e i [[Bastarni]], all'annuncio dei preparativi bellici da parte di Traiano, abbandonarono il re dace, il quale a sua volta fu attaccato dai Romani su più fronti.<ref>{{cita|Coarelli 2008|pp. 172-178}}.</ref> Egli oppose però una resistenza disperata e feroce che portò a numerose vittime. Decebalo, rifiutandosi di arrendersi, fu costretto ad abbandonare Sarmizegetusa. Alla fine, dopo un lungo e sanguinoso assedio, la capitale dei Daci fu conquistata dagli eserciti romani che si erano riuniti sotto le sue mura alla fine di quell'estate.<ref name="LeRoux74"/> Tutte le [[fortezze dacie dei monti Orăștie]] caddero una dopo l'altra.<ref>{{cita|Luzzatto 1985|p. 284}}.</ref> Traiano questa volta preferì non concedere condizioni di pace simili alla volta precedente. Era necessaria una sottomissione totale della Dacia. Andavano pertanto costruite strade e forti permanenti per isolare il nemico senza concedergli alcun vantaggio.<ref name="LeRoux74"/> Decebalo allora si decise a cercare un rifugio verso nord, sulle montagne dei [[Carpazi]],<ref name="Strobel278">{{cita|Strobel 2010|p. 278}}.</ref> ma, una volta circondato, si suicidò.<ref>{{cita|Cassio Dione|LXVIII, 14.3}}; {{cita|Coarelli 2008|pp. 212-215}}.</ref><ref name="Strobel279">{{cita|Strobel 2010|p. 279}}.</ref>
C’est la fin de la guerre. Pendant plusieurs mois, l’armée romaine est encore engagée dans des actes de répression qui permettent de calmer l’agitation de la population locale<ref group=f>F. Coarelli, {{opcit}}, {{pp.}}216-225.</ref>. La monnaie de l’année célèbre la {{citation|''{{lang|la|Dacia capta}}''}}<ref group="i">{{en}} ''Catalogue of the coins of the Roman Empire in the British Museum'', vol.3, Trajan, 1966, n. 381.</ref>.