Lo storico dell'architettura [[Kenneth Frampton]] ha pesantemente criticato il progetto<ref>Kenneth Frampton, Storia dell'architettura moderna, Zanichelli</ref><ref>Claudio Saragosa, Città tra passato e futuro: un percorso critico sulla via di biopoli, Donzelli Editore, ISBN 978-88-6036-671-9</ref>:
{{citazione|Di fronte ai progetti di edilizia popolare, costruiti da RiccardoRicardo Bofill in molte ''villes nouvelles'' francesi [...] risulta difficile immaginare un altro professionista occidentale contemporaneo così legato al potere di Stato o qualcuno che si identifichi a un livello così semplicistico col potere. È inutile sottolineare che questa identificazione, insieme al successo mondiale che esso inevitabilmente comporta, non serve a legittimare la "carcerazione" di unità di abitazione collettive all'interno di una struttura di classicismo kitsch. [...] È certamente indicativo della nostra epoca reazionaria dal punto di vista sia sociale che architettonico, che nell'opera di Bofill vi sia una scarsa presenza di quei "condensatori sociali" che l'edilizia pubblica richiede: asili nido, sale per conferenze, lavanderie e piscine. L'assenza di tali servizi è reazionaria tanto quanto la natura brutale della media degli appartamenti, volutamente incassati fra finti architravi e vuote colonne. Senza una terrazza, poiché questa mal si accorderebbe con la sintassi adottata, il pendolare che vi abita deve accontentarsi dell'illusione di vivere in un palazzo da opera lirica|Kenneth Frampton, Storia dell'architettura moderna, Zanichelli}}
Ricardo Bofill, intervistato da Le Monde nel 2014<ref>[https://www.lemonde.fr/societe/article/2014/02/08/ricardo-bofill-je-n-ai-pas-reussi-a-changer-la-ville_4359887_3224.html Ricardo Bofill : « Je n’ai pas réussi à changer la ville »] Le monde, 08/02/2014.</ref>, ha dichiarato di essersi voluto discostare da [[Le Corbusier]], ma ha riconosciuto che il progetto non è riuscito.
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[[Categoria:Edifici residenziali]]
[[Categoria:Architetture di RiccardoRicardo Bofill]]