Istruzione prescolastica: differenze tra le versioni
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Nella [[Medioevo|società Medioevale]] non vi era in alcun modo l'idea del concetto di [[infanzia]]. Per gli storici, in particolare [[Philippe Ariès]], quest'ultima aveva una durata molto più breve rispetto a come oggi noi l'intendiamo. Corrispondeva al periodo in cui il bambino era dipendente dall'adulto per il soddisfacimento dei suoi bisogni primari. Aveva principalmente un'accezione negativa, poiché si sottolineavano le competenze non ancora raggiunte dall'infante. Non solo, fino al 1700, vista l'elevata mortalità infantile non vi era da parte della famiglia, un investimento economico sull'istruzione dei figli. All'età di sei anni i bambini venivano mandati nelle [[Bottega|botteghe]] per l'apprendimento di un mestiere. Ariès sottolineò come si passò da una totale "indifferenza verso l'infanzia" nel Medioevo, al "vezzeggiamento" tipico dell'700; ad esempio le madri delle famiglie aristocratiche e borghesi iniziarono a passare sempre più tempo con i propri figli. Nasce quello che lo storico francese identifica come "sentimento dell'infanzia" la presa di [[coscienza]] da parte del mondo adulto delle caratteristiche infantili. L'infanzia inizia in questo momento storico ad essere considerata. Di conseguenza sorge l'esigenza di differenziare l'educazione in base all'età, promuovendo specifiche strategie educative. Si ritiene che l'educazione debba infatti seguire i [[Darwinismo sociale|tempi evolutivi]] e le caratteristiche psico-fisiche del fanciullo. [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] affermava che quando si fa educazione la cosa principale non è guadagnare tempo ma piuttosto perderlo. Questa nuova visione dell'infanzia promuove la creazione di spazi specifici per i bambini, i quali sono diversi da quelli degli adulti.<ref>{{Cita libro|autore=Luigi Pati|titolo=Ricerca pedagogica ed educazione familiare: studi in onore di Norberto Galli|anno=2003|editore=Vita e Pensiero|pp=3-41|ISBN=88-343-0992-8|accesso=19-1-19}}</ref> Con [[Storia contemporanea|l'età contemporanea]] cambia la conformazione anche della famiglia, la quale diventa entità autonoma. Si rafforza il nucleo familiare coniugi-figli e anche i doveri genitoriali. La [[Chiesa cattolica|Chiesa]] decide di investire nei poteri del [[matrimonio]], formando i futuri coniugi. Il [[parroco]] diventa educatore della famiglia. Il trattato di [[Silvio Antoniano]], ''Tre libri dell'educazione christiana dei figliuoli'' <ref>{{Cita libro|nome=Antoniano,|cognome=Silvio.|titolo=Dell'educazione cristiana e politica dei figliuoli : libri tre|url=http://worldcat.org/oclc/799733257|accesso=16 gennaio 2019|data=1821|editore=Pogliani, Giuseppe|OCLC=799733257}}</ref>, condizionò molto le dottrine e i modelli formativi dell'opera pastorale. Sottolineava l'importanza e l'urgenza di formare i genitori ai compiti educativi della famiglia.
Se fino a quel momento l'istruzione era gestita quasi esclusivamente da istituzioni religiose, con la [[Rivoluzione francese|Rivoluzione Francese]], si affermò il principio fondamentale secondo cui l'istruzione è un dovere di cui debba farsi carico lo [[Stato]]. Dobbiamo sottolineare una differenziazione fra quella che oggi noi identifichiamo come la prima infanzia (0-3 anni) e la seconda infanzia (3-6 anni). Infatti contrariamente a quanto potremmo credere è stata scoperta prima quest'ultima, intorno ai primi decenni dell'800, mentre dovremmo aspettare la seconda metà dello stesso secolo per il riconoscimento della prima. Questo ha comportato la creazione di strutture e scuole specifiche per queste due fasce d'età, in due momenti temporali ben distinti.<ref>{{Cita libro|autore=Luigi Pati|titolo=Ricerca pedagogica ed educazione familiare: studi in onore di Norberto Galli|annooriginale=2003|editore=Vita e Pensiero|pp=3-41|ISBN=88-343-0992-8}}</ref> Le prime scuole d'infanzia furono istituite in [[Germania]] dal [[Pedagogia|pedagogista]]
== Riferimenti scientifici ==
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