Seconda guerra sannitica: differenze tra le versioni
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{{Vedi anche|Battaglia delle Forche Caudine}}
Nel [[321 a.C.]] l'esercito romano, condotto dai consoli [[Tiberio Veturio Calvino]] e [[Spurio Postumio Albino Caudino]], subì l'umiliante sconfitta alle [[Battaglia delle Forche Caudine|Forche Caudine]] (dal [[Lingua latina|latino]] ''Furculae Caudinae''): mentre l'esercito romano si stava spostando da Capua a [[Benevento]], spie sannite travestite da pastori li indirizzarono verso una stretta gola montuosa dove furono presi facilmente in trappola dai nemici capeggiati da [[Gaio Ponzio]]. Alla fine i Sanniti lasciarono andare l'esercito romano ma imposero gravose condizioni di resa; tra queste la ''
Lo storico [[Tito Livio]] riferisce che ritornati a Roma, i due consoli riferirono in Senato; i Senatori decisero di rifiutare le condizione di resa, destituirono i due consoli e, nominarono al loro posto il [[patrizio (storia romana)|patrizio]] [[Lucio Papirio Cursore (console 326 a.C.)|Lucio Papirio Cursore]] ed il [[plebeo]] [[Quinto Publilio Filone]]<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab urbe condita libri]]'', IX, 7.</ref>. {{citazione necessaria|Gli storici moderni sono d'accordo nel ritenere che il Senato, al contrario, si attenne ai termini della resa - fra l'altro, la consegna delle colonie di Fregellae e [[Cales]] - fino al [[316 a.C.]]}}.
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