Mátyás Rákosi: differenze tra le versioni

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Il regime stalinista di Rákosi collettivizzò l'agricoltura con la forza e puntò ad una rapida industrializzazione pesante, ma non ottenne grandi successi economici. Nell'agosto [[1952]] Rákosi divenne anche [[primo ministro]] ma il 13 giugno [[1953]], convocato a Mosca, fu costretto a dimettersi da questa carica a favore di [[Imre Nagy]], a lui inviso, pur mantenendo la carica di segretario generale del Partito.
 
Dopo l'insediamento, il 4 luglio, il governo Nagy prese diverse misure di liberalizzazione e iniziò la liberazione di prigionieri politici vittime delle "purghe" di Rákosi. Tuttavia, nel gennaio del [[1955]] il Politburo sovietico convocò nuovamente al Cremlino i dirigenti ungheresi e attaccò violentemente Nagy, sulla base di un dossier preparato da [[Jurij Vladimirovič Andropov]], allora ambasciatore sovietico a Budapest. Poco dopo Nagy ebbe un lieve infarto; dimesso dall'ospedale, durante la sua convalescenza (18 aprile [[1955]]) divenne primo ministro [[András Hegedüs]], un uomo di Rákosi.
 
Il 14 maggio [[1955]] il governo Hegedüs firmò l'adesione dell'Ungheria al [[Patto di Varsavia]] che legava l'URSS e i "paesi satelliti" in un'alleanza militare di "reciproca assistenza". Rákosi continuò a regnare per interposta persona, ma la sua libertà di movimento era limitata da Mosca, che non voleva il ritorno ai metodi del passato. Riuscì però a far espellere Nagy dal partito il 3 dicembre [[1955]]. Tuttavia, pochi mesi dopo il famoso discorso anti-staliniano di [[Nikita Chruščёv]] al [[XX Congresso del PCUS]], su pressione del [[Politburo]] sovietico il 18 luglio [[1956]] Rákosi fu costretto a dimettersi da segretario generale del Partito e fu sostituito da [[Ernő Gerő]], già suo luogotenente.