Arte della Seta: differenze tra le versioni

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I setaioli fiorentini erano sia commercianti che tessitori; la produzione della [[seta]] in città registrò un incremento significativo a partire dal [[1314]], anno in cui [[Lucca]], che fino a quel momento deteneva il primato in questo settore, venne conquistata e saccheggiata da [[Uguccione della Faggiola]], signore di [[Pisa]].
Molti setaioli lucchesi, per sfuggire alla rovina economica decisero perciò di trasferirsi a Firenze, apportando anche tutto il loro bagaglio di conoscenze; la produzione si fece così più variegata e gli splendidi tessuti confezionati divennero sempre più richiesti.
Vennero così avviate delle colture locali di bachi da seta, che fino alla fine del Treecento non erano praticate in [[Toscana]]; ma la vera e propria "industria della seta" fiorentina raggiunse i massimi livelli nel Quattrocento, quando comparvero le stoffe [[Damasco (tessuto)|damascate]] e i [[broccato|broccati]] intessuti con fili d'oro e d'argento, che divennero rapidamente famosi ed esportati in tutta [[Europa]].
Si trattava certamente di merci di lusso, destinate ad una clientela raffinata ed esigente, molto attenta alle tendenze della moda dell'epoca; la corporazione offriva però la garanzia di commercializzare un prodotto perfetto, realizzato secondo criteri scrupolosi e da operai altamente specializzati.
Alcune fasi della lavorazione erano quasi esclusivamente affidate alle donne che [[filatura|filavano]], tessevano e ricamavano; il modo di dire "a occhio e croce", in uso ancora oggi, proviene proprio dal linguaggio legato alle lavoranti dell'Arte della Seta, che nel caso di rottura di uno dei fili della [[trama]] durante la [[tessitura]], dovevano fermare il [[telaio]] e rappezzarlo "ad occhio", ripassando più volte su e giù con l'ago ed il filo "a croce" sull'[[ordito]].