Palazzo Arcivescovile di Vercelli: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Il Palazzo testimonia la plurimillenaria storia della diocesi eusebiana. Il primo episcopio aveva sede nei pressi della prima cattedrale della città, Santa Maria Maggiore, mentre nei pressi della Basilica di Sant'Eusebio esisteva un secondo palazzo per il clero officiante. A partire dal vescovo [[Attone]] (924-960) incominciò a essere residenza vescovile stabile. Nel 997 l’edificio fu danneggiato dall’incendio appiccato dai seguaci di [[Arduino]], marchese della [[marca d’Ivread'Ivrea]], dopo l’uccisione, il 17 marzo dello stesso anno, del vescovo Pietro (978-997), uno dei più forti antagonisti delle mire espansionistiche del marchese. Sotto l’episcopato di [[Leone di Vercelli|Leone]] (999-1026) cominciò la ricostruzione del Palazzo Arcivescovile grazie all’intervento dell’imperatore [[Ottone III]]. Nel 1148 [[papa Eugenio III]] di ritorno dalla Francia si fermò a Vercelli per consacrare la basilica di S.Santa Maria Maggiore con una cerimonia solenne alla quale era presente anche [[S.San Bernardo di Chiaravalle]]. Il Papa fu ospite del vescovo e soggiornò negli ambienti appena rinnovati frutto della nuova ricostruzione intrapresa con l’episcopato di [[Gisolfo]] (1133-1151) e conclusa durante quello di [[Uguccione]] (1151-1170).
Verso la metà del 1400 il Palazzo doveva versare in uno stato di degrado tale che il vescovo Guglielmo Didier (1437-1452) il 13 giugno 1452 impose al clero vercellese una colletta per finanziare la ricostruzione. Tali lavori continuarono a più riprese in tempi successivi sotto l’azione di Agostino Ferrero (1511-1536) e [[Bonifacio Ferrero]] (1509-1511 e poi ancora nel 1536) il primo fece decorare le stanze al pianterreno in cui sono ancora visibili il suo stemma e la sua sigla, mentre il secondo patrocinò la decorazione di parte delle sale al piano superiore tra cui quella detta della Croce. Nel 1605 viene realizzata la cronotassi dei vescovi per volontà di Giovanni Stefano Ferrero ad opera del pittore loretano Niccolò Venturini. Tra gli interventi eseguiti al piano superiore è ancora da ricordare la realizzazione della Quadreria da parte del vescovo [[Carlo Giuseppe Filippa della Martiniana|Carlo Filippa di Martiniana]] (1799-1802), divisa in due ambienti durante l’episcopio di Celestino Fissore (1871-1889), corrispondenti alle attuali Biblioteca dei Vescovi e Sala Verde.
La decorazione seicentesca della Sala del Trono e quella cinquecentesca della Sala della Croce riemergono nel 1907, con la ristrutturazione operata dal vescovo [[Teodoro Valfrè di Bonzo]] (1905-1916), che lascia traccia del restauro inserendo il suo stemma negli ambienti, accostato a quello della famiglia Ferrero. In seguito, nel XX secolo, si registrano nuovi restauri, che conferiscono al Palazzo Arcivescovile l’aspetto attuale cambiando le destinazioni d’uso di alcuni locali, come quelli che ospitano in seguito il Museo del Tesoro del Duomo e la Biblioteca Capitolare (1995-2000).