Battaglia del fiume Ebro: differenze tra le versioni
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La sconfitta si dimostrò decisiva nel lungo periodo. Asdrubale fu costretto a marciare indietro a [[Cartagena (Spagna)|Cartagena]], temendo attacchi portati per mare ai territori dei Cartaginesi. Con il contingente della marina cartaginese in Iberia sconquassato, Asdrubale era obbligato o a chiedere rinforzi a [[Cartagine]] o a costruire nuove navi. Ma non fece nessuna delle due cose. La prestazione degli equipaggi iberici era stata misera in battaglia, ed il loro congedo accese una ribellione nella tribù dei [[Turdetani]]<ref>John Peddie, ''Hannibal's War'', p. 182, id = ISBN 0-7509-3797-1</ref>, costringendo Cartagine ad inviare 4.000 fanti e 500 cavalieri. Asdrubale dovette impiegare tutto il 216 a.C. per sottomettere i ribelli.
Anche se la flotta cartaginese principale aveva catturato una flotta di rinforzo inviata in Iberia nel 217 a.C. al largo di [[Cosa]] in Italia, [[Publio Cornelio Scipione (console 218 a.C.)|Publio Cornelio Scipione]], fratello di Gneo, arrivò in Iberia con 8.000 soldati nell'autunno di quell'anno e con l'ordine del Senato di impedire che qualche aiuto arrivasse ad Annibale in Italia dall'Iberia. Questo fu l'unico rinforzo che la Repubblica Romana poté mandare in Iberia prima del 211 a.C. I due
Gneo Scipione si assicurò così che i rifornimenti via mare dei Romani non sarebbero stati intercettati da navi cartaginesi con base in Iberia, e che la flotta romana in Iberia avrebbe potuto fare delle incursioni nei territori cartaginesi liberamente. L'unica rilevante spedizione navale contro i Romani proveniente dell'Iberia sarebbe stata quella di [[Magone Barca]] in Italia nel 204 a.C.
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