Mostra internazionale d'arte cinematografica: differenze tra le versioni
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In mancanza di una giuria e dell'assegnazione di premi ufficiali, introdotti solamente più tardi, un referendum indetto dal comitato organizzatore, presieduto da Attilio Fontana dell'[[Istituto nazionale per il Commercio Estero|ICE]] (Istituto del Commercio Estero), svolto tra il pubblico accorso alla rassegna, decreta miglior regista il sovietico [[Nikolaj Ekk]] per il film ''[[Il cammino verso la vita]]'', mentre il film di [[René Clair]] ''[[A me la libertà]]'' viene eletto come il più divertente; come migliore attrice è premiata [[Helen Hayes]], come miglior attore [[Fredric March]]; il film "più commovente" risulta essere la pellicola americana ''[[Il fallo di Madelon Claudet]]'' di [[Edgar Selwyn]].
La seconda edizione si svolge due anni dopo, dal 1º al 20 agosto [[1934]]. Inizialmente, infatti, la rassegna si trova indissolubilmente legata alla più ampia [[Biennale di Venezia]], rispettandone la cadenza. L'esperienza della prima edizione porta subito, comunque, un'importante novità: si tratta ora della prima edizione competitiva. Le nazioni in gara con almeno un proprio esponente sono ben 19, più di 300 i giornalisti accreditati alle proiezioni. Viene istituita la ''[[Coppa Mussolini (cinema)|Coppa Mussolini]]'' per il miglior film straniero e italiano, ma ancora non esiste una vera giuria. È la presidenza della Biennale che, consultati alcuni esperti e secondo il parere del pubblico, in accordo con l'[[Istituto Internazionale per la Cinematografia Educativa]] di [[Luciano de Feo]], ancora direttore della mostra, decreta i vincitori dei premi.
Oltre alla Coppa Mussolini, vengono distribuite le [[Grande Medaglia d'Oro dell'Associazione Nazionale Fascista dello Spettacolo|Grandi Medaglie d'Oro dell'Associazione Nazionale Fascista dello Spettacolo]], inoltre i premi per le migliori interpretazioni e giovani registi alla loro opera prima. Vince la medaglia d<nowiki>'oro il giovane ventunenne padovano Antonio LeonViola per la regia del film muto ''Fiera di Tipi''</nowiki>, girato durante la fiera di Padova. La miglior attrice è una giovane [[Katharine Hepburn]], premiata per la sua splendida interpretazione in ''[[Piccole donne (film 1933)|Piccole donne]]'' di [[George Cukor]]. Il premio per il miglior film straniero va a ''[[L'uomo di Aran]]'', di [[Robert J. Flaherty|Robert Joseph Flaherty]], un [[documentario]] d'autore, genere molto apprezzato all'epoca, mentre la Coppa Mussolini per il miglior film italiano sarà assegnata a ''[[Teresa Confalonieri (film)|Teresa Confalonieri]]'' di [[Guido Brignone]]. Si ripresenta inoltre [[Frank Capra]] con uno dei suoi film più celebrati, ''[[Accadde una notte]]'', con [[Clark Gable]] e [[Claudette Colbert]]. Il premio per la miglior sceneggiatura va all'[[austria]]co ''[[Mascherata (film 1934)|Maskerade]]'', di [[Willi Forst]], sceneggiato da [[Walter Reisch]] e dallo stesso Forst.
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La conclusione della [[seconda guerra mondiale]] divide il decennio in due. Se già dal [[1938]] le pressioni politiche falsarono e rovinarono il festival, con l'avvento del conflitto la situazione degenerò a tal punto, che le edizioni del [[8ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (1940)|1940]], [[9ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (1941)|1941]] e [[10ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (1942)|1942]], successivamente considerate come ''non avvenute'', si svolsero ben lontano dal [[Lido di Venezia]]. Pochi furono i paesi partecipanti e si ebbe l'assoluto monopolio delle opere e dei registi appartenenti all'[[asse Roma-Berlino]], in un clima più propagandistico che artistico, rappresentati fortemente anche dai divi italiani, tra i quali spiccarono [[Alida Valli]], [[Assia Noris]] e [[Fosco Giachetti]].
Dopo la triste parentesi, la mostra riprende a pieno regime nel [[1946]] a seguito della conclusione della [[guerra]], ma le proiezioni si svolgono stavolta al cinema San Marco, a causa della requisizione del [[Palazzo del Cinema]] da parte degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]]. Il nuovo direttore è [[Elio Zorzi]], che con la sua
A caratterizzare questo nuovo percorso sono i molti importanti film del [[Neorealismo (cinema)|Neorealismo]], uno dei più significativi movimenti nella storia del [[cinema italiano]], quali ''[[Paisà]]'' ([[1946]]) di [[Roberto Rossellini]], ''[[Il sole sorge ancora]]'' ([[1946]]) di [[Aldo Vergano]], ''[[Caccia tragica]]'' ([[1947]]) di [[Giuseppe De Santis]], ''[[Senza pietà (film 1948)|Senza pietà]]'' ([[1948]]) di [[Alberto Lattuada]] e ''[[La terra trema]]'' ([[1948]]) di [[Luchino Visconti]]; nonostante il loro indiscusso valore e il successo di pubblico, le opere non ottengono il meritato riconoscimento di critica.
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La mostra torna comunque ad ospitare anche i grandi registi internazionali: [[Orson Welles]], [[Laurence Olivier]], [[Fritz Lang]], [[John Huston]], [[Claude Autant-Lara]], [[David Lean]], [[Henri-Georges Clouzot]], [[Jean Cocteau]], [[Michael Powell]] ed [[Emeric Pressburger]], oltre ai già presenti [[Jean Renoir]], [[Julien Duvivier]], [[Marcel Carné]].
Con il ritorno alla normalità, tornano a [[Venezia]] anche le grandi icone del cinema mondiale, tra le quali spiccano [[Rita Hayworth]], [[Joseph Cotten]], [[Olivia de Havilland]]; ma la vera protagonista è l'attrice romana [[Anna Magnani]], premiata per la sua splendida interpretazione ne ''[[L'onorevole Angelina]]'' di [[Luigi Zampa]] con la [[Coppa Volpi]] per la migliore attrice nel [[1947]].
Nel 1947 la mostra si tenne al [[Palazzo Ducale di Venezia|Palazzo Ducale]], in una splendida e unica cornice, raggiungendo un record di novantamila presenze. Sicuramente si può parlare di una delle migliori edizioni della storia del festival, che vide finalmente il ritorno al festival delle opere dell'[[Unione Sovietica|URSS]], accostate alle nuove "democrazie popolari", come la [[Cecoslovacchia]], che all'esordio vinse il primo premio grazie al film ''[[Sirena (film 1947)|Siréna]]'' del cineasta [[Karel Steklý]]. Il 1947 vede anche ripristinata la Giuria internazionale per assegnare il Gran premio internazionale di Venezia. Se [[Anna Magnani]] vince il premio alla migliore interpretazione femminile, la [[Coppa Volpi]] per il miglior attore sarà attribuita al francese [[Pierre Fresnay]], magnifico protagonista di ''[[Monsieur Vincent]]'' di [[Maurice Cloche]]. Il cinema francese riceve un ulteriore riconoscimento con il premio internazionale per la regia, assegnato a [[Henri-Georges Clouzot]] per il suo ''[[Legittima difesa (film 1947)|Legittima difesa]]''.
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Nel [[1948]] la Mostra premia con il massimo riconoscimento il film ''[[Amleto]]'' di [[Laurence Olivier]]. L'attrice che interpreta il ruolo di Ofelia, [[Jean Simmons]], conquisterà la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, mentre la recitazione maschile vedrà il trionfo di [[Ernst Deutsch]], distintosi ne ''[[Il processo (film 1947)|Il Processo]]'' di [[Georg Wilhelm Pabst|G. W. Pabst]], premio internazionale per la migliore regia. Il cinema italiano si distinguerà in particolare con ''[[Sotto il sole di Roma]]'' di [[Renato Castellani]] e ''[[La terra trema]]'' di [[Luchino Visconti]]'', qui al suo secondo lungometraggio come regista, dopo ''[[Ossessione (film 1943)|Ossessione]]''.
Nel [[1949]], sotto la direzione del nuovo responsabile [[Antonio Petrucci]], la manifestazione ritorna definitivamente al [[Palazzo del Cinema]]
La Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile sarà attribuita a [[Joseph Cotten]] per ''[[Il ritratto di Jennie]], mentre quella femminile a [[Olivia de Havilland]] per ''[[La fossa dei serpenti]]. Miglior regista di questa edizione è l'italiano [[Augusto Genina]], autore di ''[[Cielo sulla palude]]'', film che riceverà anche il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il miglior film italiano.
=== Gli anni cinquanta ===
Negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] il valore della Mostra viene riconosciuto definitivamente in campo internazionale
In questi anni la rassegna cambia più volte direttore, alla ricerca di nuovi spunti e nuove strade da percorrere: [[Antonio Petrucci]] (1949-1953), di nuovo [[Ottavio Croze]] (1954-1955), [[Floris Luigi Ammannati|Floris Ammannati]] (1956-1959).
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Dopo l'exploit negli [[anni 1940|anni quaranta]] dei primi film [[Neorealismo (cinema)|neorealisti]], gli [[Anni 1950|anni cinquanta]] segnano l'arrivo sugli schermi del festival di due tra i più grandi ed amati registi italiani del dopoguerra, [[Federico Fellini]] e [[Michelangelo Antonioni]], che vengono consacrati proprio dalla loro presenza al Lido. Contemporaneamente ai grandi maestri, si affaccia una serie di giovani emergenti, promettenti volti nuovi di un panorama nazionale in grande ascesa, quantitativa e, soprattutto, qualitativa, che daranno vita al periodo forse più brillante del cinema italiano sul piano internazionale. A [[Venezia]] si presentano nel 1958 [[Francesco Rosi]], con ''[[La sfida (film)|La sfida]]'', e soprattutto [[Ermanno Olmi]], con l'opera prima ''[[Il tempo si è fermato (film 1958)|Il tempo si è fermato]]'', datata 1959.
Nonostante la grande fama ed il prestigio ottenuto, il [[cinema italiano]] non viene adeguatamente premiato al festival
Anche [[Roberto Rossellini]], altro autore di spicco del cinema italiano dell'epoca, presenta molti dei suoi film nel corso della rassegna: il [[1950]] è l'anno di ''[[Francesco, giullare di Dio]]'' e ''[[Stromboli (Terra di Dio)]]''; due anni dopo presenta ''[[Europa '51]]''.
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Scandali a parte, è il cinema europeo a fare la ''parte del leone''. La scuola del vecchio continente si afferma tanto con autori già noti, quali il danese [[Carl Theodor Dreyer]], premiato con il [[Leone d'oro]] per il suo ''[[Ordet - La parola]]'' ([[1955]]), e lo svedese [[Ingmar Bergman]], che con ''[[Il volto]]'' conquista il [[Premio speciale della giuria]] nel [[1959]], dopo aver già partecipato alla mostra nel [[1948]], allora completamente sconosciuto e inosservato, con ''[[Musica nel buio]]'', quanto con i nuovi autori. In questo campo si mette in luce ancora una volta il cinema francese: [[Robert Bresson]] si rivela nel [[1951]] con ''[[Il diario di un curato di campagna]]''; [[Louis Malle]] presenta, nel [[1958]] il film scandalo ''[[Gli amanti (film 1958)|Gli amanti]]'', che, nonostante le polemiche e l'indignazione di molti, vince il Premio Speciale; ultimo exploit, solo in ordine di tempo, è quello di [[Claude Chabrol]], che presenta nel [[1958]] ''[[Le beau Serge]]'', considerato successivamente dalla critica come il film che diede inizio al movimento della ''[[Nouvelle Vague]]''.
In questi anni, finalmente [[Venezia]] può celebrare il ritorno alla mostra del cinema statunitense, che si presenta con nuovi registi, quali [[Elia Kazan]], [[Billy Wilder]], [[Samuel Fuller]], [[Robert Aldrich]].
I nuovi divi del panorama cinematografico si fanno conoscere al Lido: il [[1954]] è il turno di [[Marlon Brando]], con il film ''[[Fronte del porto]]'', di [[Elia Kazan]]; quattro anni dopo, nel [[1958]], a monopolizzare l'attenzione di tutti è [[Brigitte Bardot]], protagonista del film ''[[La ragazza del peccato]]'' di [[Claude Autant-Lara]]; ma anche i divi e soprattutto le dive italiane si fanno notare: due nomi su tutti sono quelli di [[Sophia Loren]], vincitrice della [[Coppa Volpi]] nel [[1958]] per l'interpretazione in ''[[Orchidea nera (film 1958)|Orchidea nera]]'' di [[Martin Ritt]], e [[Gina Lollobrigida]]; ma anche [[Alberto Sordi]], [[Vittorio Gassman]] e [[Silvana Mangano]], presenti nel film vincitore del [[Leone d'oro]] del [[1959]], ''[[La grande guerra]]'' di [[Mario Monicelli]], e [[Giulietta Masina]], lanciata dalle sue interpretazioni in vari film di [[Federico Fellini]].
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Agli inizi del decennio, il festival si fece promotore di una profonda opera di rinnovamento del cinema. Vennero create numerose sezioni per diversificare l'offerta ed ampliare il campo d'azione. Vennero presentati importanti film del ''free cinema'' inglese, fino ad allora semisconosiuto, come ''[[Sabato sera, domenica mattina]]'' ([[1961]]) di [[Karel Reisz]], ''[[Sapore di miele]]'' ([[1962]]) di [[Tony Richardson (regista)|Tony Richardson]], o ''[[Billy il bugiardo (film)|Billy il bugiardo]]'' ([[1963]]) di [[John Schlesinger]], mentre trovò piena consacrazione la ''[[Nouvelle Vague]]'' francese, presente grazie a [[Jean-Luc Godard]] ed [[Alain Resnais]].
Alcuni giovani registi italiani si affacciarono per la prima volta davanti al grande pubblico: [[Pier Paolo Pasolini]], [[Bernardo Bertolucci]], [[Paolo Taviani|Paolo]] ed il fratello [[Vittorio Taviani]], [[Vittorio De Seta]], [[Valerio Zurlini]], [[Marco Ferreri]], [[Florestano Vancini]], [[Marco Bellocchio]], [[Giuliano Montaldo]], [[Tinto Brass]]
Dopo le polemiche del [[1960]], i premi successivi furono attendibili e non
[[File:Contestazione Mostra Venezia 1968.jpg|thumb|upright=1.1|left|Contestazione di fronte al Palazzo del Cinema, 1968. In prima fila il regista [[Marco Ferreri]].]]
Dal [[1963]] il vento delle novità porto il "professore" [[Luigi Chiarini]] alla direzione della mostra, aprendo un'era che durò fino al [[1968]]. Negli anni della sua presidenza, Chiarini puntò a rinnovare lo spirito e le strutture della mostra, puntando a una riorganizzazione dalla base di tutto il sistema. Per sei anni, la mostra seguì un percorso coerente, secondo i rigorosi criteri dettati per la selezione delle opere in concorso, opponendosi alla mondanità, alle pressioni politiche e alle ingerenze delle sempre più esigenti case di produzione, preferendo la qualità artistica dei film
Un punto chiave della gestione Chiarini fu il continuo ed utile confronto di diverse generazioni e scuole di registi. ''Conferme'' ed ''emergenti'' si alternarono sugli schermi della mostra, maestri ed allievi: [[Jean-Luc Godard]], [[Carl Theodor Dreyer]], [[Ingmar Bergman]], [[Arthur Penn]], [[Pier Paolo Pasolini]], [[Robert Bresson]], [[Akira Kurosawa]], [[Roman Polański]], [[François Truffaut]], [[Roberto Rossellini]], [[Joseph Losey]], [[Miloš Forman]], e ancora [[Carmelo Bene]], [[John Cassavetes]], [[Alain Resnais]], [[Luis Buñuel]], vincitore nel [[1967]] del [[Leone d'oro]] con ''[[Bella di giorno]]'', un film decisamente meno d'avanguardia rispetto a quelli del periodo della sua collaborazione con [[Salvador Dalí]].
Il cinema italiano è il vero marchio di fabbrica di questo periodo della mostra, grazie anche
Le agitazioni sociali e politiche del [[1968]] ebbero forti ripercussioni anche sulla [[Biennale di Venezia]], retta ancora dallo statuto di epoca [[fascismo|fascista]], e di conseguenza anche sulla mostra del cinema, da questa dipendente, che subì pesanti e continue contestazioni, portando a rompere con la tradizione, secondo le linee di pensiero dell'epoca. Dal [[1969]] al [[1979]] la rassegna si tenne, ma non furono assegnati premi e si tornò alla non-competitività della prima edizione. Nel [[1973]], [[1977]] e [[1978]], la mostra addirittura non si tenne. Il [[Leone d'oro]] fece il suo ritorno solamente nel [[1980]], paradossalmente in doppia copia, per la vittoria ''ex aequo'' di [[Louis Malle]] e [[John Cassavetes]].
=== Gli anni settanta ===
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Un'importante novità fu l'introduzione, nel [[1971]], del [[Leone d'oro alla carriera]], che ebbe come primi destinatari due nomi eccellenti: il regista statunitense [[John Ford]], più volte presente al festival, e, l'anno successivo, [[Charlie Chaplin]], per la sua opera di uomo di cinema completo e poliedrico. Il [[1971]] viene ricordato anche come l'anno della prima proiezione di uno dei film-modello della [[Rivoluzione culturale]] [[Cina|cinese]]: ''[[Il distaccamento femminile rosso]]''.
Nel [[1972]] venne organizzata nel centro storico della città una manifestazione cinematografica parallela, in aperto contrasto con la mostra "ufficiale" organizzata dalla [[Biennale di Venezia]], le [[Giornate del cinema italiano]], sotto l'egida dell'[[ANAC]] (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) e dell'[[AACI]] (Associazione Autori Cinematografici Italiani), criticandone aspramente la nuova direzione.
L'anno successivo, il direttore in carica, [[Gian Luigi Rondi]], fu costretto a dimettersi. Con lo statuto della Biennale ancora fermo in [[Parlamento]], immutato dal periodo fascista, tutte le manifestazioni legate all'organizzazione saltarono, mostra compresa. Le due associazioni degli autori italiani colsero la palla al balzo, organizzando nuovamente le [[Giornate del cinema italiano]], che tuttavia non riuscirono ad affermarsi ed a soppiantare il festival ufficiale.
La direzione passò dunque a [[Giacomo Gambetti]], che la mantenne tra il [[1974]] ed il [[1976]]: egli tentò una strada nuova, cercando di
L'anno successivo, nel [[1978]], la mostra non ebbe nuovamente luogo.
Nonostante le contestazioni ed il
Tra tutti questi film, spicca il capolavoro che [[Stanley Kubrick]] presentò al pubblico nella rassegna lagunare del [[1972]], ''[[Arancia meccanica (film)|Arancia meccanica]]'', con protagonista [[Malcolm McDowell]], un film che fece immancabilmente discutere e parlare di sé.
La sperata rinascita vera e propria arriva nel [[1979]], grazie al nuovo direttore [[Carlo Lizzani]], deciso a rilanciare l'immagine ed il valore che la mostra aveva
Deciso ad offrire un'immagine più moderna e pronta della mostra, il neo-direttore formò un comitato di esperti per aiutarlo a selezionare le opere e a dare ancor più una svolta al festival. Tra i collaboratori figurano personaggi di spicco dell'ambiente culturale italiano, ma non solo, dell'epoca, tra i quali [[Alberto Moravia]], [[Cesare Giuseppe De Michelis]]<ref name="Annuario 1978, Venezia 1979 pag. 480">Annuario 1978, Venezia1979 pag. 480</ref>, [[Roberto Escobar]], [[Giovanni Grazzini]], [[Enzo Scotto Lavina]] e [[Paolo Valmarana]]. Come "vice" e più stretto consigliere, Lizzani portò a [[Venezia]] [[Enzo Ungari]].
Molto interessante fu l'iniziativa che portò un gran numero di divi ed attori di prestigio per una discussione dal titolo "Gli anni '80 del cinema", la quale diede il "la" al dibattito critico sul cinema e sulle nuove tecnologie emergenti, venute alla ribalta soprattutto grazie a ''[[Guerre stellari (film)|Guerre stellari]]'' ([[1977]]) di [[George Lucas]] (non presentato a [[Venezia]]),
=== Gli anni ottanta ===
[[File:Ingmar Bergman.jpg|thumb|upright=1.1|[[Ingmar Bergman]] riceve il [[Leone d'oro]] nel [[1983]].]]
L'uomo simbolo della rinascita della mostra è sicuramente [[Carlo Lizzani]], direttore della rassegna tra il [[1979]] ed il [[1982]], che riesce nell'arduo compito di restituire al festival il prestigio meritato,
Si intensifica, accanto ad una sempre ampia gamma di pellicole, la presenza delle retrospettive, dedicate ad autori e movimenti importanti, di nuove sezioni dedicate alla ricerca ("Officina"), dove per esempio viene presentato in concorso il molto discusso e importante film ''[[La ragazza di via Millelire]]'' di [[Gianni Serra]], e sezioni dedicate a film spettacolari ("Mezzogiorno-Mezzanotte"), come il primo film del ciclo di [[Indiana Jones]], ''[[I predatori dell'arca perduta]]'' ([[1981]]) ed ''[[E.T. l'Extra-Terrestre]]'' ([[1982]]), entrambi del genio emergente [[Steven Spielberg]], oltre al secondo episodio della trilogia originale di ''[[Guerre stellari]]'' di [[George Lucas]], ''[[L'Impero colpisce ancora]]'', diretto da [[Irvin Kershner]] ([[1980]]), ''[[I cancelli del cielo]]'' di [[Michael Cimino]] ([[1980]]), l'horror ''[[Poltergeist - Demoniache presenze]]'' di [[Tobe Hooper]] ([[1982]]), [[remake]] di vecchie glorie o film eccentrici
Nel [[1980]] la rassegna torna competitiva, dopo una lunga pausa, e viene assegnato un doppio [[Leone d'oro]], ''ex aequo'' tra il francese [[Louis Malle]], con ''[[Atlantic City, USA]]'', e l'americano [[John Cassavetes]], con ''[[Gloria - Una notte d'estate|Una notte d'estate - Gloria]]''.
Venezia gioca un ruolo molto importante nell'affermazione mondiale del cinema tedesco nuovo stile: [[Margarethe von Trotta]], la prima vincitrice del [[Leone d'oro]], nel [[1981]] stupisce la giuria con ''[[Anni di piombo]]'', mentre [[Wim Wenders]] si afferma l'anno successivo con ''[[Lo stato delle cose]]''; il [[documentario]] a puntate ''[[Berlin Alexanderplatz (telefilm)|Berlin Alexanderplatz]]'' di [[Rainer Werner Fassbinder]] ottiene un grande successo nel [[1980]], ma due anni più tardi, nel [[1982]] la presentazione postuma, a pochi mesi dalla morte del regista, del suo ultimo film, il più controverso, ''[[Querelle de Brest (film)|Querelle]]'', non ottiene, nonostante i pareri favorevoli, il primo premio,
La mostra vive il suo momento d'oro, dopo la parentesi buia degli [[anni 1970|anni settanta]]. Lo testimonia la capacità del festival di dare visibilità per la prima volta a grandi registi destinati, negli anni successivi, ad affermarsi come grandi autori del cinema contemporaneo. Tra questi, il giovane [[Emir Kusturica]], vincitore del [[Leone d'oro]] per la migliore opera prima nel [[1981]] con ''[[Ti ricordi di Dolly Bell?]]'', e [[Peter Greenaway]], che presenta, l'anno seguente, ''[[I misteri del giardino di Compton House]]'', il film che gli darà la notorietà.
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La giuria internazionale diviene composta da soli autori, secondo l'idea di Rondi di creare una "mostra degli autori, per gli autori". I membri sono scelti tra i registi emersi nei favolosi [[anni 1960|anni sessanta]]: il primo di essi è [[Bernardo Bertolucci]]. Vince [[Jean-Luc Godard]] con ''[[Prénom Carmen]]'', poi nel [[1984]] [[Krzysztof Zanussi]] con ''[[L'anno del sole quieto]]'', nel [[1985]] [[Agnès Varda]] con ''[[Senza tetto né legge]]'', nel [[1986]] [[Éric Rohmer]] con ''[[Il raggio verde (film)|Il raggio verde]]''.
Venezia ospita in questi anni molti altri grandi film, non premiati o semplicemente fuori concorso, come ''[[Zelig (film)|Zelig]]'' di [[Woody Allen]], ''[[E la nave va]]'' di [[Federico Fellini]], ''[[Heimat (film)|Heimat]]'' di [[Edgar Reitz]], il [[cyberpunk]] ''[[Blade Runner]]'' di [[Ridley Scott]], datato [[1983]], ed il [[mafia-movie]] ''[[C'era una volta in America]]'' di [[Sergio Leone]] ([[1984]]).
Proprio nel [[1984]] nasce la [[Settimana Internazionale della Critica (Venezia)|Settimana Internazionale della Critica]], un'iniziativa spontanea ed autogestita [[Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani]],
Il 14º direttore della mostra è lo scrittore e critico cinematografico del [[quotidiano]] ''[[Il Messaggero]]'' di [[Roma]] [[Guglielmo Biraghi]], già direttore del [[Taormina BNL Film Fest|Festival di Taormina]], nominato nel [[1987]]. Il suo mandato, lungo cinque edizioni, si contraddistingue per una continua ricerca
La "prima volta" più eclatante avviene nell'edizione del [[1989]]: Biraghi presenterà ''[[O Recado das Ilhas]]'' di [[Ruy Duarte De Carvalho]], primo film dell'[[Capo Verde|Isola di Capo Verde]] presentato ad un festival internazionale di cinematografia.
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La nuova formula, caratterizzata da un programma snello ed incalzante, viene apprezzata sia dagli addetti ai lavori, che avevano sostenuto la nomina di Biraghi, che dal pubblico, e la prima mostra sotto la sua direzione premia un veterano, [[Louis Malle]], con ''[[Arrivederci ragazzi (film)|Arrivederci ragazzi]] (Au revoir les enfants)'', al quale si affiancano "nuove scoperte", registi come [[Carlo Mazzacurati]] e [[David Mamet]], senza allo stesso tempo rinunciare a pellicole di grande spessore presentate fuori concorso, tra cui ''[[Gli intoccabili (film 1987)|Gli intoccabili]]'' di [[Brian De Palma]] e ''[[The Dead - Gente di Dublino]]'' di [[John Huston]].
Nel [[1988]] la mostra si arricchisce di due nuove ed importanti sezioni, "Orizzonti" e "Notte", e degli "Eventi Speciali", tra i quali figura la proiezione di ''[[L'ultima tentazione di Cristo]]'', uno dei più controversi film di [[Martin Scorsese]]. Il film, basato sui
Non sono solo queste le prerogative di questa edizione del [[1988]], che ha il merito di scoprire il talento dello spagnolo [[Pedro Almodóvar]] e presenta al mondo uno dei maggiori successi comici della storia, ''[[Un pesce di nome Wanda]]'' di [[Charles Crichton]], oltre a ''[[Chi ha incastrato Roger Rabbit?]]'', splendido mix di recitazione ed animazione firmato da [[Robert Zemeckis]]. Il [[Leone d'oro]] va a ''[[La leggenda del santo bevitore (film)|La leggenda del santo bevitore]]'' di [[Ermanno Olmi]].
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Il terzo capitolo della saga di [[Indiana Jones]], ''[[Indiana Jones e l'ultima crociata]]'' , firmato ancora da [[Steven Spielberg]], riscuote un ampio successo, grazie anche alla bravura dei due protagonisti, [[Harrison Ford]] e [[Sean Connery]].
Il primo premio quest'anno va alla pellicola di [[Taiwan]] ''[[Città dolente (film 1989)|Città dolente]]'' di [[Hou Hsiao-Hsien]], che
=== Gli anni novanta ===
L'assegnazione del [[Leone d'oro]] del [[1990]] a ''[[Rosencrantz e Guildenstern sono morti (film)|Rosencrantz e Guildenstern sono morti]]'' di [[Tom Stoppard]] suscita nuovamente delle polemiche. Il giudizio della giuria, presieduta da [[Gore Vidal]], lo preferisce al visionario talento emergente di [[Jane Campion]], suscitando aspre polemiche, tanto tra il pubblico, quanto tra gli addetti ai lavori,
L'anno successivo, il film che sorprende tutti è ''[[Lanterne rosse]]'' del cinese [[Zhang Yimou]], ma anche questa volta il film accolto con maggior calore da pubblico e critica non ottiene il [[Leone d'oro]]; al suo posto sarà premiato ''[[Urga - Territorio d'amore]]'' di [[Nikita Michalkov]]).
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Le ultime edizioni della direzione di [[Guglielmo Biraghi]] sono comunque caratterizzate dall'ampiezza della selezione, grazie ad un massiccio inserimento di giovani registi americani: meritano di essere ricordate le apparizioni di [[Spike Lee]] e [[Gus Van Sant]]. Accanto ai giovani, come sempre, la mostra schiera autori consolidati e riconosciuti, delle conferme come [[Martin Scorsese]], presente nel [[1990]] con ''[[Quei bravi ragazzi]]'' e [[Jean-Luc Godard]], presente l'anno seguente con ''[[Germania nove zero]]''.
Il regista italiano [[Gillo Pontecorvo]] diviene il curatore della mostra nel [[1992]], per
Grazie ad una lunga e notevole serie di iniziative ed eventi, la mostra
La sezione "Notte" ospita film spettacolari di grande richiamo
La zona del [[Lido di Venezia|Lido]] torna a nuova vita, ospitando eventi e concerti rock nel piazzale antistante il [[Casinò di Venezia|Casinò]], e, grazie all'ennesima nuova iniziativa, "CinemAvvenire", Pontecorvo porta i giovani a vivere il festival da protagonisti;
Sono numerosi i giovani talenti e le pellicole lanciate durante questo periodo: i giovani italiani [[Mario Martone]], [[Aurelio Grimaldi]], [[Carlo Carlei]] e [[Paolo Virzì]], e poi il neozelandese [[Peter Jackson]] (poco conosciuto prima dell'exploit come autore della trilogia cinematografica de ''[[Il Signore degli Anelli]]''), [[Sally Potter]], [[Neil Jordan]], [[Julian Schnabel]], autore di ''[[Basquiat]]'', film biografico sulla vita del pittore statunitense [[Jean-Michel Basquiat]].
Il cinema orientale fa incetta di riconoscimenti e si afferma come una vera e propria potenza sul mercato mondiale. ''[[La storia di Qiu Ju]]'' del cinese [[Zhang Yimou]] è il [[Leone d'oro]] [[1992]].
Nel [[1994]] la giuria presieduta da [[David Lynch]] premia coraggiosamente con il
Il [[1995]] è l'anno di Guglielmo Biraghi come presidente
Per quel che riguarda il cinema d'oltreoceano, spiccano giovani speranze, come [[James Gray]], [[Henry Selick]] (con il [[lungometraggio]] animato ''[[Nightmare Before Christmas]]'', ideato e prodotto da [[Tim Burton]], [[1995]]), i fratelli [[Andy Wachowski|Andy]] e [[Larry Wachowski]], [[James Mangold]], [[Guillermo del Toro]] e [[Bryan Singer]].
Tra le innumerevoli sezioni che fanno la loro comparsa in questo periodo,
Nel [[1995]], la mostra celebra il ritorno dietro la macchina da presa del regista italiano [[Michelangelo Antonioni]] con ''[[Al di là delle nuvole]]'' (diretto assieme al tedesco [[Wim Wenders]]).
[[Roman Polański]], presidente di giuria nel [[1996]], premia con il
Finita l'epoca di [[Gillo Pontecorvo]], la mostra passa in mano a [[Felice Laudadio]], attuale presidente della Fondazione [[Centro Sperimentale di Cinematografia]], e la prima rassegna curata dal
''[[Così ridevano]]'' di [[Gianni Amelio]] è, nel [[1998]], il nono [[Leone d'oro]] vinto da un film italiano.
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=== Gli anni duemila ===
Tra il [[2000]] ed il [[2001]], la direzione si concentra su un forte rafforzamento delle infrastrutture, affiancando ai palazzi storici nuove ampie
Dal [[1999]] al [[2001]] il responsabile della mostra è [[Alberto Barbera]]. Nel 2000 tornano i premi, il Leone d'oro, direttore [[Carlo Lizzani]]. Nel [[2001]] viene creata la sezione, competitiva anch'essa, "Cinema del Presente"; accanto al [[Leone d'Oro]] appare dunque un nuovo premio, il [[Leone dell'Anno]], teso a dare maggior rilievo ed opportunità a opere prime e film più "marginali", pellicole con un pubblico di nicchia, orientate all'innovazione e all'originalità creativa, in una corsa continua alla sperimentazione.
La mostra continua ad essere un'efficace vetrina per nuovi talenti che desiderano farsi notare all'attenzione internazionale: in questo contesto si inseriscono, per esempio, i nomi di [[Spike Jonze]] con ''[[Essere John Malkovich]]'', [[David Fincher]] con ''[[Fight Club (film)|Fight Club]]'', [[Kimberly Peirce]] con ''[[Boys Don't Cry (film)|Boys Don't Cry]]'' e [[Harmony Korine]] con ''[[Julien Donkey-Boy]]'' nel [[1999]], [[Christopher Nolan]] con ''[[Memento]]''.
Evento ''clou'' degli ultimi anni è, senza dubbio, la ''première''
L'anno successivo, l'evento speciale di maggior importanza e richiamo è sicuramente l'anteprima del film-documentario di [[Martin Scorsese]] sul [[cinema italiano]], ''[[Il mio viaggio in Italia]]''.
Alcuni giovani registi italiani si mettono in
Nel [[59ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|2002]] l'edizione viene organizzata un po' in fretta, in pochi mesi di tempo, sotto la direzione, questa volta, di [[Moritz De Hadeln]]. Nonostante ciò, la rassegna riesce a proporre un programma di grande interesse, uno sguardo completo sul panorama cinematografico mondiale odierno, creando ancora una volta un efficace mix tra autori già affermati e giovani emergenti.
Ancora una volta
''[[11 settembre 2001 (film)|11 settembre 2001]]'' è il film collettivo presentato come evento speciale nel [[59ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|2002]]
La [[60ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|60º edizione]] della mostra viene inaugurata dal nuovo film di [[Woody Allen]], grande amante della città lagunare, ma per la prima volta al [[Lido di Venezia|Lido]] per un'anteprima, ''[[Anything Else]]''. Il [[Leone d'oro]] va a ''[[Il ritorno (film 2003)|Il ritorno]]'', dell'esordiente russo [[Andrej Petrovič Zvjagincev|Andrej Zvjagintsev]], che si aggiudica, quindi, anche il riconoscimento [[Leone del Futuro]], il premio per la migliore opera prima. L'edizione si ricorda per la presenza nella selezione ufficiale di [[Bernardo Bertolucci]] e [[Marco Bellocchio]], che presentano rispettivamente ''[[The Dreamers - I sognatori|The Dreamers]]'' e ''[[Buongiorno, notte]]'', film sul sequestro di [[Aldo Moro]], candidato al Leone d'Oro e premiato con il [[Premio Osella per la migliore sceneggiatura]].
La selezione dei film presenta ancora una volta un'ampia finestra sul panorama mondiale, andando dall'[[Europa]] all'[[Asia]]
Fuori concorso il film ''[[Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano]]'', legato al [[Leone d'oro]] alla carriera ad [[Omar Sharif]], premiato insieme
La sezione "Controcorrente", grande novità dell'edizione [[2002]], presenta film di particolare vitalità ed originalità, come le opere di [[Hiner Saleem]], ''[[Vodka Lemon]]'' (vincitore del [[Premio San Marco]]), [[Sofia Coppola]], ''[[Lost in Translation - L'amore tradotto]]'' (poi vincitore di un [[Premio Oscar|Oscar]] per la miglior sceneggiatura originale), [[John Sayles]], ''[[Casa de los babys]]'', [[Michael Schorr]], ''[[Schultze vuole suonare il blues]]'', l'accoppiata di registi danesi [[Lars Von Trier]] e [[Jørgen Leth]], ''[[Le cinque variazioni]]'', ed infine i giovani registi siciliani [[Daniele Ciprì]] e [[Franco Maresco]], ''[[Il ritorno di Cagliostro]]''.
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Dal [[61ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|2004]] la direzione passa a [[Marco Müller]], precedentemente direttore del [[Festival internazionale del film di Locarno]], che passerà alla storia del festival come uno dei direttori più longevi e quello che negli ultimi anni ha saputo formalizzare al meglio l'identità del festival: creando e mantenendo la storica sezione collaterale Venezia Orizzonti, dando continuità ai nomi dei premi assegnati dalla giuria del concorso, stabilizzando legami di fiducia con importanti autori che nel corso delle edizioni hanno scelto la mostra come vetrina per le loro nuove opere.
L'edizione [[61ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|2004]] ha premiato con il [[Leone d'oro alla carriera]] i registi [[Manoel de Oliveira]] e [[Stanley Donen]]
Nel [[62ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|2005]] il premio alla carriera è stato assegnato al maestro del [[cinema d'animazione]] [[giappone]]se [[Hayao Miyazaki]] e all'attrice italiana [[Stefania Sandrelli]], mentre il premio per la miglior pellicola è andato a ''[[I segreti di Brokeback Mountain]]'' di [[Ang Lee]].[[File:65th venice film festival.jpg|miniatura|La 65ª Mostra del Cinema di Venezia]]Per la prima volta dal dopoguerra, l'edizione del 2006 ha portato in concorso soltanto opere in anteprima mondiale. L'edizione,, presieduta da [[Catherine Deneuve]], viene vinta dalla fluviale opera ''[[Still Life (film 2006)|Still Life]]'' di [[Jia Zhangke]], uno dei registi cinesi più importanti della cosiddetta "sesta generazione". Il [[Leone d'oro alla carriera]] viene consegnato a [[David Lynch]].
Nel [[64ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|2007]] il Leone d'oro viene vinto di nuovo da [[Ang Lee]] con il film ''[[Lussuria - Seduzione e tradimento|Lussuria]]'', mentre il [[Leone d'oro alla carriera]] viene consegnato a [[Tim Burton]]. In occasione del 75º "compleanno" della mostra, viene istituito un premio speciale, consegnato a [[Bernardo Bertolucci]].
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Nel [[65ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|2008]] vince ''[[The Wrestler (film 2008)|The Wrestler]]'' di [[Darren Aronofsky]], mentre il Leone d'oro alla carriera va ad [[Ermanno Olmi]].
Il [[66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|2009]] vede importanti cambiamenti dal punto di vista organizzativo: vengono aperti i cantieri per la realizzazione del nuovo palazzo del cinema, quindi viene spostato l'ingresso dell'ex Palazzo del casinò sul lato Darsena. La sala PalaLido (già PalaGalileo) cambia di nuovo nome in "Sala Darsena". Viene
=== Gli anni duemiladieci ===
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Nel [[68ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|2011]], la direzione targata [[Marco Müller]] si chiude con il [[Leone d'oro]] consegnato al regista russo [[Aleksandr Sokurov]] per ''[[Faust (film 2011)|Faust]]''.
Nel [[69ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|2012]] [[Alberto Barbera]] è il nuovo direttore della Mostra.<ref>{{cita web|http://www.labiennale.org/it/cinema/news/cda27-12.html|Il
Nel 2013, la mostra festeggia la sua [[70ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|70ª edizione]]: il film d'apertura è ''[[Gravity (film)|Gravity]]'' di [[Alfonso Cuarón]], vince il Leone d'oro ''[[Sacro GRA]]'' di [[Gianfranco Rosi (regista)|Gianfranco Rosi]], mentre il Leone alla Carriera viene consegnato a [[William Friedkin]]. Viene iniziato il restauro e l'ammodernamento delle sale di proiezione, con la Sala Grande, all'interno del Palazzo del Cinema, e la creazione di una nuova sala al Palazzo del Casinò.
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Nel 2015 la mostra raggiunge la [[72ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|72ª edizione]], il direttore continua ad essere [[Alberto Barbera]] e la giuria è presieduta dal regista messicano [[Alfonso Cuarón]]<ref>{{Cita web|url = http://www.labiennale.org/it/cinema/news/11-05.html?back=true|titolo = La Biennale di Venezia - Il regista Alfonso Cuarón Presidente della Giuria internazionale del Concorso Venezia 72|accesso = 10 giugno 2015|sito = www.labiennale.org|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150617054304/http://www.labiennale.org/it/cinema/news/11-05.html?back=true|dataarchivio = 17 giugno 2015}}</ref>; il Leone alla Carriera è assegnato a [[Bertrand Tavernier]].
Nel [[73ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|2016]]
Nel [[2017]] la Mostra farà da apripista alla [[Realtà virtuale|Realtà Virtuale]], istituendo una sezione ed un concorso con 18 opere.<ref>{{Cita news|url=http://www.pulpcorn.com/venezia74-alberto-barbera-rilascia-le-prime-dichiarazioni-sulla-mostra/|titolo=#Venezia74: Alberto Barbera rilascia le prime dichiarazioni sulla Mostra - PulpCorn|pubblicazione=PulpCorn|data=28 maggio 2017|accesso=28 maggio 2017}}</ref> Il 17 luglio 2017 è stata annunciata dalla Biennale l'assegnazione del Leone d'oro alla carriera a [[Robert Redford]] e [[Jane Fonda]].<ref>{{Cita news|url=http://www.pulpcorn.com/2017/07/venezia74-jane-fonda-robert-redford-leoni-doro-alla-carriera-della-74-mostra-internazionale-darte-cinematografica/22012|titolo=#Venezia74: Jane Fonda e Robert Redford Leoni d’oro alla carriera della 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica - PulpCorn|pubblicazione=PulpCorn|data=17 luglio 2017|accesso=17 luglio 2017}}</ref>
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