Assedio di Arpi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
sostituisco template Sovraimmagine con immagine standard
Riga 29:
Negli anni successivi Annibale si recò più volte in ''[[Apulia]]''. Nel [[215 a.C.]], dopo essere stato [[battaglia di Nola (215 a.C.)|sconfitto a Nola]],<ref>{{cita|Livio|XXIII, 44-45}}.</ref> pose gli accampamenti invernali proprio nei pressi di [[Argos Hippium|Arpi]].<ref>{{cita|Livio|XXIII, 46.8; XXIV, 3.16-17}}.</ref> Il console [[Quinto Fabio Massimo Verrucoso]] ordinò allora al console più giovane, [[Tiberio Sempronio Gracco (console 215 a.C.)|Tiberio Sempronio Gracco]], di condurre le sue legioni da ''[[Cuma]]'' a ''[[Lucera]]'' in Apulia, ed inviò il pretore [[Marco Valerio Levino]] a ''[[Brundisium]]'' con l'esercito che aveva con sé in precedenza a ''Lucera'', incaricandolo di difendere le coste dell'agro [[Salento|salentino]] e sorvegliare i movimenti di [[Filippo V di Macedonia]] in vista di una possibile [[prima guerra macedonica|guerra con la Macedonia]].<ref>{{cita|Livio|XXIII, 48.3; XXIV, 3.16-17}}.</ref>
 
L'anno seguente (214 a.C.), Annibale partì da Arpi per tornare in Campania, seguito da Tiberio Gracco, che mosse la sua armata da ''Luceria'' a ''[[Benevento|Beneventum]]''; intanto al il figlio di Fabio Massimo, il pretore [[Quinto Fabio Massimo (console 213 a.C.)|Quinto Fabio]], venne ordinato di partire per l'Apulia e sostituirvi Gracco.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 12.5-8}}.</ref> Annibale dopo aver passato l'inverno ad Arpi ritornò sul monte Tifata nel territorio di Capua,<ref>{{cita|Livio|XXIV, 12.1-3}}.</ref> mentre Annone era schierato nel Bruzio; il condottiero cartaginese ordinò ad [[Annone (figlio di Bomilcare)|Annone]] di risalire a nord e sferrò senza successo [[Battaglia di Nola (214 a.C.)|un terzo attacco a Nola]]; anche il tentativo di prendere [[Puteoli]] venne respinto.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 12-13 e 17}}.</ref><ref>{{cita|Scullard 1992|vol. I, pp. 269-270}}.</ref> Annibale aveva compreso come, di fronte alla prudenza dei comandanti avversari e al numero dei suoi nemici, fosse ormai impossibile raggiungere altre grandi vittorie campali, egli verosimilmente contava sull'aiuto dalla madrepatria e di Filippo V. Annibale continuò peraltro a combattere accanitamente mostrando grande abilità anche in questa nuova fase di guerra prevalentemente difensiva.<ref>{{cita|Mommsen 2001 |vol. I, tomo 2, pp. 789-790}}.</ref> I Romani raggiunsero tuttavia alcuni successi, riconquistarono [[Compulteria]], [[Telesia]], [[Compsa]] nel [[Sannio]], ''[[Aecae]]'' in Apulia.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 20.3-5}}.</ref> Alla fine della quinta stagione della guerra, il comandante cartaginese si diresse alla volta di [[Taras (Taranto)|Taranto]], sperando che almeno questa città tradisse i Romani.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 17.8}}.</ref>
 
===''Casus belli''===