Museo archeologico nazionale di Adria: differenze tra le versioni

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=== Allestimento museale ===
Il nuovo ordinamento dei reperti segue un ordine cronologico,  partendo  dal primo piano con l’[[età del ferro]] e giungendo al piano rialzato con l’[[Età Romana|età romana]]. Tra gli elementi che fanno parte dell’allestimento è possibile citare alcune testimonianze preistoriche di Adria, accenni all’[[Età del Bronzo Finale|età del bronzo finale]], testimonianze ed illustrazioni degli elementi salienti del centro urbano della città nel corso del [[VI secolo a.C.|VI secolo a.C]]. Particolare importanza è stata attribuita alla presentazione dei reperti che ricordano il carattere multietnico del porto, che ha risentito dell’influenza greca, veneta e soprattutto etrusca, prevalente nei decenni a cavallo tra il [[VI secolo a.C.|VI]] ed il [[V secolo a.C.|V secolo a.C]].<ref>{{Cita libro|autore=Simonetta Bonomi|autore2=Loretta Zega|titolo=Il Museo Archeologico Nazionale di Adria: cinque anni di lavoro per il completo rinnovamento|anno=2007|editore=Skira|città=Milano|pp=187-189}}</ref>[[File:Adria reperti municipio 1.jpg|miniatura|verticale|Vetrinetta con reperti archeologici collocata nella palazzina municipale]]
[[File:Sarcofago di Terentia Capitolina.jpg|sinistra|miniatura|verticale|Sarcofago di Terentia Capitolina ubicato nel lapidario romano del Museo Archeologico Nazionale di Adria.]]
Il museo ha provveduto all’esposizione integrale di tutte le sepolture della fase arcaica e [[Età classica|classica]], che rappresentano i ritrovamenti più importanti effettuati ad [[Adria]] negli ultimi decenni, nonché di quelle risalenti al [[IV secolo a.C.|IV secolo]]. La nuova parte meridionale del primo piano è stata dedicata al [[III secolo a.C.|III secolo a.C]], epoca documentata da sepolture selezionate, mentre un ballatoio consente la visione dall’alto della tomba della Biga, che rappresenta uno degli elementi specifici del museo. Al di sotto della scala ellissoidale è possibile trovare numerose anfore greco-italiche e le prime anfore romane di età repubblicana: questa sezione introduce l’argomento dell’arrivo dei Romani in [[Polesine]] nel corso del [[II secolo a.C.|II secolo a.C]], che ha comportato interventi territoriali di notevole entità come la stesura della via Annia e della via Popilia. Della [[Via Annia]] si conservano poche tracce visibili, al punto che è stata varie volte definita un “non-luogo”. Della sua esistenza sono sempre stati ben consapevoli gli studiosi, ma più difficile è coglierne la presenza sul territorio. Nell’ambito del Progetto che ha portato alla valorizzazione di questo antico tracciato romano è stata realizzata una campagna di telerilevamento lungo l’intero tracciato da [[Adria]] ad [[Aquileia]], con l’intento d’individuare dall’alto le tracce restituite dal terreno. È noto infatti che i voli, effettuati con normali velivoli da turismo a una quota di circa 300 metri, permettono di rilevare la presenza di strutture archeologiche come strade, parcellizzazioni agrarie, edifici, e tracce di agenti naturali come antichi percorsi di fiumi. Il percorso dell’Annia è stato sorvolato a più riprese, in stagioni diverse e in diverse condizioni metereologiche. Ciò ha reso possibile rilevare migliaia di tracce relative a strutture sepolte e intravedere le ghiaie che costituivano il tracciato stradale stagliarsi chiare sulla terra scura dei campi appena arati. Tutte le tracce sono state poi elaborate e interpretate da un’équipe di studiosi e permettono oggi di avere una conoscenza più puntuale dell’intero percorso.<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=Colophon progetto Via Annia|titolo=Via Annia - Progetto di recupero e valorizzazione di una antica strada romana|rivista=Depliant e brochure|editore=ARCUS spa, Regione del Veneto, Comune di Padova|volume=}}</ref>