Carlo Massarenti: differenze tra le versioni

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=== '''Chirurgia''' ===
Nell’anno [[1841]] il Prof. G.B.Fabbri consegnò alle Memorie della Società Medico-Chirurgica di Bologna uno studio sperimentale sulle [[Lussazione|lussazioni]] del [[femore]], che attrasse molto il Massarenti, al punto che applicò più volte le tecniche acquisite su cadaveri per farne esperienza. Potè condurre l’esperimento in vivo su una donna che presentò una lussazione posteriore del femore, con un successo stupefacente. Infatti il Fabbri stesso scrisse una lettera con sinceri elogi al collega Massarenti. Pubblicò in seguito nel Bullettino delle Scienze Mediche delle storie di lussazione traumatica ridotta col metodo Fabbri.Con esito positivo il Massarenti operò la rottura di un callo deforme dell’[[Omero (anatomia)|omero]], nonostante le evidenti difficoltà come quella di sconnettere il callo che univa le estremità dell’osso, di mantenere i frammenti al loro posto e la formazione di una [[Pseudoartrosi|pseudo-artrosi]], o falsa articolazione.Trovò altresì il modo di curare un [[enfisema]] generale traumatico per rottura del [[polmone]] e si occupò dell’estrazione di [[Neoplasia|tumori]] maligni della lingua e della mammella e della spaccatura di [[Fistola|fistole]] anali mediante filo elastico.Ma i contributi apportati alla medicina da parte del Massarenti non riguardano soltanto diagnosi e cura, infatti egli ha pure immaginato e realizzato alcuni apparecchi nel trattamento della [[frattura]] della [[clavicola]] (''docce di guttaperca''), frattura della [[coscia]] e della [[gamba]] (''apparecchio di contraestensione e tavolette scivolanti sopra cilindri di legno mobili)'' e frattura della rotula ''(fasciatura contentiva sovramontata da un tubo elastico ripiegato a forma di losanga e fisso''). Nell’Ospedale Abbandonati, il Massarenti sperimentò parecchie tecniche come l’estrazione di un proiettile con l’ago-diagnosi o la disarticolazione dell’omero. Inoltre ideò un apparecchio per sopperire al distacco dei [[Tendine|tendini]] estensori della gamba, consistente in due anelli di cuoio, uno sopra e uno sotto il ginocchio, riuniti nella parte anteriore mediante tessuto elastico con speciali cinghie che ne assicurano la solidità. Nello stesso ospedale egli imbalsamò mediante iniezioni nelle [[Arteria carotide interna|carotidi]] di una soluzione di [[acido arsenioso]], la gamba di uno zappatore svizzero che dopo 12 anni era ancora ben conservata e passava dal Museo dell’Ospedale Maggiore al Museo d’Anatomia Patologia della R.Università.Riguardo ai mezzi [[anestetici]] in medicina e in chirurgia, il Massarenti si mostrò sempre entusiasta nell’uso del coralio che sostiene di aver usato per primo a Bologna e con effetto in una giovane affetta da [[epilessia]].Favoreggiava il collodion elastico nelle ferite da taglio, da fuoco e lacero-contuse per la doppia proprietà di essere [[antisettico]] e contentivo. Il Massarenti è stato il più fedele sperimentatore di [[Causticità|caustici]] in genere sui tessuti animali allo stato fisiologico e patologico e ha usato l’[[acido fenico]], il [[Nitrato d'argento|nitrato d’argento]], il nitrato di mercurio e l’[[Acido cromico|acido-cromico]] con la [[glicerina]]. Egli affermò che dove l’epitelio della pelle e delle mucose è sano, l’applicazione di questi caustici è innocua e indolore, dove è patologico l’azione è dolorosa.In particolare il nitrato acido di mercurio fu utilizzato contro la difterite, mentre l’acido fenico per combattere processi puerperali localizzati e le comuni erosioni del muso di tinca.Il Massarenti inoltre inventò ''l’uvolotomo'', uno strumento chirurgico nuovo, destinato a recidere le [[Ugola|ugole]] ipertrofiche, comuni nei cantanti. Questo strumento consente di non dover fare un taglio obliquo all’ugola.
 
=== Ginecologia ===