Massimo Scaligero: differenze tra le versioni
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===Gli anni del fascismo: da intellettuale fascista alla "redenzione". La diatriba degli storici. ===
Iniziò giovanissimo l'attività giornalistica. Lo zio, Piero Scabelloni, giornalista e umanista, lo iniziò alla scrittura. Iniziò a scrivere per la stampa fascista, pubblicando una moltitudine di articoli spaziando in stile e ricerca: fu fine umorista<ref>{{Cita libro|titolo=Massimo Scaligero, Il sorriso degli dei (a cura di Enzo Erra); ed. Tilopa.}}</ref>, esperto di storia e religioni, esoterista. Aderì in modo più o meno implicito a quella corrente che oggi può essere definita degli "intellettuali fascisti" ossia non se ne discostò, pubblicando per organi della stampa fascista, articoli – anche a carattere antisemita – fino al 1942<ref>Molti dei suoi primi saggi apparvero nel 1931, salutando il fascismo come il portatore 'di quella spiritualità luminosa che è la principale caratteristica delle civiltà superiori'. Pubblicò in organi di stampa fascisti nel 1932 e 1933. I suoi primi articoli impiegano una terminologia esoterica, e l’argomento spirituale fu un elemento consistente in tutta la sua opera. Scaligero preconizzava una 'spiritualità fascista' in un articolo di prima pagina nel Regime Fascista nell’agosto 1938. Argomenti razziali appaiono nei suoi scritti fin dal 1935". "Scaligero enunciò la sua prospettiva esoterica in una prima opera magna, un libro del 1939 intitolato “''La Razza di Roma''”. La sua proposizione d’apertura si riferiva alla “nostra posizione razzista” come ad una specifica forma del razzismo italiano. Denunciando “il materialismo delle società democratiche”, Scaligero caratterizzava l’italiana come 'una razza destinata alla vittoria', con il regime fascista consolidante 'il razzismo in un senso vero e superiore'. Preoccupato di dimostrare le radici ariane della razza italiana, presentò un elaborato modello narrativo della teoria teosofica delle razze-radice, comprese le origini razziali iperboree, lo sviluppo e la caduta di Atlantide, ed un vasto panorama evolutivo in cui 'la razza ariana bianca' fondò la civilizzazione occidentale in tempi preistorici. I gruppi razziali nordici e mediterranei si fusero insieme nella razza di Roma migliaia di anni prima, sintetizzando i migliori tratti di quei gruppi. Gli antichi Romani rappresentavano l’armonizzazione delle due eredità razziali unite in un nobile impero. I popoli europei avevano riscoperto la loro primordiale unità ariana sotto la guida della Roma imperiale." </ref>.
Proprio agli inizi degli anni quaranta (dopo aver corretto all'anagrafe il cognome con il ''nom de plume'' e dopo esser stato il protagonista di un acceso dibattito antisemita su ''Roma fascista)'' per Scaligero incomincia un severo periodo di revisione della sua partecipazione alla vita politica del Paese. Il processo di revisione culminerà con una particolare esperienza interiore conclusasi durante un periodo di detenzione presso il carcere di ''Regina Coeli'' (esperienza di cui si darà nota in seguito) dal qual Scaligero uscì prosciolto da ogni imputazione ossia ''innocente''. Dalla data di scarcerazione Scaligero non parlo né scrisse mai più di politica e a chiunque paventasse la possibilità di pubblicare nuovamente uno dei suoi libri di matrice fascista, rispondeva: ''Siete degli imbalsamatori.''
Il problema degli intellettuali fascisti è un problema storico attualissimo ed aperto. Se da un lato l'operazione dominante è consistita per anni in una doppia ''[[damnatio memoriae]]'' consistente sia nell'affidare all'oblìo pagine critiche di determinate e illustri biografie (per salvare immagine e reputazione dei personaggi) sia in un processo di distruzione, sminuizione, denigrazione del valore dell'opera intellettuale di uno di questi intellettuali, prodotta in tutta risposta alle loro ingerenze con il regime.
Peter Staudenmaier, universitario che ha dedicato un importante studio ai rapporti fra nazismo, fascismo ed esoterismo, ha definito Massimo Scaligero una "figura ignominiosa" per la sua intensa attività di propaganda razzista ed antisemita al servizio del regime.<ref>Peter Staudenmaier, Between Occultism and Nazism: Anthroposophy and the Politics of Race in the Fascist Era", Aries Book, Brill, 2014</ref> Peter Staudenmaier tuttavia non rilegge nella sua totalità la vicenda biografica di Scaligero, cristallizzandolo entro la mera esperienza del periodo fascista. Come la universitaria italiana [[Mirella Serri]] dimostra nel suo libro "I Redenti", la vicenda biografica di Scaligero segnò, insieme a quella di uno sparuto numero di intellettuali italiani, un reale processo di redenzione dall'ideologia fascista.
Collaborò con articoli alla rivista di regime ''[[La difesa della razza]]''. Nella comunità ebraica di Roma, viene ricordato, insieme a Julius Evola, Giovanni Preziosi, Piero Pellicano, Alberto Luchini, fra gli intellettuali più attivi nella propaganda antisemita che porto' alla promulgazione delle leggi razziali nel 1938<ref>"La propaganda antisemita nel fascismo". Prospettive di ricerca di Manola Ida Venzo, cfr pag. 104 [http://www.romaebraica.it/wp-content/uploads/2015/05/30-Antonucci-Ferrara-Folin-Venzo-Le-leggi-razziali-e-la-persecuzione-degli-ebrei-a-Roma-20131.pdf]</ref>
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