Somnium Scipionis: differenze tra le versioni
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Anzitutto l’Africano gli indica Cartagine dal cielo in cui si trova e gli preannuncia che, come ora la sta attaccando quasi fosse un soldato semplice, nel giro di un paio d’anni la conquisterà nelle vesti di console. Dopodiché aggiunge che, una volta celebrato il trionfo su Cartagine, Scipione Emiliano ricoprirà la carica di censore, che andrà come ambasciatore in Egitto, Siria, Asia e Grecia, e che, una volta rieletto console, raderà al suolo Numanzia. Dopo tutto questo, tornato a Roma, troverà la Repubblica sconvolta dai piani dell’altro nipote dell’Africano, Tiberio Gracco. A questo punto Africano Maggiore esorta solennemente il Minore a guidare il popolo romano con il proprio valore, avvertendolo però che quando la sua età arriverà ai 56 anni (otto volte sette, due numeri considerati perfetti), egli morirà, non prima di aver reso stabile lo stato e averlo sottratto alle mani dei suoi parenti (Gracco). La narrazione di Scipione è qui interrotta dalla costernazione dei commensali, in particolare quello di Lelio, ma l’Emiliano li incoraggia a tacere e ascoltare il resto del suo sogno.
Tutti gli uomini che hanno aiutato, sorretto e che si sono battuti per la patria, secondo le parole dell'Africano, riceveranno di sicuro un posto in cielo, dove potranno godere di una vita eterna. Questo premio verrà riconosciuto ai più valorosi da quel dio "che tutto ha generato" che collocherà gli animi di questi protettori nel luogo da cui erano partiti. Allora Scipione Emiliano interviene chiedendo se il padre Paolo e tutti gli altri che vengono considerati ormai morti ancora vivano, alla quale domanda Africano risponde che sono assolutamente vivi, anche più dei mortali, perché (con un riferimento al platonismo) si sono liberati del corpo che è come un carcere per l'anima e fa notare al nipote l'arrivo dello stesso Paolo, che abbraccia e consola il figlio.
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== Influenza ==
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