Somnium Scipionis: differenze tra le versioni
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Tutti gli uomini che hanno aiutato, sorretto e che si sono battuti per la patria, secondo le parole dell'Africano, riceveranno di sicuro un posto in cielo, dove potranno godere di una vita eterna. Questo premio verrà riconosciuto ai più valorosi da quel dio "che tutto ha generato" che collocherà gli animi di questi protettori nel luogo da cui erano partiti. Allora Scipione Emiliano interviene chiedendo se il padre Paolo e tutti gli altri che vengono considerati ormai morti ancora vivano, alla quale domanda Africano risponde che sono assolutamente vivi, anche più dei mortali, perché (con un riferimento al platonismo) si sono liberati del corpo che è come un carcere per l'anima e fa notare al nipote l'arrivo dello stesso Paolo, che abbraccia e consola il figlio.
Scipione Emiliano desidera abbandonare la propria vita per raggiungere quella del cielo, ma Lucio Emilio Paolo gli risponde che potrà raggiungerlo solo se il dio a cui appartiene il cielo lo avrà liberato dal carcere del corpo, dal momento che ad ogni uomo è stato dato il compito di custodire la Terra e a tal fine l'anima dai fuochi eterni, che tutte le persone devono mantenere nel carcere del corpo; troviamo qui uno dei concetti centrali dell'opera: «''Iustitiam cole et pietatem''» (“Coltiva la giustizia e la devozione”). Il punto di vista del racconto diventa quello di Scipione che osserva l'universo dalla Via Lattea: stelle che non aveva mai visto prima, la sfera posta più in basso (la luna) e poi la Terra.
== Influenza ==
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