Governo in esilio della Polonia: differenze tra le versioni

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=== Periodo bellico ===
Il governo polacco in esilio, con sede prima a [[Parigi]] e poi a [[Londra]], era riconosciuto da tutti i governi alleati. Politicamente era una coalizione formata da [[Partito Popolare Polacco]], [[Partito Socialista Polacco]] e [[Partito Nazional-Democratico (Polonia)|Partito Nazional-Democratico]], anche se questi partiti mantennero solo un'esistenza formale durante l'esilio.
 
Quando la [[Germania]] attaccò l'[[Unione Sovietica]] nel [[1941]], il governo polacco in esilio stabilì relazioni diplomatiche con l'URSS, nonostante il ruolo di [[Josif Stalin|Stalin]] nello [[Campagna di Polonia|smembramento della Polonia]]. I sovietici accettoronoaccettarono di liberare circa trentamila soldati polacchi prigionieri in quanto "nemici dell'Unione Sovietica". Ma i prigionieri erano molti di più. Il gen. [[Władysław Anders]], già detenuto alla Lubjanka, comandante del II Corpo Polacco, riuscì a raccogliere circa 50.000 soldati e altrettanti civili detenuti nei campi di lavoro. C'era molta diffidenza reciproca tra polacchi e sovietici ed i rifornimenti non erano sufficienti. Per questo si stabilì di evacuarli in Iran. Da qui si spostarono in Iraq a guardia dei pozzi petroliferi poi in Siria ed in Palestina. Queste unità formarono la base per il II Corpo Polacco, condotto dal generale Anders, che combatté insieme agli Alleati.
 
Nell'aprile [[1943]] i tedeschi annunciarono la scoperta nella [[massacro di Katyn'|Foresta di Katyn]], presso [[Smolensk]], in [[Russia]], delle fosse comuni di 14.300 ufficiali polacchi che erano stati fatti prigionieri nel 1939, e assassinati poi dai sovietici. I tedeschi invitarono la [[Croce Rossa Internazionale]] a visitare il sito, e fu confermato che le fosse contenevano i cadaveri di ufficiali polacchi uccisi con armi sovietiche. Il governo sovietico sostenne invece che la scoperta era stata creata ad arte dai tedeschi. Gli altri governi alleati, per ragioni diplomatiche, accettarono formalmente questa spiegazione, mentre il governo polacco in esilio si rifiutò di accettarla.
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Stalin, da allora, interruppe le relazioni con il governo polacco in esilio. Dato che era chiaro, dopo la Conferenza di Teheran, che sarebbe stata l'[[Unione Sovietica]], e non gli Alleati occidentali ad occupare la Polonia, questa rottura ebbe conseguenze sulla sorte della nazione. Sikorski, ritenuto da tutti il più capace dei leader polacchi, rimase ucciso in un incidente aereo a [[Gibilterra]] nel luglio [[1943]]. A lui successe come capo del governo polacco in esilio [[Stanisław Mikołajczyk]].
 
Nel [[1943]] e [[1944]] i capi alleati, e in particolare [[Winston Churchill]], cercarono di riportare la normalità nelle relazioni tra [[Stalin]] e il governo polacco in esilio, ma questi sforzi si rivelarono senza successo, soprattutto dopo il massacro di Katyń. Un'altra materia di contrasto erano i [[cambiamenti territoriali della Polonia dopo la seconda guerra mondiale|confini polacchi post-bellici]]: Stalin insisteva sul fatto che i territori annessi dai sovietici nel 1939, erano a maggioranza [[ucraina]] e [[bielorussiaBielorussia|bielorussa]], dimenticando la deportazione di 1,5 milioni di polacchi, e dovevano rimanere in mano sovietica, e che la Polonia doveva essere compensata con terre da togliere alla [[Germania]]. Mikołajczyk rifiutò il compromesso sulla questione della sovranità polacca sui suoi territori orientali pre-bellici. Una terza materia di scontro era l'insistenza di Mikołajczyk sul fatto che Stalin non instaurasse un governo comunista nella Polonia al termine della guerra.
 
Per rafforzare la sua posizione, Stalin promosse la creazione di un [[Comitato Polacco di Liberazione Nazionale|governo polacco filo-sovietico]] a [[Lublino]], guidato da [[Edward Osóbka-Morawski]] ed alla guida dell'[[Armia Ludowa]], formazione militare concorrente della più numerosa [[Armia Krajowa]].