Arte della Seta: differenze tra le versioni
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[[Immagine:Petrus Christus 003.jpg|thumb|left|200px| Sant'Eligio nella sua bottega d'orafo]]
Anche le botteghe degli orafi erano molto diffuse a Firenze, concentrate nella zona tra il [[Ponte Vecchio]] ed il Mercato Nuovo, dove ancora oggi se ne trovano diverse affolate dai turisti.
Le botteghe avevano degli sporti laterali in legno, dalla caratteristica forma a T e all'interno i maestri orefici lavoravano su dei banchi muniti di [[morse]], [[incudini]], [[bulini]], [[ceselli]], [[lime]], martelli, pinze di varie misure e bilance per pesare i metalli preziosi.▼
▲Le botteghe avevano degli sporti laterali in legno, dalla caratteristica forma a T e all'interno i maestri orefici lavoravano su dei banchi muniti di [[morse]], [[incudini]], [[bulini]], [[ceselli]], [[lime]], martelli, pinze di varie misure e bilance per pesare i metalli preziosi.
Alle pareti c'erano le fornaci con tutti gli attrezzi necessari per alimentare il fuoco e colare l'oro e l'argento in lingotti o [[verghe]], le [[filiere]] per ridurre i metalli colati in fili sottili ed un ceppo su cui si martellavano le piastre. Per gli stampi venivano normalmente usati degli ossi di seppia.
La produzione consisteva soprattutto nella fabbricazione di anelli, bracciali, collane, fermagli e reticelle impreziosite da pietre preziose o perle, che le donne usavano per raccogliere i capelli, ma un altro settore importante era quello del vasellame (scodelle, boccali, saliere e bacinelle) e degli arredi sacri (candelabri, croci, ampolle e reliquiari).
Gli orafi si associarono alla corporazione nel [[1322]] e scelsero [[Sant'Eligio]] come loro protettore, la cui confraternita faceva capo alla chiesa di Santa Cecilia in Piazza della Signoria.
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