Smetto quando voglio - Masterclass: differenze tra le versioni

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Quanto raccontato viene però ritenuto assurdo dai giudici, che decidono di dare l'intera responsabilità a Pietro, che finisce in carcere. Qui riceve la visita della Coletti, che gli propone di rimettere insieme la banda e lavorare in incognito con la polizia per identificare e bloccare lo spaccio delle [[smart drugs]], che verranno poi segnalate al Ministero per essere incluse nell'elenco delle sostanze illegali. Mattia e Giorgio, i due linguisti, sono finiti a fare i facchini in un hotel; Andrea, l'antropologo, lavora da un carrozziere; Arturo, l'archeologo, gestisce i ritrovamenti archeologici negli scavi della [[Linea C (metropolitana di Roma)|Linea C]]; Bartolomeo, l'economista, vive succube della sua nuova famiglia zingara; Alberto, infine, è in disintossicazione e riabilitazione comportamentale. Se riusciranno a neutralizzare 30 smart drugs, avranno tutti nuovamente la fedina penale pulita.
 
Pietro accetta a condizione di aggiungere tre nuovi membri alla banda: il dottor Giulio Bolle, medico anatomista, che ora vive in [[Thailandia]] dove partecipa a vari combattimenti a scommesse; l'ingegner Lucio Napoli, che si trova a [[Lagos]] a vendere armi; l'avvocato di diritto canonico Vittorio, che si occupa della difesa di persone giudicate in Vaticano.
 
L'operazione sembra procedere bene, e la banda comincia a individuare e neutralizzare lo spaccio di diverse smart drugs. Pietro deve fingere di essere ancora in carcere, cosa che non gli riesce con Giulia, il che, durante i mesi di gestazione del bambino, darà vita a una serie di scene comiche e grottesche.