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{{Storia della Germania}}
'''Germania Nazionalsocialista''' (o '''Nazistanazionalsocialista''') o '''Terzo Reich''' (in [[Lingua tedesca|tedesco]]: ''Drittes Reich'', lett. ''Terzo Impero'') sono le definizioni con cui comunemente ci si riferisce alla [[Germania]] tra il [[1933]] e il [[1945]], quando si trovò sotto il [[Totalitarismo|regime totalitario]] del [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori]] guidato da [[Adolf Hitler]] col titolo di [[Führer]].
Il termine "Terzo Reich" intendeva connotare la Germania [[Nazionalsocialismo|nazistanazionalsocialista]] come il successore storico del [[Medioevo|medievale]] [[Sacro Romano Impero]] ([[962]]-[[1806]]) fondato da [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]] e del [[Storia moderna|moderno]] [[Impero tedesco]] ([[1871]]-[[1918]]), fondato da [[Guglielmo I di Germania]]. Le denominazioni ufficiali furono '''''Deutsches Reich''''' (tale denominazione era in uso sin dal [[1871]]) dal 1933 al [[1943]] e '''''Großdeutsches Reich''''' ("Grande Reich tedesco") dal 1943 al 1945 e anche '''''Tausendjähriges Reich''''' ("Reich millenario") per alludere a [[Escatologia|concetti escatologici]]. Il 30 gennaio 1933 Hitler venne nominato [[cancelliere del Reich]] e – nonostante inizialmente si trovasse a capo di un governo di coalizione – si liberò velocemente dei partiti alleati, per poi nel giro di un anno accentrare nel governo e nella sua persona sia il potere esecutivo sia quello legislativo, esautorando completamente il ''[[Reichstag (istituzione)|Reichstag]]'', Hitler pose le basi per quel governo totalitario di [[estrema destra]] dalle forti connotazioni [[Nazionalismo|nazionalistiche]], [[Militarismo|militaristiche]], [[Antisemitismo|antisemite]] e fortemente aggressivo in [[politica estera]].
All'epoca i confini tedeschi erano ancora quelli stabiliti dal [[Trattato di Versailles (1919)|trattato di Versailles del 1919]] tra la Germania e le [[Alleati della prima guerra mondiale|potenze Alleate]] ([[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|Regno Unito]], [[Terza Repubblica francese|Francia]], [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], [[Impero giapponese]] e altri) dopo la fine della [[prima guerra mondiale]]; a nord la Germania era limitata da [[mare del Nord]], [[mar Baltico]] e [[Danimarca]]; a est era divisa in due parti e confinava con [[Lituania]], la [[Città Libera di Danzica]], [[Repubblica Popolare di Polonia|Polonia]] e [[Cecoslovacchia]]; a sud confinava con [[Austria]] e [[Svizzera]], mentre a ovest toccava Francia, [[Lussemburgo]], [[Belgio]], [[Paesi Bassi]], [[Renania]] e [[Saarland]]. Questi confini cambiarono dopo che la Germania riprese il controllo di [[Renania]], [[Saarland]] e [[Territorio di Memel]] e si annesse l'Austria, i [[Tedeschi dei Sudeti|Sudeti]] e la [[Terre ceche|Boemia e Moravia]]. Durante la [[seconda guerra mondiale]] la Germania si espanse trasformandosi nella ''[[Großdeutschland]]'' ("Grande Germania"), secondo i principi del [[pangermanismo]], già sviluppati nel secolo precedente, ma particolarmente cari a Hitler; tale processo di espansione iniziò nel [[1938]] con l'''[[Anschluss]]'', ossia l'annessione dell'Austria, ma fu l'[[Campagna di Polonia|aggressione alla Polonia]] che spinse il Regno Unito e la Francia alla [[dichiarazione di guerra]].
Nel corso della guerra la Germania e le altre [[potenze dell'Asse]] europee ([[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], [[Regno d'Ungheria (1920-1946)|Ungheria]], [[Romania]] e [[Slovacchia]]) conquistarono e occuparono la maggior parte dell'Europa (con l'eccezione delle [[isole britanniche]], della Svizzera, della [[Svezia]], della [[penisola iberica]] e della [[Tracia orientale|Turchia europea]]), nonché parte della [[Russia europea]]; la Germania nazistanazionalsocialista fu l'impero che, fatta eccezione per l'impero romano, unificò e dominò maggiormente la superficie europea in tutta la storia dell'umanità. I nazistinazionalsocialisti perseguitarono e assassinarono milioni di [[ebrei]] e di appartenenti ad altre [[minoranze etniche]], in particolare popolazioni [[popoli romanì|zingare]] e [[Slavi|slave]], commettendo il [[genocidio]] noto come [[Olocausto]], perseguito, per quanto riguarda gli ebrei, secondo il programma delineato nella cosiddetta "[[soluzione finale della questione ebraica]]" (''Endlösung der Judenfrage'' in tedesco), che in ultimo assunse i connotati di un vero e proprio sterminio di massa e che venne illustrato ai capi di varie burocrazie nazistenazionalsocialiste alla [[conferenza di Wannsee]] per ottenerne la collaborazione operativa. Furono inoltre perseguitati e spesso uccisi diversi esponenti [[Resistenza tedesca|antinazistiantinazionalsocialisti]] (perlopiù [[Socialismo|socialisti]] e [[Comunismo|comunisti]]) eseguendo condanne a morte con il ''[[Tribunale del Popolo (Germania)|Volksgerichtshof]]'' (Tribunale del Popolo), nonché [[Massoneria|Massoni]], [[testimoni di Geova]], [[Rom (popolo)|rom]] e [[sinti]] (quest'altro genocidio è noto come ''[[Porajmos]]''), [[Omosessualità|omosessuali]] tramite il [[paragrafo 175]] del [[Diritto penale|codice penale]] tedesco del tempo e anche persone affette da malattie ereditarie e congenite gravi sia di tipo fisico sia mentale, tramite il programma [[Aktion T4]].
Tra il [[1943]] e il [[1945]] la Germania subì una continua serie di pesanti sconfitte da parte degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]], in particolare [[Unione Sovietica]], Stati Uniti e Regno Unito. Ciò portò all'occupazione del territorio tedesco e allo smembramento in quattro settori d'occupazione, poi ridotti a due, uno filo-occidentale (la [[Germania Ovest]]) e uno filo-sovietico (la [[Repubblica Democratica Tedesca|Germania Est]]).<ref>{{cita|Keegan, 1989|}}.</ref>
Il 2 agosto 1934 von Hindenburg morì. Hitler assunse la carica di ''[[Führer]]'' e cancelliere del ''Reich'' (la carica di Presidente rimase invece vacante) e annunciò ufficialmente la nascita del Terzo ''Reich''. Fino alla morte di Hindenburg il ''Reichswehr'' non aveva seguito Hitler, in parte perché l'associazione delle SA, che comprendeva molti milioni di uomini, era più grande dell'esercito (limitato a {{formatnum:100000}} effettivi dal Trattato di Versailles), ma anche perché i capi delle SA si proponevano dapprima di inglobare l'esercito nelle SA e quindi lanciare la rivoluzione nazionalsocialista. L'assassinio di Ernst Röhm e degli altri capi SA misero il ''Reichswehr'' nella posizione di essere l'unica forza armata della Germania e le promesse di Hitler riguardo all'espansione dell'impero gli garantirono la sua fedeltà. La scomparsa di Hindenburg agevolò il mutamento del giuramento di fedeltà dei soldati tedeschi dalla fedeltà al ''Reich'' e alla Repubblica di Weimar in uno di fedeltà a Hitler, che divenne il ''Führer'' della Germania.<ref>{{cita|Read, 2003}}.</ref>
Il risultato fu che i nazionalsocialisti sancirono la fine dell'alleanza ufficiale di governo NSDAP-DNVP e iniziarono a imporre l'[[ideologia]] e il [[simbolismo nazista|simbolismo nazionalsocialista]] in tutti gli aspetti della vita pubblica e privata in Germania; i manuali scolastici vennero sottoposti a [[Revisionismo storiografico|revisione]] o riscritti completamente per promuovere la visione razzista pangermanista della ''[[Großdeutschland]]'' ("Grande Germania"), che doveva essere fondata dal<nowiki> </nowiki>''[[Razza superiore|Herrenvolk]]'' nazionalsocialista; gli insegnanti che si opposero ai nuovi programmi di studi vennero licenziati. Inoltre, per forzare l'obbedienza del popolo verso lo Stato, i nazionalsocialisti fecero grande uso della ''Gestapo'', una polizia segreta di Stato indipendente dalle autorità civili. La ''Gestapo'' mise sotto controllo il popolo tedesco grazie a {{formatnum:100000}} spie e informatori, che riferivano di chiunque manifestasse posizioni critiche o antinazisteantinazionalsocialiste.
Contenta della prosperità portata dai nazionalsocialisti, la maggior parte dei tedeschi rimase silenziosamente obbediente, mentre gli oppositori politici, specialmente comunisti, [[Marxismo|marxisti]] e membri dell'[[Internazionale Socialista]] furono imprigionati; tra il 1933 e il 1945 più di tre milioni di tedeschi furono rinchiusi in [[Campo di concentramento|campi di concentramento]] o in carcere per ragioni politiche<ref>Henry Maitles [http://pubs.socialistreviewindex.org.uk/isj77/maitles.htm NEVER AGAIN!: recensione di ''I volenterosi carnefici di Hitler'' di David Goldhagen], con riferimenti a "The German Resistance Movement" di G. Almond, Current History 10 (1946), pp409–527.</ref><ref>{{cita|Large, 1994|p. 122}}.</ref><ref>{{cita|Mitchell, 1988|p. 217}}.</ref> e decine di migliaia vennero uccisi. Sempre tra il 1933 e il 1945 i ''[[Sondergerichte]]'' ("tribunali speciali") condannarono a morte {{formatnum:12000}} tedeschi, mentre la [[corte marziale]] ne condannò a morte {{formatnum:25000}} e la giustizia ordinaria {{formatnum:40000}}.<ref>{{cita|Hoffmann, 1996|p. XIII}}.</ref>
[[File:Second world war europe 1941-1942 map en.png|thumb|Le conquiste della Germania e degli alleati dell'asse (in azzurro) in Europa durante la seconda guerra mondiale]]
==== La conquista dell'Europa ====
La crisi di [[Danzica]] raggiunse il suo culmine all'inizio del [[1939]]; man mano che i rapporti sulle dispute riguardo alla [[Città Libera di Danzica]] aumentavano, il [[Regno Unito]] "garantì" di difendere l'integrità territoriale dell'allora [[Repubblica Popolare di Polonia]] e i polacchi respinsero una serie di offerte da parte della Germania nazistanazionalsocialista riguardanti sia Danzica sia il [[Corridoio di Danzica|corridoio polacco]]; i tedeschi decisero quindi di rompere le relazioni diplomatiche. Hitler aveva saputo che l'[[Unione Sovietica]] voleva firmare un [[Patto Molotov-Ribbentrop|patto di non aggressione]] con la Germania e avrebbe tollerato un attacco contro la Polonia. Il 1º settembre 1939 [[Campagna di Polonia|la Germania invase la Polonia]] e due giorni dopo Regno Unito e Francia dichiararono guerra alla Germania. La seconda guerra mondiale stava iniziando, ma la Polonia cadde molto rapidamente, specialmente dopo che i sovietici l'ebbero attaccata a loro volta il 17 settembre. Il Regno Unito effettuò dei bombardamenti su [[Wilhelmshaven]], [[Cuxhaven]],<ref>CuHaven Online [http://www.cuxhaven.de/cuxhaven_1231.php Stadt Cuxhaven - Ein Fehler ist aufgetreten (404)] vedi anche: ''Die Hessisch-thüringische 251. Infanterie-division,'' Karl-Wilhelm Maurer, 14. [http://books.google.de/books?id=OL3AvYS68TwC&pg=PA14&dq=bomben+cuxhaven+1939&lr=&ei=AiniSfHZAoOIzQT6x_Ap Die Hessisch-thüringische 251 ... - Google Bücher]</ref> [[Helgoland]]<ref>https://web.archive.org/web/20080422191359/http://www1.ndr.de/kultur/geschichte/helgolandchronik2.html</ref> e altre zone. A parte qualche scontro navale non successe nient'altro: per questo tale periodo venne definito della "[[strana guerra]]".
Il [[1940]] iniziò con il Regno Unito che lanciò dei volantini di propaganda nei cieli di [[Praga]] e [[Vienna]],<ref>{{cita web|url=http://www.rafmuseum.org.uk/milestones-of-flight/british_military/1940.cfm|titolo=British Military Aviation in 1940 - Part 1|editore=Rafmuseum.org.uk|accesso=27 aprile 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100726044101/http://www.rafmuseum.org.uk/milestones-of-flight/british_military/1940.cfm|dataarchivio=26 luglio 2010}}</ref> ma a un [[Scapa Flow|attacco tedesco alla flotta britannica in alto mare]] seguì il bombardamento inglese alla città portuale di [[Sylt]].<ref>{{cita news|lingua=en|url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,885838,00.html|titolo=IN THE AIR: Raid on Sylt|pubblicazione=[[Time]]|data=1º aprile 1940|accesso=27 aprile 2010}}</ref> Dopo l'[[incidente dell'Altmark]] al largo delle coste della [[Norvegia]] e la scoperta dei piani britannici per accerchiare la Germania, Hitler invase la [[Danimarca]], che non oppose resistenza e capitolò il giorno stesso dell'invasione. Le forze tedesche invasero quindi la Norvegia, che provò invece a resistere. Poco dopo britannici e francesi approdarono nella Norvegia centrale e settentrionale, ma la Germania sconfisse quelle truppe durante la conseguente [[campagna di Norvegia]]. Gli scontri durarono fino al giugno 1940, quando le forze anglo-francesi si ritirarono e l'esercito tedesco occupò gli ultimi territori ancora in mano alle forze norvegesi. Subito dopo la [[Svezia]] si dichiarò neutrale e la [[Finlandia]] si alleò con la Germania: Hitler si garantì così i rifornimenti di ferro dalla Svezia attraverso le acque costiere.
La Germania e i suoi alleati invasero l'Unione Sovietica il 22 giugno 1941. Alla vigilia dell'invasione l'ex delfino di Hitler [[Rudolf Hess]] tentò di negoziare i termini di una pace con il Regno Unito con un incontro privato e non ufficiale dopo un atterraggio di fortuna in [[Scozia]]. Al contrario Hitler sperava che un rapido successo in Unione Sovietica avrebbe spinto la Gran Bretagna ad accettare un tavolo di negoziati. L'inizio dell'operazione Barbarossa fu comunque un successo; il solo timore di Hitler era che l'esercito tedesco e i suoi alleati non avanzassero all'interno dell'Unione Sovietica abbastanza in fretta. Entro il dicembre 1941 i tedeschi e gli alleati raggiunsero le porte di [[Mosca (Russia)|Mosca]]; a nord le truppe avevano raggiunto [[Assedio di Leningrado|Leningrado]] e avevano circondato la città.<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.britannica.com/EBchecked/topic/335949/Siege-of-Leningrad|titolo=Siege of Leningrad (Soviet history)|editore=[[Enciclopedia Britannica]]}}</ref> Nel frattempo la Germania e i suoi alleati controllavano ormai quasi tutta l'Europa continentale, con le eccezioni della neutrale [[Svizzera]] e di Svezia, [[Spagna]], [[Portogallo]], [[Liechtenstein]], [[Andorra]], [[Città del Vaticano]] e [[Principato di Monaco]] e del Regno Unito, che ancora resisteva.
L'11 dicembre 1941, quattro giorni dopo l'[[Attacco di Pearl Harbor|attacco giapponese a Pearl Harbor]], la Germania nazistanazionalsocialista e l'Italia dichiararono guerra agli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]. Questo non era solo un modo di rafforzare il legame con il Giappone, ma dopo mesi di roboante propaganda antitedesca sui media americani e la messa in atto del programma di aiuti al Regno Unito denominato ''[[Lend-Lease]]'' le indiscrezioni sul piano ''[[Rainbow Five]]'' e i contenuti del discorso di [[Franklin Delano Roosevelt]] riguardo a [[Pearl Harbor]] avevano fatto comprendere a Hitler che gli Stati Uniti non sarebbero rimasti neutrali. La politica tedesca di "[[Appeasement|accomodamento]]" verso gli Stati Uniti, che tendeva a mantenerli fuori dalla guerra, rappresentava inoltre un peso per lo sforzo bellico tedesco. La Germania aveva fino ad allora evitato di attaccare i convogli navali statunitensi, anche quando portavano aiuti alla Gran Bretagna o all'Unione Sovietica. Al contrario, dopo la dichiarazione di guerra, la marina tedesca iniziò una [[guerra sottomarina indiscriminata]], servendosi degli [[U-Boot]] per attaccare le navi senza preavviso. L'obiettivo della marina tedesca, la ''[[Kriegsmarine]]'', era di interrompere la linea di rifornimenti della Gran Bretagna.
In tali circostanze ebbe luogo una delle più famose battaglie navali della storia, quando la [[nave da battaglia]] tedesca ''[[Bismarck (nave da battaglia)|Bismarck]]'', la più grande e potente nave da guerra della Germania, tentò di raggiungere l'[[Oceano Atlantico|Atlantico]] e prendere d'assalto le navi con i rifornimenti dirette in Gran Bretagna. La ''Bismarck'' venne affondata, ma non prima di aver a sua volta mandato a fondo la più grande nave da guerra britannica, l'[[Incrociatore da battaglia|incrociatore]] ''[[HMS Hood (51)|HMS Hood]]''. Gli U-Boot tedeschi ebbero maggior successo rispetto alle unità di superficie come la ''Bismarck''. Tuttavia la Germania non riuscì a fare della produzione di sommergibili una priorità strategica e, quando lo fece, i britannici e i loro alleati avevano sviluppato tecnologie e strategie per neutralizzarli. Inoltre, a dispetto dei primi successi dei sommergibili del 1941 e [[1942]], la carenza di materiali in Gran Bretagna non raggiunse mai i livelli della prima guerra mondiale. La vittoria degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] nella [[Battaglia dell'Atlantico (1939-1945)|battaglia dell'Atlantico]] fu comunque ottenuta a caro prezzo: tra il 1939 e il 1945 furono affondate {{formatnum:3500}} imbarcazioni alleate (per un tonnellaggio complessivo di 14,5 milioni) a fronte di 783 U-Boot tedeschi.<ref>{{cita|Wynn, 1998|p. 1}}.</ref>
La persecuzione delle minoranze razziali, etniche e sociali e degli "indesiderabili" furono una costante sia in Germania sia nei territori occupati. A partire dal 1941 gli ebrei furono costretti a portare un distintivo giallo quando si trovavano in pubblico; la maggioranza di essi fu costretta a vivere in [[Ghetto|ghetti]] murati, dove rimasero isolati dal resto della popolazione. Nel gennaio 1942 la [[conferenza di Wannsee]] guidata da [[Reinhard Heydrich]] (diretto subordinato del capo delle SS [[Heinrich Himmler]]), stese i piani per la "[[soluzione finale della questione ebraica]]" (''Endlösung der Judenfrage''). A partire da allora e fino alla fine della guerra vennero sistematicamente uccisi più di sei milioni di ebrei, nonché milioni di [[Omosessualità|omosessuali]], [[popoli romanì|zingari]], [[testimoni di Geova]], slavi, prigionieri politici e appartenenti ad altre minoranze. Più di dieci milioni di persone vennero inoltre costrette ai lavori forzati. Quotidianamente migliaia di persone venivano inviate nei [[Campo di sterminio|campi di sterminio]] e nei [[Campo di concentramento|campi di concentramento]]. Questo [[genocidio]] è noto come [[Olocausto]] in italiano e ''Shoah'' in [[Lingua ebraica|ebraico]].
Parallelamente all'Olocausto i nazistinazionalsocialisti misero in atto il ''[[Generalplan Ost]]'' ("piano generale per l'est") che prevedeva la conquista, la [[pulizia etnica]] e lo sfruttamento delle popolazioni degli annessi territori dell'Unione Sovietica e della Polonia; furono così uccisi circa venti milioni di civili sovietici, tre milioni di polacchi e sette milioni di soldati dell'[[Armata Rossa]]. La guerra d'aggressione nazistanazionalsocialista per lo [[Lebensraum|spazio vitale]] nell'Europa dell'est venne intrapresa per "difendere la civiltà occidentale dal [[bolscevismo]] dei sub-umani". Stime indicano che, se i nazistinazionalsocialisti avessero vinto la guerra, avrebbero deportato circa cinquantuno milioni di slavi dall'Europa centrale e orientale.<ref>{{cita web|url=http://www.dac.neu.edu/holocaust/Hitlers_Plans.htm|titolo=Hitler's War; Hitler's Plans for Eastern Europe|accesso=27 aprile 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20120527021449/http://www.dac.neu.edu/holocaust/Hitlers_Plans.htm|dataarchivio=27 maggio 2012}}</ref>
A causa delle atrocità subite sotto il regime di [[Iosif Stalin|Stalin]] molti [[Ucraina|ucraini]], [[Paesi Baltici|baltici]] e altri appartenenti ad etnie oppresse combatterono al fianco dei nazistinazionalsocialisti. Gli abitanti delle regioni sovietiche occupate dai nazistinazionalsocialisti giudicati di razza ariana o che non avevano diretti antenati ebrei non vennero perseguitati e anzi spesso vennero reclutati nelle divisioni delle ''[[Waffen-SS|Waffen Schutzstaffel]]''; in ultima analisi, il regime intendeva "germanizzare" tutto il ''volk'' giudicato razzialmente accettabile dell'Europa orientale occupata.
==== La vittoria degli Alleati ====
[[File:Bundesarchiv Bild 183-J16796, Rommel mit Soldaten der Legion "Freies Indien".jpg|thumb|Il feldmaresciallo [[Erwin Rommel|Rommel]] passa in rassegna la [[Indische Freiwilligen Legion der Waffen-SS|Legione SS "India Libera"]] in Francia nel 1944]]
All'inizio del 1942 l'Armata Rossa passò al contrattacco e, prima della fine dell'inverno, la ''[[Wehrmacht]]'' fu costretta ad allontanarsi dai dintorni di Mosca. I tedeschi e i loro alleati [[Fascismo|fascisti]] avevano comunque ancora un fronte molto saldo e, in primavera, lanciarono un grosso attacco contro i campi [[Petrolio|petroliferi]] del [[Caucaso]] zona del [[Volga]] nel sud della Russia. Si crearono così le condizioni per un confronto definitivo tra nazistinazionalsocialisti e sovietici, la [[battaglia di Stalingrado]] (17 luglio 1942-2 febbraio 1943), al termine della quale la Germania e gli alleati furono sconfitti. Vinta anche una [[Battaglia di Kursk|grande battaglia]] tra [[Carro armato|carri armati]] a [[Kursk]]-Orel nel luglio 1943, l'Armata Rossa avanzò verso ovest, in direzione della Germania; da quel momento in poi la ''Wehrmacht'' e i suoi alleati rimasero sulla difensiva.
Nel 1942 la Germania occupò, senza incontrare resistenza, la [[Francia di Vichy]] e [[Andorra]]. Dopo questo fatto la Francia di Vichy diventò a tutti gli effetti uno Stato fantoccio, mentre ad Andorra fu installata una base della ''Wehrmacht''. Nel frattempo sui fronti le cose non accennavano a migliorare: in Libia l'''Afrika Korps'' non riuscì a spezzare il fronte alleato nella [[prima battaglia di El Alamein]] (1–27 luglio 1942), anche per le ripercussioni logistiche e morali della sconfitta di Stalingrado. A partire dai primi mesi del 1942 i bombardamenti alleati sulla Germania aumentarono d'intensità causando la distruzione, tra le altre, di città come [[Operazione Millennium|Colonia]] e [[Bombardamento di Dresda|Dresda]], la morte di migliaia di civili e costringendo i sopravvissuti a patire gravi sofferenze.<ref>{{cita news|lingua=en|autore=Luke Harding|url=http://www.guardian.co.uk/world/2003/oct/22/worlddispatch.germany|titolo=Germany's forgotten victims|pubblicazione=[[The Guardian]]|data=22 ottobre 2003}}</ref> Stime contemporanee riguardo alle perdite umane dell'esercito tedesco parlano di 5,5 milioni di morti.<ref>{{cita|Schrijvers, 2001|pp. 83–86}}.</ref>
[[File:Americans cross Siegfried Line.jpg|thumb|Soldati statunitensi attraversano la [[linea Sigfrido]] tra Francia e Germania]]
Nel frattempo nel sotterraneo ''[[Führerbunker]]'' Adolf Hitler rimase psicologicamente isolato e tagliato fuori, iniziando a mostrare segni di squilibrio mentale; incontrando i vertici militari iniziò a valutare l'ipotesi del suicidio se la Germania avesse perso la guerra. Poco dopo l'Armata Rossa circondò Berlino, tagliandone le comunicazioni con il resto della Germania; nonostante la perdita di eserciti e territori Hitler non abbandonò il potere né si arrese. In assenza di comunicazioni da Berlino [[Hermann Göring]] mandò a Hitler un ultimatum, minacciando di assumere il comando della Germania nazistanazionalsocialista nel mese di aprile se non avesse ricevuto risposta, fatto che avrebbe interpretato come la dimostrata incapacità di Hitler a governare. Dopo aver ricevuto l'ultimatum Hitler ordinò l'immediato arresto di Göring e inviò un aereo che portasse la sua risposta a Göring stesso in [[Baviera]]. In seguito, nel nord della Germania, il ''[[Reichsführer-SS]]'' [[Heinrich Himmler]] prese contatto con gli Alleati per negoziare la pace: anche in questo caso la reazione di Hitler fu violenta e ordinò l'arresto e la messa a morte di Himmler.
Nella primavera del 1945 l'Armata Rossa entrò a Berlino; le forze statunitensi e britanniche avevano conquistato la maggior parte della Germania occidentale e incontrarono i sovietici a [[Torgau]], sul [[Elba (fiume)|fiume Elba]] il 26 aprile 1945. Con Berlino sotto assedio, Hitler e i comandanti nazistinazionalsocialisti rimasero asserragliati nel ''Führerbunker'' mentre in superficie, nella [[battaglia di Berlino]] (16 aprile 1945-2 maggio 1945), l'Armata Rossa affrontava quello che restava dell'esercito tedesco, la ''Hitler-Jugend'' (la [[Gioventù hitleriana]]) e le ''[[Waffen-SS]]'', per prendere il controllo della capitale ormai in rovina.
==== La capitolazione delle forze tedesche ====
La politica di smantellamento delle industrie tedesche da parte degli Alleati finì nel [[1951]] e nel [[1952]] la Germania aderì alla [[Comunità europea del carbone e dell'acciaio]]. Nel [[1955]] l'occupazione militare della Germania occidentale finì ufficialmente. Sotto il comunismo la Germania orientale si riprese a ritmo più ridotto fino al [[1990]], a causa dei risarcimenti pagati all'Unione Sovietica e degli effetti negativi dell'economia centralizzata pianificata. La Germania [[Trattato sullo stato finale della Germania|riguadagnò la piena sovranità]] dall'Unione Sovietica nel [[1991]].
Dopo la guerra i capi nazistinazionalsocialisti sopravvissuti vennero processati da un tribunale alleato a [[Norimberga]] per crimini contro l'umanità. Una minoranza venne condannata a morte e giustiziata, mentre altri vennero incarcerati e poi rilasciati verso la metà degli [[Anni 1950|anni cinquanta]] sia per le loro condizioni di salute sia per l'età ormai avanzata, con la sola notevole eccezione di [[Rudolf Hess]], che morì nel [[carcere di Spandau]], dove si trovava in stato di isolamento permanente, nel [[1987]]. Negli anni sessanta, settanta e ottanta in Germania occidentale vennero fatti altri tentativi di portare coloro che erano direttamente responsabili di "crimini contro l'umanità" davanti a un giudice. Tuttavia molti dei funzionari nazistinazionalsocialisti non di primo piano continuarono a rimanere in libertà.
Gli Alleati misero fuori legge il NSDAP, le sue organizzazioni secondarie e affiliate e la maggior parte dei suoi simboli ed emblemi (tra cui la svastica) sia in Germania sia in Austria; il divieto è tuttora in vigore. La fine del Terzo ''Reich'' vide inoltre il tramonto di correlate espressioni di esplicito nazionalismo, come il pangermanismo e il movimento ''völkisch'', che prima della seconda guerra mondiale erano state ideologie diffuse e importanti della scena politica tedesca ed europea. Fedeli alle suddette ideologie rimasero solo piccole frange minoritarie.
==== I processi di Norimberga ====
[[File:Nuremberg-1-.jpg|thumb|Il principale imputato del processo fu [[Hermann Göring]] (a sinistra in prima fila), il più importante tra gli ufficiali del Terzo ''Reich'' sopravvissuti]]
I [[Crimine di guerra|crimini di guerra]] e [[Crimine contro l'umanità|contro l'umanità]] nazionalsocialisti ebbero l'effetto di rinvigorire il sentimento [[Internazionalismo|internazionalista]] sia in Europa occidentale sia nel [[blocco orientale]], situazione che ebbe come risultato la creazione delle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] (26 giugno 1945). Uno dei primi compiti affidati all'organizzazione fu l'istituzione di tribunali speciali per giudicare i dirigenti nazistinazionalsocialisti nei [[Processo di Norimberga|processi di Norimberga]], organizzati proprio nell'ex roccaforte politica del nazismonazionalsocialismo.
Il primo e più importante fu il ''Processo dei principali criminali di guerra davanti al Tribunale militare internazionale'' (IMT) che riguardò ventiquattro tra i più importanti dirigenti nazistinazionalsocialisti, tra cui [[Hermann Göring]], [[Ernst Kaltenbrunner]], [[Rudolf Hess]], [[Albert Speer]], [[Karl Dönitz]], [[Hans Frank]] e [[Julius Streicher]]. Molti degli imputati furono giudicati colpevoli e dodici di essi furono condannati a morte per impiccagione. Alcuni dei condannati a morte nei loro ultimi secondi di vita inneggiarono a Hitler. Tra coloro che sfuggirono all'esecuzione vi furono Göring (che si suicidò con il [[cianuro]]), Hess (ex confidente di Hitler condannato all'ergastolo), Speer (architetto di Stato e in seguito ministro degli armamenti, condannato a vent'anni nonostante si fosse servito del lavoro di schiavi), [[Konstantin von Neurath]] (membro del governo del Terzo ''Reich'' che era già in carica prima dell'ascesa al potere del regime) e l'economista [[Hjalmar Schacht]] (altro ministro che era stato al governo anche prima del nazismonazionalsocialismo).
Nonostante tutto, alcuni hanno accusato i processi di Norimberga di essere stati la "giustizia del vincitore", dal momento che non fu presa alcuna iniziativa simile per punire i crimini di guerra e contro l'umanità commessi durante la guerra da Alleati e sovietici.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=inglese|autore=Nir Eisikovits|url=http://plato.stanford.edu/archives/spr2009/entries/justice-transitional|titolo=Transitional Justice|rivista=[[Stanford Encyclopedia of Philosophy]]|mese=gennaio|giorno=26|anno=2009}} Sezione 1.2.1 Victor's Justice</ref><ref>Pinn, Voldemar. ''Unknown World War II.'' Haapsalu, 1998. p. 82–83.</ref>
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Per rafforzare il controllo della Germania da parte di Hitler nel 1935 il regime nazistanazionalsocialista di fatto sostituì i governi dei ''Länder'' ([[Nazione costitutiva|Stati costitutivi]]) con i ''[[Gau (suddivisione territoriale)|Gau]]'' (distretti regionali), guidati da governatori che rispondevano direttamente al governo centrale del ''Reich'' di Berlino. La riorganizzazione politica indebolì la [[Prussia]], che storicamente aveva da sempre avuto un peso determinante sulle scelte politiche tedesche. Inoltre, nonostante la centralizzazione e l'assunzione dell'incarico di governatori dei ''Gau'', alcuni dirigenti nazistinazionalsocialisti continuarono a mantenere la carica che avevano all'interno dei ''Länder''; Hermann Göring rimase ''[[Reichsstatthalter]]'' e [[primo ministro di Prussia]] fino al 1945, mentre Ludwig Siebert rimase [[primo ministro di Baviera]]. Così nel corso della seconda guerra mondiale lo Stato tedesco fu riorganizzato in nuovi territori interni ed esterni (annessioni fuori del territorio tedesco).
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* Berlino
[[File:Adolf Hitler 42 Pfennig stamp.jpg|thumb|left|upright=0.7|Francobollo da 42 [[pfennig]] con l'effigie di Adolf Hitler (1944); la Germania si trasformò nel ''Grossdeutsches Reich'' nel 1943]]
Nei territori occupati che non rientravano nel progetto di annessione alla ''Große-Deutschland'' vennero istituite le suddivisioni amministrative chiamate ''Reichskommissariat''. La Russia sovietica occupata dai nazistinazionalsocialisti includeva il ''[[Reichskommissariat Ostland]]'' (che comprendeva i [[Paesi Baltici]], la parte orientale della Polonia e la parte occidentale della [[Bielorussia]]) e il ''[[Reichskommissariat Ukraine]]''. Nell'Europa del nord c'erano il ''[[Reichskommissariat Niederlande]]'' (nei Paesi Bassi) e il ''[[Reichskommissariat Norwegen]]'' (in Norvegia). Nel 1944 venne creato un ''Reichskommissariat'' franco-belga dalla precedente [[amministrazione militare del Belgio e della Francia del nord]], anch'essa frutto della occupazione tedesca. Tali strutture avrebbero dovuto fungere da basi per la creazione di Stati satelliti filo-tedeschi, ma il corso della guerra interruppe bruscamente questi progetti.
== Economia ==
{{vedi anche|Economia della Germania nazista}}
Adottando il [[trasversalismo]] tipico del [[fascismo]], l'economia di guerra nazistanazionalsocialista era un [[Economia mista|sistema misto]] di libero mercato e pianificazione statale centralizzata; lo storico [[Richard Overy]] afferma: "L'economia tedesca teneva il piede in due scarpe. Non era abbastanza affidata allo Stato da poter realizzare quello che poteva fare il sistema sovietico, ma non era nemmeno così capitalista da poter contare, come faceva l'America, sul reclutamento dell'impresa privata".<ref>{{cita|Overy, 1995|p. 205}}.</ref>
[[File:20 Deutschmark note 3rd Reich.jpg|thumb|Il ''[[Reichsmark]]'' si rivalutò durante il Terzo ''Reich'' (1933–45)]]
Quando i nazistinazionalsocialisti salirono al governo il principale problema in campo economico era un tasso nazionale di [[disoccupazione]] vicino al 30%.<ref name="Slouching Towards Utopia">{{cita web|url=http://econ161.berkeley.edu/TCEH/Slouch_Purge15.html|lingua=en|autore=J. Bradford DeLong|titolo=Slouching Towards Utopia?: The Economic History of the Twentieth Century – XV. Nazis and Soviets- J. Bradford DeLong – University of California at Berkeley and NBER (February 1997)|accesso=30 aprile 2010|editore=[[Università della California, Berkeley]]|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080511190923/http://econ161.berkeley.edu/TCEH/Slouch_Purge15.html|dataarchivio=11 maggio 2008}}</ref> Inizialmente le politiche economiche del Terzo ''Reich'' furono frutto delle idee dell'[[economista]] [[Hjalmar Schacht]], presidente della ''[[Reichsbank]]'' (1933) e Ministro dell'economia (1934), che aiutò il cancelliere Hitler ad avviare il risanamento, la realizzazione e il programma di riarmo del Paese.<ref name="Slouching Towards Utopia"/> Come ministro dell'economia, Schacht fu uno dei pochi ministri a sfruttare la libertà amministrativa consentita dall'uscita del ''Reichsmark'' dal [[sistema aureo]] per mantenere bassi i tassi di interesse e incrementare la spesa pubblica. Un ampio programma nazionale di opere pubbliche, che abbassò la disoccupazione, venne finanziato in deficit.<ref name="Slouching Towards Utopia"/> Effetto dell'amministrazione Schacht fu il rapidissimo calo del tasso di disoccupazione, più rapido di quello di qualsiasi altro Paese durante la [[grande depressione]].<ref name="Slouching Towards Utopia"/> Se tale politica si potesse o meno definire di tipo [[Economia keynesiana|keynesiano]] fu dibattuto da numerosi economisti già durante gli anni trenta.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|autore=C. Bresciani Turroni|titolo=The “Multiplier” in Practice: Some Results of Recent of German Experience|rivista=The Review of Economic Statistics|volume=20|numero=No. 2|mese=maggio|anno=1938|pp=76-88}}</ref> La maggior parte degli storici oggi nega che si possa attribuire questo aggettivo alla politica economica del nazionalsocialismo. Essa ebbe fin dall'inizio come obiettivo primario la realizzazione del riarmo a tappe forzate, con bilanci militari in continuo aumento e una conseguente lievitazione della spesa pubblica;<ref>{{cita pubblicazione|lingua=de|autore=Christoph Buchheim|titolo=Das NS-Regime und die Überwindung der Weltwirtschaftskrise in Deutschland|rivista=Vierteljahrshefte für Zeitgeschichte|volume=56|numero=3|anno=2008|pp=381-414}}</ref> la ''Reichswehr'' composta da {{formatnum:100000}} soldati, si ampliò fino a comprendere milioni di uomini e nel 1936 venne ribattezzata ''[[Wehrmacht]]''.<ref name="Slouching Towards Utopia"/>
[[File:Ostarbeiter-Abzeichen-vector.svg|thumb|upright=0.6|Simbolo identificativo di un ''Ostarbeiter'']]
Mentre il rigido controllo statale sull'economia e la massiccia politica di riarmo portarono durante gli anni trenta il Paese a una condizione vicina alla [[piena occupazione]] (le statistiche non comprendono le donne e i non cittadini tedeschi), tra il 1933 e il 1938 in Germania gli [[Potere d'acquisto|stipendi reali]] calarono circa del 25%.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=inglese|autore=M. Spoerer|titolo=Demontage eines Mythos? Zu der Kontroverse über das nationalsozialistische "Wirtschaftswunder"|rivista=Geschichte und Gesellschaft|numero=31|mese=luglio-settembre|anno=2005|pp=415-438}}</ref> I [[Sindacato|sindacati]] vennero soppressi, così come i [[Contratto collettivo|contratti collettivi]] e il diritto di [[sciopero]].<ref name="Slouching Towards Utopia"/> Venne abolito anche il diritto di licenziarsi: nel 1935 vennero istituiti i registri del lavoro e diventò necessaria l'autorizzazione del precedente datore di lavoro perché una persona potesse essere assunta altrove.<ref name="Slouching Towards Utopia"/>
Il controllo nazistanazionalsocialista sulle attività economiche comportò una diminuita capacità di produrre profitto degli investimenti, che dovevano essere fatti solo su compagnie che producevano beni e prodotti richiesti dal Terzo ''Reich''. Di fatto il finanziamento statale prevaleva nettamente sull'investimento privato; nei bienni 1933-1934 la percentuale di titoli privati in circolazione diminuì fino a scendere dal 50% al circa 10% del quadrienni 1935-1938. Pesanti tasse sui profitti limitavano la capacità di autofinanziamento delle imprese, mentre le aziende più grandi (che in genere lavoravano per appalti governativi) erano in genere esentate dal pagamento delle imposte: in pratica nel Terzo ''Reich'' il controllo del governo "aveva ridotto l'iniziativa privata a un guscio vuoto".<ref>{{chiarire|{{cita pubblicazione|autore=Peter Temin|titolo=|rivista=Economic History Review, New Series|volume=44|numero=4|pp=573–593|data=novembre 1991}}|titolo dell'articolo assente}}</ref>
Nel 1937 Hermann Göring sostituì Schacht come ministro dell'economia e introdusse un [[piano quadriennale]] che avrebbe reso autosufficiente la Germania in caso di guerra riducendo le importazioni dall'estero; tra gli altri provvedimenti il piano prevedeva salari e prezzi fissati dallo stato (chi avesse violato la norma sarebbe finito in un campo di concentramento) e il rendimento dei dividendi azionari era fissato al limite massimo del 6%. Gli obiettivi strategici dovevano essere raggiunti indipendentemente dai costi (come nell'economia sovietica).<ref name="Slouching Towards Utopia"/>
Il piano quadriennale venne trattato nel ''[[Memorandum Hossbach]]'' (5 novembre 1937), resoconto dell'incontro tra Hitler, l'esercito e gli addetti alla politica estera, in cui venne pianificata la guerra d'aggressione. La Germania iniziò comunque la guerra nel 1939, mentre la conclusione del piano era prevista nel 1940; per controllare l'economia del ''Reich'' Göring creò l'ufficio per il piano quadriennale. nel 1942 gli aumentati costi del conflitto e la morte in un incidente aereo del ''Reichsminister'' [[Fritz Todt]], crearono le condizioni perché alla guida delle politiche economiche si insediasse [[Albert Speer]]; Speer impiantò in Germania un'[[economia di guerra]] che richiese lo sfruttamento su larga scala di [[Lavoro forzato in Germania durante la seconda guerra mondiale|lavoratori forzati]]. Per sostenere l'economia del Terzo ''Reich'' per mezzo di schiavi i nazistinazionalsocialisti sequestrarono dodici milioni di persone provenienti da circa venti nazioni europee; approssimativamente il 75% di essi proveniva dall'Europa orientale.<ref>{{cita web|autore=John C. Beyer, Stephen A. Schneider|titolo=Forced Labour under Third Reich - Part 1|url=http://www.nathaninc.com/nathan2/files/ccLibraryFiles/FILENAME/000000000072/Forced%20Labour%20Under%20the%20Third%20Reich%2C%20Part%20One.pdf|editore=Nathan Associates Inc.|formato=PDF}}</ref><ref>{{cita web|autore=John C. Beyer, Stephen A. Schneider|titolo=Forced Labour under Third Reich - Part 2|url=http://www.nathaninc.com/nathan2/files/ccLibraryFiles/FILENAME/000000000073/Forced%20Labour%20Under%20the%20Third%20Reich%2C%20Part%20Two.pdf|editore=Nathan Associates Inc.|formato=PDF}}</ref>
== Ordinamento politico ==
{{Vedi anche|Adolf Hitler}}
Con l'assegnazione della maggioranza delle posizioni di governo a membri del partito nazistanazionalsocialista per il 1935 il governo nazionale tedesco e il partito diventarono praticamente la stessa cosa. Nel 1938, per mezzo della politica della ''[[Gleichschaltung]]'', i governi locali e degli stati federati persero tutto il loro potere legislativo, rispondendo sul piano amministrativo ai capi nazistinazionalsocialisti, conosciuti come ''[[Gauleiter]]'', che governavano i ''Gau'' e i ''[[Reichsgau]]''.
=== Governo ===
La Germania Nazionalsocialista si componeva di varie strutture di potere, che cercavano tutte di guadagnarsi il favore del ''Führer'', Adolf Hitler. In questo modo molte leggi esistenti venivano eliminate e sostituite con delle interpretazioni di quella che si riteneva fosse la volontà di Hitler. Un alto ufficiale del partito o del governo poteva prendere un commento di Hitler e trasformarlo in una nuova legge, che Hitler avrebbe potuto approvare come disapprovare. Questo modo di procedere prese il nome di "lavorare in direzione del ''Führer''" e il governo non era coordinato e non collaborava come un blocco unico, ma operava come un gruppo di individui ciascuno dei quali cercava di guadagnare per sé maggior potere e influenza tramite Hitler. Questo fatto rese spesso l'azione di governo molto involuta e divisa, specialmente grazie al fatto che Hitler aveva l'abitudine di fare nomine molto simili con sovrapposizioni di poteri e autorità. Il metodo permise ai nazistinazionalsocialisti più ambiziosi e con minori scrupoli di mettersi in luce assecondando le posizioni più estreme e radicali dell'ideologia di Hitler, come l'[[antisemitismo]], guadagnandosi il suo favore politico. Protette dall'efficientissima macchina della propaganda di Goebbels che ritraeva il governo come un gruppo impegnato coeso ed efficiente, le lotte interne e la conseguente legislazione caotica finirono per aumentare sempre più. Gli storici in materia si dividono tra "intenzionalisti", che credono che Hitler avesse creato tale sistema perché era l'unico modo di assicurarsi la totale fedeltà dei sottoposti e di rendere impossibile una cospirazione, e "strutturalisti", che credono che il sistema si fosse evoluto da solo come apparente limitazione del potere assoluto di Hitler.
==== Governo e autorità nazionali ====
{{F|stati scomparsi|arg2=nazismo|giugno 2015|una sola misera noticina per un paragrafo di questa grandezza e con un contenuto così delicato, non è decisamente abbastanza.}}
{{vedi anche|Nazionalsocialismo|Temi propagandistici del nazionalsocialismo|Basi ideologiche del nazismo}}
Il nazionalsocialismo adottava alcuni degli elementi ideologici chiave del [[fascismo]], che erano stati originariamente sviluppati in Italia sotto la guida di [[Benito Mussolini]]; tuttavia i nazistinazionalsocialisti non si definirono mai fascisti. Entrambe le ideologie prevedevano l'uso politico di [[militarismo]], [[nazionalismo]], [[anticomunismo]] e forze paramilitari ed entrambe si proponevano di creare uno Stato [[Dittatura|dittatoriale]]. I nazistinazionalsocialisti furono però molto più interessati alla questione razziale di quanto lo fossero i fascisti in Italia, Portogallo e Spagna. I nazistinazionalsocialisti inoltre intendevano creare uno Stato completamente [[Totalitarismo|totalitario]] a differenza dei fascisti italiani che, pur con simili propositi, lasciarono un grado maggiore di libertà personale ai propri cittadini. Tali differenze consentirono alla monarchia italiana di continuare a esistere e mantenere alcuni poteri ufficiali. I nazistinazionalsocialisti copiarono dai fascisti italiani buona parte della loro simbologia, trasformando ad esempio il [[saluto romano]] nel saluto nazistanazionalsocialista; entrambi i partiti organizzavano raduni di massa, si servivano di organizzazioni paramilitari in divisa fedeli al partito (le SA in Germania e le [[Camicia nera|Camicie nere]] in Italia), Hitler e Mussolini venivano chiamati con appellativi equivalenti ("''Führer''" e "Duce"), erano anticomunisti, volevano uno Stato guidato dall'ideologia e perseguivano una via di mezzo tra capitalismo e comunismo comunemente nota come [[corporativismo]]. Il partito comunque rifiutava l'etichetta di fascista, sostenendo che il nazionalsocialismo era un'ideologia originale tedesca.
La natura totalitaria del partito nazionalsocialista era uno dei suoi dogmi fondamentali. I nazistinazionalsocialisti lottarono perché tutti i grandi conseguimenti passati della nazione tedesca e delle sue genti venissero associati agli ideali del nazionalsocialismo, anche quelli ottenuti prima che tale ideologia esistesse. La propaganda attribuì il rafforzamento degli ideali nazistinazionalsocialisti e il successo del regime ad Adolf Hitler, che veniva descritto come il genio che stava dietro ai successi del partito e alla rinascita della Germania.
Per assicurare la riuscita dell'intento di realizzare uno stato totalitario, la milizie paramilitari nazistenazionalsocialiste, le ''[[Sturmabteilung]]'' (SA), scatenarono violenze nei confronti di appartenenti alla sinistra, comunisti, democratici, ebrei e altri oppositori o appartenenti a minoranze. Le "squadre d'assalto" delle SA si scontrarono duramente con gli avversari del [[Partito Comunista Tedesco]] (''Kommunistische Partei Deutschlands'', KPD), fatto che creò nel Paese un clima di illegalità e paura. Nelle città le persone temevano rappresaglie o anche la morte, se si fossero mostrate ostili ai nazistinazionalsocialisti. Data la frustrazione della gente (conseguenza della prima guerra mondiale e alla depressione) fu facile per la SA attrarre tra le proprie fila un gran numero di giovani emarginati e disoccupati appartenenti alla classe lavoratrice, rendendoli sostenitori del partito.
La "questione tedesca", come spesso si nomina la questione in storiografia, ha il suo fulcro nel problema dell'amministrazione e della sovranità delle regioni abitate da popolazioni di etnia tedesca nell'Europa centrale e meridionale, un tema che è stato sempre molto importante nella storia della Germania.<ref>{{cita|Bischof, 1993|}}.</ref> Il piano per mantenere la Germania territorialmente ridotta favoriva i suoi principali rivali economici, ed era la principale motivazione per la rifondazione di uno Stato polacco a spese della Germania (tramite cessione della [[Prussia]] e della [[Pomerania]]); l'obiettivo era di creare numerosi contrappesi per "ribilanciare la potenza della Germania", in modo da non permettere il ritorno di uno Stato egemone in Europa che destabilizzasse il controllo sul continente acquisito da Stati Uniti e Unione Sovietica.
I nazistinazionalsocialisti sostennero l'idea della ''[[Großdeutschland]]'' e credevano che la riunione dei popoli germanici all'interno di un solo Stato rappresentasse un passo vitale verso il successo della nazione. Fu l'appassionato sostegno all'ideale di un solo ''[[Volk]]'' per la Grande Germania che condusse all'espansione territoriale, fornendo al Terzo ''Reich'' la legittimazione e il sostegno necessari a riconquistare territori perduti in tempi relativamente recenti, ma popolati perlopiù da popolazioni non-tedesche, come nel caso delle province orientali perse col [[Trattato di Versailles (1919)|trattato di Versailles]] o a acquisire nuovi territori dove vivevano dei tedeschi come l'Austria. Anche il concetto hitleriano di ''[[Lebensraum]]'' ("spazio vitale"), evoluzione novecentesca del suo predecessore, il ''[[Drang nach Osten]]'', venne sfruttato dal NSDAP per legittimare la politica espansionista. Al vertice degli obbiettivi da conquistare vi erano il corridoio polacco e la città di Danzica, il primo per ritrovare la continuità orientale tra Prussia e Pomerania e la seconda perché abitata soprattutto da tedeschi.
Come ulteriore complemento alla politica razziale, con la teoria del ''Lebensraum'', secondo i progetti del ''Reich'' l'Europa orientale sarebbe stata popolata da milioni di coloni di etnia tedesca e la popolazione slava che fosse rientrata negli standard razziali stabiliti dai nazistinazionalsocialisti sarebbe stata assorbita dal ''Reich''. Coloro che invece non rispettavano gli standard razziali sarebbero stati sfruttati come manodopera a buon mercato oppure deportati più a est.<ref>{{cita web|url=http://www.dac.neu.edu/holocaust/Hitlers_Plans.htm|titolo=Hitler's Plan|editore=Dac.neu.edu|accesso=3 maggio 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.is/20120527021449/http://www.dac.neu.edu/holocaust/Hitlers_Plans.htm|dataarchivio=27 maggio 2012}}</ref> Il [[razzismo]] era un aspetto molto importante della società del Terzo ''Reich'': i nazistinazionalsocialisti univano l'[[antisemitismo]] all'[[anticomunismo]], considerando sia il movimento internazionale [[Leninismo|leninista]] sia il mercato internazionale di tipo [[Capitalismo|capitalista]] come opera della "[[Teoria del complotto giudaico|cospirazione ebraica]]", a causa dell'asserito alto numero di persone di origine ebraica tanto nelle file dell'alta finanza angloamericana quanto tra gli esponenti della rivoluzione bolscevica. Si riferivano a questa presunta alleanza anti-europea come alla "rivoluzione ebraico-bolscevica dei subumani".<ref>{{cita web|autore=Staurt D. Stein|lingua=en|url=http://www.ess.uwe.ac.uk/genocide/ssnur1.htm|titolo=The Schutzstaffeln (SS) The Nuremberg Charges|editore=ess.uwe.ac.uk|accesso=3 maggio 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100817050016/http://www.ess.uwe.ac.uk/genocide/ssnur1.htm|dataarchivio=17 agosto 2010}}</ref> Queste premesse si concretizzarono durante la seconda guerra mondiale nella deportazione, nell'internamento e nel sistematico sterminio di milioni di persone, metà delle quali erano ebrei. Furono uccisi inoltre milioni di polacchi, [[Rom (popolo)|rom]], comunisti, socialisti, [[Anarchia|anarchici]], emarginati sociali, omosessuali, intellettuali non allineati e appartenenti a minoranze religiose come [[testimoni di Geova]], [[cristadelfiani]], membri della [[Chiesa confessante]] e [[Massoneria|massoni]].<ref>{{cita libro|pubblicazione=The Encyclopedia of the Holocaust|pagina=vol. 2, p. 531|cognome=Katz|curatore=Israel Gutman|article=Jews and Freemasons in Europe|ISBN=978-0-02-897166-7}}</ref>
=== Rapporti con l'estero ===
I rapporti tra la Germania e il resto degli Stati europei si basavano essenzialmente su manovre politiche e decisioni opportunistiche. Temendo lo scoppio di una nuova guerra mondiale la Gran Bretagna e la Francia cercarono di perseguire una politica di pacificazione nei confronti della Germania, astenendosi da una politica estera aggressiva per accontentare i nazistinazionalsocialisti appena saliti al potere. Gli obiettivi di Hitler erano essenzialmente tre: stracciare il trattato di Versailles, riunificare i territori assegnati ad altre amministrazioni dal trattato stesso e procurare alla Germania il ''Lebensraum''. Nel ''[[Mein Kampf]]'' Hitler, da sempre affascinato dal mito dell'Impero britannico, aveva espresso il suo desiderio di un'alleanza con il Regno Unito, onde isolare la Francia e rivendicare i territori di [[Alsazia]] e [[Lorena (regione francese)|Lorena]], per poi attaccare l'[[Unione Sovietica]]. Hitler si servì della politica accomodante delle due più grandi democrazie europee per procurarsi opportunisticamente un vantaggio quando nel marzo 1935 annunciò che avrebbe indetto una leva militare per creare la ''[[Luftwaffe (Wehrmacht)|Luftwaffe]]''; entrambe le iniziative erano una violazione del trattato di Versailles. La sua politica estera era intesa a testare la forza di Francia e Gran Bretagna per vedere fino a che punto avrebbe potuto spingersi senza conseguenze. L'altro fronte su cui si muoveva era l'Italia; Hitler, da sempre grande ammiratore di Mussolini, vedeva in essa un altro naturale alleato geopolitico della Germania e più volte si era dichiarato estraneo all'irredentismo tedesco nel [[Provincia autonoma di Bolzano|Südtirol]] in voga tra i nazionalisti tedeschi negli anni venti. Tuttavia prima della stipulazione dell'[[asse Roma-Berlino]] Mussolini era fortemente anti-hitleriano e mal tollerava la politica di ''[[appeasement]]'' condotta da Francia e Inghilterra. L'Italia si opponeva in particolar modo alle pretese del NSDAP di annettere l'Austria alla Germania. Mussolini era infatti amico personale del cancelliere austriaco [[Engelbert Dollfuss]] e il suo assassinio nel 1934 per mano di esponenti filo-tedeschi indusse Mussolini a opporsi con la forza a ogni tentativo di espansione da parte della Germania. Solo nel 1938, con un notevole riavvicinamento tra Germania e Italia in seguito alla [[guerra d'Etiopia]], gli esponenti filo-nazistinazionalsocialisti organizzarono un colpo di Stato e presero il potere in mano; la Germania poté dunque penetrare nel Paese alpino e annetterlo al ''Reich''. L'Italia reagì con indifferenza, mentre l'Inghilterra di [[Neville Chamberlain|Chamberlain]] sperava invano che la volontà di potenza del ''Reich'' si fosse placata con l'''[[Anschluss]]''.
[[File:Bundesarchiv Bild 183-R69173, Münchener Abkommen, Staatschefs.jpg|thumb|upright=1.4|[[Adolf Hitler|Hitler]] con (da sinistra a destra) [[Neville Chamberlain]], [[Édouard Daladier]], [[Benito Mussolini]] e [[Galeazzo Ciano]] fotografati prima della firma dell'[[Conferenza e accordo di Monaco|accordo di Monaco]]]]
L'annessione da parte della Germania dei Sudeti cecoslovacchi nel settembre 1938 avvenne durante dei colloqui con il primo ministro britannico Neville Chamberlain (la famosa [[Conferenza e accordo di Monaco|conferenza di Monaco]]), nel corso dei quali Hitler, spalleggiato dal dittatore italiano Benito Mussolini, pretese che l'annessione dei territori fosse concessa. Chamberlain e Hitler giunsero a un accordo quando quest'ultimo firmò un documento che diceva che, dopo l'annessione dei Sudeti, la Germania non avrebbe fatto altre rivendicazioni territoriali. Chamberlain valutò tale accordo come un successo, in quanto evitava una possibile guerra con la Germania. Tuttavia i nazistinazionalsocialisti continuarono ad aiutare la dissidenza slovacca e dichiararono che quel Paese non era più sotto il controllo della parte ceca della nazione.
Per un periodo di tempo la Germania si impegnò in negoziati informali con la Polonia riguardanti il problema della revisione dei confini, ma dopo l'accordo di Monaco e la riacquisizione del Territorio di Memel il ''Reich'' arrivò a chiedere la cessione della [[Città Libera di Danzica]] (al 97% germanofona nel 1939) e del [[Corridoio di Danzica|corridoio polacco]], ma la Polonia rifiutò.
Dal giugno 1941 fino alla fine del conflitto la Germania lottò contro l'Unione Sovietica nel tentativo di raggiungere l'obiettivo della conquista dello "spazio vitale" per i cittadini tedeschi. Nelle zone occupate vennero istituiti, sotto suggerimento di [[Alfred Rosenberg]], strutture governative provvisorie in mano ai tedeschi, denominate ''Reichskommissariat'', tra cui il più famoso e longevo fu il ''[[Reichskommissariat Ostland]]''. Le popolazioni slave, qualora non accettassero di unirsi alla causa tedesca, avrebbero dovuto essere sfrattate e trasferite più a est per creare spazio per i coloni tedeschi.
Cambiate le sorti della guerra, la Germania fu costretta a occupare l'Italia quando Mussolini venne deposto da primo ministro dal re d'Italia e imprigionato il 25 luglio 1943, per evitare che il Paese finisse interamente nelle mani degli Alleati. Le forze tedesche liberarono Mussolini e lo aiutarono a creare uno stato repubblicano e fascista chiamato [[Repubblica Sociale Italiana]], parzialmente dipendente dal ''Reich''. Questo fu l'ultimo atto rilevante in politica estera della Germania nazistanazionalsocialista. Il resto della guerra vide il declino delle sorti tedesche e il disperato tentativo di gerarchi come [[Heinrich Himmler]] di negoziare la pace con gli Alleati occidentali (onde concentrare le forze contro i sovietici), ma Hitler si oppose fermamente a tali proposte e consegnò la Germania alla mercé degli statunitensi e dei sovietici.
== Giustizia ==
{{citazione|Il capo della polizia di Monaco, Himmler, ha rilasciato il seguente comunicato stampa: mercoledì a Dachau verrà aperto il primo campo di concentramento, che potrà ospitare {{formatnum:5000}} persone. Tutti i comunisti e, se necessario, i ''Reichsbanner'' e i funzionari socialdemocratici che mettono in pericolo la sicurezza dello Stato verranno riuniti lì, dal momento che nel lungo periodo non è possibile tenerli nelle prigioni di stato senza sovraffollarle e d'altra parte tali persone non possono essere rilasciate perché tentativi già fatti hanno dimostrato che insisterebbero nel loro tentativo di sovvertire lo stato riorganizzandosi non appena liberi.}}</ref>
[[File:Bundesarchiv Bild 192-208, KZ Mauthausen, Sowjetische Kriegsgefangene.jpg|thumb|[[Crimini nazisti contro i prigionieri di guerra sovietici|Prigionieri di guerra sovietici]] nudi nel campo di concentramento di Mauthausen; tra il giugno 1941 e il gennaio 1942 i nazistinazionalsocialisti uccisero circa 2,8 milioni di prigionieri dell'Armata Rossa, da loro considerati "subumani"<ref>{{cita|Goldhagen, 1997|p. 290}}.</ref>]]
[[File:Buchenwald-bei-Weimar-am-24-April-1945.jpg|thumb|Il senatore [[Alben W. Barkley]], membro della commissione statunitense che indaga sui crimini nazistinazionalsocialisti, visita il [[campo di concentramento di Buchenwald]] poco dopo la liberazione]]
[[File:Rows of bodies of dead inmates fill the yard of Lager Nordhausen, a Gestapo concentration camp.jpg|thumb|Immagine del campo di concentramento di Nordhausen]]
Negli anni successivi all'ascesa al potere dei nazionalsocialisti molti ebrei vennero incoraggiati ad abbandonare il Paese e molti così fecero. Con l'entrata in vigore delle [[leggi di Norimberga]] del 1935 gli ebrei vennero privati della cittadinanza tedesca e vennero allontanati dai posti di lavoro statali. Anche molti ebrei che lavoravano per conto di tedeschi vennero licenziati e il loro posto dato a disoccupati tedeschi. Il governo tentò di mandare in Polonia {{formatnum:17000}} ebrei tedeschi di discendenza polacca, decisione che portò all'omicidio di [[Ernst Eduard vom Rath]] da parte di [[Herschel Grynszpan]], un ebreo tedesco che viveva in Francia. Il fatto rappresentò il pretesto per il partito nazistanazionalsocialista per scatenare, il 9 novembre 1938, un ''[[pogrom]]'' contro gli ebrei, diretto in particolare contro le loro attività commerciali. L'avvenimento prese il nome di ''Kristallnacht'' ("[[notte dei cristalli]]"); tale eufemismo venne usato perché le innumerevoli vetrine infrante resero le strade come coperte di cristallo. Entro il settembre 1939 più di {{formatnum:200000}} ebrei lasciarono la Germania, mentre il governo provvedeva alla confisca di tutti i beni che erano costretti a lasciare nel Paese.
I nazionalsocialisti si impegnarono anche nella realizzazione di "programmi" che avevano come bersaglio persone ritenute "deboli" o "inadatte", come l'[[Aktion T4]], durante la quale vennero uccisi decine di migliaia di tedeschi disabili o malati nell'intento di "mantenere la purezza della [[razza superiore]] tedesca", come recitava la propaganda. Le tecniche di uccisione di massa sviluppate in tali circostanze sarebbero poi state usate anche nella perpetrazione dell'[[Olocausto]]. In seguito a una legge approvata nel 1933 il regime nazistanazionalsocialista inoltre attuò la [[sterilizzazione forzata]] di più di {{formatnum:400000}} persone identificate come portatrici di difetti ereditari, che andavano dalla [[malattia mentale]] all'[[alcolismo]].
Un'altra parte del programma nazionalsocialista di perseguire l'obiettivo della purezza razziale fu il [[progetto Lebensborn]], creato nel 1936. Il progetto intendeva incoraggiare i soldati tedeschi, principalmente le SS, a riprodursi. Per questo si offrivano servizi di sostegno alle famiglie delle SS, si favoriva l'adozione di bambini di razza pura sempre da parte di famiglie di SS e vennero create in tutta l'Europa occupata case di accoglienza per donne ariane incinte di soldati tedeschi. Il progetto Lebensborn arrivò a ricollocare forzosamente presso famiglie tedesche bambini valutati di razza pura prelevati in Paesi occupati come la Polonia.
All'inizio della seconda guerra mondiale le autorità tedesche del [[Governatorato Generale]] nella Polonia occupata ordinarono che tutti gli ebrei fossero messi ai lavori forzati e che tutti quelli inabili al lavoro come le donne o i bambini fossero confinati all'interno dei ghetti.<ref name="kershaw2000-111">{{cita|Kershaw, 2000|p. 111}}.</ref>
Vennero ipotizzate varie soluzioni per la cosiddetta "[[questione ebraica]]"; uno dei metodi proposti fu la deportazione forzata di massa. [[Adolf Eichmann]] propose che gli ebrei fossero costretti a emigrare in [[Palestina]].<ref name="kershaw2000-111"/> [[Franz Rademacher]] avanzò invece l'idea di deportarli in [[Madagascar]]: la proposta godette dell'appoggio di Himmler e venne anche discussa tra Hitler e il dittatore italiano Mussolini, ma nel 1942 venne abbandonata in quanto irrealizzabile.<ref name="kershaw2000-111"/> L'idea di continuare le deportazioni verso la Polonia occupata trovò l'opposizione del governatore del Governatorato Generale [[Hans Frank]] che rifiutò di accettare gli ebrei in regioni dove erano già presenti in gran numero.<ref name="kershaw2000-111"/> Nel 1942 alla [[conferenza di Wannsee]] i vertici nazionalsocialisti presero la decisione di eliminare fisicamente gli ebrei nell'ambito della discussione sulla "[[soluzione finale della questione ebraica]]". Campi di concentramento come [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] vennero convertiti all'impiego delle camere a gas per riuscire a uccidere il maggior numero di ebrei possibile. Nel 1945 numerosi campi di concentramento vennero liberati dagli Alleati, che vi trovarono pochi superstiti in stato di grave prostrazione e malnutrizione. Si trovarono anche prove del fatto che i nazistinazionalsocialisti avevano tratto profitto dall'assassinio di massa degli ebrei non solo confiscandone le proprietà e gli effetti personali, ma anche estraendo le otturazioni dentali in oro dai corpi dei morti.
== Politica sociale ==
=== Religione ===
{{vedi anche|Religioni nella Germania nazista}}
Diversi aspetti del [[nazionalsocialismo]] avevano una natura quasi "religiosa". Il culto di Hitler come ''Führer'', le enormi adunate, i vessilli, le fiamme sacre, le processioni, le commemorazioni e i cortei funebri possono facilmente essere valutati come dei sostegni essenziali al culto della razza e della nazione della missione della Germania ariana di vittoria sui propri nemici.<ref>Nicholas Goodrick-Clarke, Black Sun: Aryan Cults, Esoteric Nazism and the Politics of Identity, p. 1.</ref> Tali [[Misticismo nazista|caratteri religiosi del nazismonazionalsocialismo]] hanno spinto alcuni studiosi a considerare il nazismonazionalsocialismo come una sorta di [[religione politica]].
La dottrina contemporanea ha di fatto abbandonato la tesi della [[secolarizzazione]] e vede nell'ultima parte del [[XX secolo]], per dirlo con le parole di [[Hugh Heclo]], il "rientro nell'arena politica proprio di quelle religioni tradizionali che si credeva che la modernità avesse reso superate".<ref>{{cita pubblicazione|lingua=inglese|autore=Hugh Heclo|titolo=Religion and Public Policy|rivista=Journal of Policy History|numero=Vol 13. Numero 1|anno=2001|p=16}}</ref> Di conseguenza movimenti apparentemente laici come nazismonazionalsocialismo e [[comunismo]] vengono spesso descritti, con definizioni discutibili, come "religioni politiche" o "fedi laiche". Heclo, che ha pubblicato il saggio ''Christianity and American Democracy'', sostiene che "la religione debba avere un ruolo nella vita pubblica"<ref name="Helco14">{{cita pubblicazione|lingua=inglese|autore=Hugh Heclo|titolo=Religion and Public Policy|rivista=Journal of Policy History|numero=Vol 13. Numero 1|anno=2001|p=14}}</ref> e sottolinea la sua importanza in una democrazia sviluppata: {{citazione|Se la religione tradizionale è assente dal centro della vita pubblica, le religioni laiche sono pronte a soddisfare il bisogno dell'uomo di uno scopo... Al centro del comunismo, del nazismo, del fascismo e di tutti gli orrori che hanno scatenato nel XX secolo c'era la fede ateista nell'uomo come creatore della propria grandezza.|Hugh Hecl|If traditional religion is absent from the public arena, secular religions are likely to satisfy man's quest for meaning. [...] It was an atheistic faith in man as creator of his own grandeur that lay at the heart of Communism, fascism and all the horrors they unleashed for the twentieth century.<ref name="Helco14"/>|lingua=en}}
Esaminando l'immaginario religioso del nazismonazionalsocialismo tale argomentazione sembra plausibile; chiaramente il nazismonazionalsocialismo, con il piano di Hitler di costruire una nuova capitale a [[Berlino]] ([[Welthauptstadt Germania|''Welthauptstadt '' Germania]]), può essere descritto come il tentativo di costruire una "nuova [[Gerusalemme]]".<ref>"La crociata nazista era essenzialmente di tipo religioso nel suo adottare convinzioni e fantasie apocalittiche tra cui quella di una nuova Gerusalemme (i piani di Hitler per una nuova grandiosa capitale a Berlino)...", Nicholas Goodrick-Clarke, ''The Occult Roots of Nazism'', p. 203.</ref> A partire dall'uscita del celebre saggio di [[Fritz Stern]] ''Kulturpessimismus als politische Gefahr. Eine Analyse nationaler Ideologie in Deutschland'', la maggior parte degli storici hanno visto la relazione tra nazismonazionalsocialismo e religione sotto questo profilo. Il movimento nazistanazionalsocialista e Adolf Hitler sono considerati come fondamentalmente ostili verso la cristianità, ma non come irreligiosi. Nel primo capitolo del saggio ''The Nazi Persecution of the Churches'' [[John S. Conway]] argomenta che le chiese cristiane in Germania all'epoca della Repubblica di Weimar avevano perso la loro capacità di attrazione e che Hitler aveva offerto "quello che sembrò una necessaria fede laica al posto della dottrina cristiana caduta in disgrazia".<ref>Conway 1968: 2.</ref>
A partire dal [[2003]] questa interpretazione dominante è stata tuttavia messa in discussione. Nel suo saggio ''Il Santo Reich'', lo storico [[Richard Steigmann-Gall]] giunge alla controversa conclusione che "il [[cristianesimo]], in ultima analisi, non rappresentò un ostacolo per il nazismonazionalsocialismo".<ref>{{cita|Steigmann-Gall, 2003|p. 261}}.</ref> Inoltre commenta il motivo per cui il nazismonazionalsocialismo è stato spesso inteso come l'opposto del cristianesimo: {{citazione|I caratteri che attribuiamo con sicurezza al nazismo in genere ci spiegano le società contemporanee tanto quanto il passato che si suppone essere sotto esame. L'insistenza sul fatto che il nazismo fosse un movimento anti-cristiano è stata una delle verità unanimemente accettate durante gli scorsi cinquant'anni... Prendere in considerazione la possibilità che molti nazisti si considerassero cristiani avrebbe indebolito in maniera determinante i miti della [[guerra fredda]] e la rinascita della nazione tedesca... Quasi tutte le società occidentali a oggi mantengono un senso di identità cristiana... Che il nazismo, vissuto come metafora storica della malvagità e cattiveria umane, potesse in qualche modo avere un rapporto con il cristianesimo, è quindi per molti valutato semplicemente qualcosa di impensabile.|Richard Steigmann-Gall|What we suppose Nazism must surely have been about usually tells us as much about contemporary societies as about the past purportedly under review. The insistence that Nazism was an anti-Christian movement has been one of the most enduring truisms of the past fifty years. [...] Exploring the possibility that many Nazis regarded themselves as Christian would have decisively undermined the myths of the Cold War and the regeneration of the German nation... Nearly all Western societies retain a sense of Christian identity to this day. [...] That Nazism as the world-historical metaphor for human evil and wickedness should in some way have been related to Christianity can therefore be regarded by many only as unthinkable.<ref>{{cita|Steigmann-Gall, 2003|p. 266}}.</ref>|lingua=en}}
L'opposizione al nazismonazionalsocialismo di molti seguaci delle religioni tradizionali è solo un lato della medaglia.<ref>{{cita|Overy, 2004|p. 283}}.</ref> Tra i seguaci delle [[Luteranesimo|Chiese luterane tedesche]] i più importanti membri della ''[[Chiesa confessante|Bekennende Kirche]]'', [[Martin Niemöller]] e [[Dietrich Bonhoeffer]], si opposero al nazismonazionalsocialismo. Erano però parte di una minoranza tra le chiese [[Protestantesimo|protestanti]] tedesche, a paragone dei ''[[Deutsche Christen]]'' che appoggiarono il nazionalsocialismo e cooperarono con i nazistinazionalsocialisti. Nel 1933 però un certo numero di ''Deutsche Christen'' lasciò il movimento dopo un comizio tenuto a novembre da [[Reinhold Krause]] che esortò, tra le altre cose, a rifiutare la [[Bibbia]] come una superstizione ebraica. In ogni caso anche la Chiesa confessante fece frequenti dichiarazioni di lealtà verso Hitler.<ref>{{cita|Steigmann-Gall, 2003|pp. 5,6}}.</ref>
La resistenza delle chiese verso i nazistinazionalsocialisti fu la più lunga e dura confrontata a quella di qualsiasi altra istituzione tedesca; i nazistinazionalsocialisti indebolirono la resistenza delle chiese dall'interno e la maggioranza del clero finì per appoggiare il nazionalsocialismo anche se migliaia di ecclesiastici furono mandati nei campi di concentramento.<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=The Holocaust: the fate of European Jewry, 1932-1945|url=http://books.google.com/books?id=e_aRvKpLUf0C&pg=PA57&|anno=1991|rivista=Oxford University Press US|p=57|isbn=978-0-19-504523-9|cognome=Yahil|nome=Leni|cognome2=Friedman|nome2=Ina|cognome3=Galai|nome3=Hayah|accesso=10 agosto 2009}}</ref>
==== Le religioni organizzate in Germania: 1933-1945 ====
Altri storici non sono d'accordo e hanno analizzato più a fondo il numero di persone che abbandonarono la Chiesa in Germania tra il 1933 e il 1945. La possibilità di essere cancellati dai registri della Chiesa (''Kirchenaustritt'') esisteva in Germania fin dal [[1873]], quando era stato introdotto da [[Otto von Bismarck]] come parte della ''[[Kulturkampf]]'' diretta contro il cattolicesimo.<ref name="Grw39">Granzow et al. 2006: 39.</ref> Per ragioni di eguaglianza l'operazione venne resa possibile anche per i protestanti e per i successivi quarant'anni in realtà furono in maggioranza questi a servirsene.<ref name="Grw39"/> Delle statistiche sono disponibili a partire dal [[1884]] per le Chiese protestanti e a partire dal [[1917]] per quella cattolica.<ref name="Grw39"/>
Un'analisi di questi dati per l'epoca del regime nazistanazionalsocialista è disponibile in un saggio di Sven Granzow e altri, pubblicato in una raccolta curata da [[Götz Aly]]. Complessivamente furono più i protestanti dei cattolici ad abbandonare la loro chiesa, ma in proporzione si comportarono in modo simile.<ref name="Grw50">Granzow et al. 2006: 50.</ref> Il numero degli abbandoni raggiunse il picco nel 1939<ref name="Grw58">Granzow et al. 2006: 58</ref> quando la scelta venne fatta da {{formatnum:480000}} persone. I numeri sono interpretabili non solo in relazione alla politica nazistanazionalsocialista verso le chiese (che cambiò drasticamente dal 1935 in avanti), ma anche come un indicatore della fiducia in Hitler e nel governo nazistanazionalsocialista.<ref>Granzow et al. 2006: 42-46.</ref> Il calo numerico delle persone che lasciarono le Chiese dopo il 1942 si spiega come il frutto di una perdita di fiducia nel futuro della Germania nazistanazionalsocialista. La gente, temendo per un futuro incerto, diventò incline a mantenere il legame con le Chiese.
==== La politica nazistanazionalsocialista verso le Chiese ====
Poco dopo la sua presa del potere in Germania il governo nazistanazionalsocialista riprese dei colloqui con la [[Santa Sede]] riguardo alla possibilità di sottoscrivere un [[concordato]]. In precedenza erano stati firmati dei concordati che regolavano i rapporti tra Chiesa cattolica e Stato in [[Baviera]] (1924), [[Prussia]] (1929) e [[Baden (stato)|Baden]] (1932), ma per varie ragioni le trattative a livello federale erano sempre fallite. Il ''[[Reichskonkordat]]'' venne firmato il 20 luglio 1933.
Al pari dell'idea del concordato con i cattolici anche quella della Chiesa protestante del ''Reich'', che avrebbe unificato le varie Chiese protestanti, era stata presa in considerazione tempo prima.<ref name="SG2003-156">{{cita|Steigmann-Gall, 2003|p. 156}}.</ref> Hitler aveva discusso la questione fin dal 1927 con [[Ludwig Müller (teologo)|Ludwig Müller]], che all'epoca era il cappellano militare di [[Königsberg]].<ref name="SG2003-156"/>
===== Il protestantesimo =====
====== Martin Lutero ======
Nel corso della prima e della seconda guerra mondiale i ''leader'' tedeschi si servirono degli scritti di [[Martin Lutero]] per sostenere la causa del nazionalismo tedesco.<ref>Wiley InterScience: Jan Herman Brinks - [http://www.blackwell-synergy.com/doi/abs/10.1111/1468-2265.00062 Luther and the German State] {{Webarchive|url=https://archive.is/20130102010558/http://www.blackwell-synergy.com/doi/abs/10.1111/1468-2265.00062 |date=2 gennaio 2013 }} (Abstract).</ref> In occasione del 450º anniversario della nascita di Lutero, che cadde solo pochi mesi prima della presa del potere nazistanazionalsocialista nel 1933, vi furono celebrazioni su larga scala sia da parte delle Chiese protestanti sia da parte del partito nazistanazionalsocialista.<ref name="SG2003-1">{{cita|Steigmann-Gall, 2003|p. 1}}.</ref> Durante una commemorazione a Königsberg (che dopo il 1945 diventò [[Kaliningrad]]) [[Erich Koch]], allora ''[[Gauleiter]]'' della Prussia Orientale, tenne un discorso che, tra l'altro, paragonava Hitler e Lutero, sostenendo che i nazistinazionalsocialisti si battevano con lo stesso spirito di Lutero.<ref name="SG2003-1"/> Un simile discorso potrebbe essere valutato cosa da poco, semplice propaganda;<ref name="SG2003-1"/> invece, come sottolinea Steigmann-Gall: "I contemporanei giudicarono Koch come un buon cristiano che aveva raggiunto quella posizione (di presidente eletto di un [[sinodo]] di una chiesa provinciale) grazie a una genuina fede nel protestantesimo e nelle sue istituzioni".<ref name="SG2003-2">{{cita|Steigmann-Gall, 2003|p. 2}}.</ref>
L'importante [[teologo]] protestante [[Karl Barth]] contestò questa appropriazione di Lutero da parte dell'[[Impero tedesco]] e della Germania nazistanazionalsocialista quando nel 1939 dichiarò che gli scritti di Lutero venivano sfruttati dai nazistinazionalsocialisti per glorificare lo Stato e l'[[Assolutismo politico|assolutismo]] di Stato: "Il popolo tedesco viene danneggiato dal suo errore riguardo al rapporto tra la legge e la Bibbia, tra il potere secolare e quello spirituale",<ref>Karl Barth, Eine Schweizer Stimme, Zürich 1939, 113.</ref> in quanto Lutero separava lo Stato terreno dalla spiritualità interiore, limitando così la capacità dell'individuo o della chiesa di mettere in discussione le azioni dello Stato, visto come uno strumento ordinato da Dio". Nel febbraio 1940 Barth accusò in particolare i luterani tedeschi di aver separato gli insegnamenti della Bibbia da quanto essa dice riguardo allo Stato, legittimando così l'ideologia nazistanazionalsocialista.<ref>Karl Barth, Eine Schweizer Stimme, Zürich 1940, 122.</ref> Non era l'unico ad avere tale punto di vista: pochi anni prima, il 5 ottobre 1933, il pastore Wilhelm Rehm di [[Reutlingen]] aveva pubblicamente dichiarato che "Hitler non sarebbe stato possibile senza Martin Lutero",<ref name="Heinonen p. 150">in Heinonen, Anpassung und Identität 1933-1945 Göttingen 1978 p. 150.</ref> anche se altri avevano fatto lo stesso commento riguardo ad altre influenze sull'ascesa al potere di Hitler. "Senza [[Lenin]], Hitler non sarebbe stato possibile" ha detto lo storico [[Paul Johnson (storico)|Paul Johnson]], affermando che Lenin aveva fornito l'esempio per i successivi regimi totalitari.<ref>[http://www.time.com/time/time100/johnson_chat.html TIME 100: Leaders & Revolutionaries - Historian Paul Johnson 4/8/98 Yahoo Chat] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080706161826/http://www.time.com/time/time100/johnson_chat.html |data=6 luglio 2008 }}</ref>
====== Movimento dei Cristiani tedeschi ======
====== Considerazioni generali ======
Il livello dei legami tra nazismonazionalsocialismo e le Chiese protestanti è stato oggetto di discussioni per decenni. Un primo problema è che la definizione di protestantesimo racchiude un gran numero di enti religiosi, molti dei quali avevano scarsi rapporti reciproci. Inoltre il protestantesimo tende ad ammettere maggiori differenze tra una congregazione e l'altra di quanto non facciano il cattolicesimo o la [[Chiesa ortodossa]], fatto che rende problematico l'individuazione di "posizioni ufficiali" dei vari raggruppamenti. Va anche detto che molte organizzazioni protestanti si opposero vigorosamente al nazismonazionalsocialismo quando la natura di tale movimento diventò di più facile comprensione. Molti protestanti, tra cui il reverendo [[Martin Niemöller]], arrestato nel 1937 con l'accusa di "abuso del [[pulpito]] per diffamare lo Stato e il partito e attaccare l'autorità del governo",<ref>[http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,759113,00.html Dynamite - TIME]</ref> opposero resistenza e alcuni pagarono anche con la vita il loro tentativo. Le forme o correnti del protestantesimo che sostenevano il [[pacifismo]], l'[[anti-nazionalismo]] o l'eguaglianza razziale furono quelle inclini a opporsi al nazismonazionalsocialismo con la maggiore fermezza. Tra i gruppi protestanti o di derivazione protestante noti per la loro opposizione al nazismonazionalsocialismo vi furono i [[testimoni di Geova]] e la [[Chiesa confessante]]. Molti dei loro membri morirono nei campi o mentre combattevano fieramente i nazistinazionalsocialisti.
In ogni caso però i [[Luteranesimo|luterani]] votarono per Hitler in numero maggiore rispetto ai cattolici. La composizione sociale dei vari ''Länder'' tedeschi, relativamente al rapporto tra classi e confessioni religiose, era diversa;<ref>{{cita|Spielvogel, 2004|}}.</ref> Richard Steigmann-Gall sostiene l'esistenza di un legame tra varie congregazioni protestanti e il nazismonazionalsocialismo,<ref>{{cita|Steigmann-Gal, 2003|}}.</ref> mettendo soprattutto in evidenza come Hitler citasse come esempio i pamphlet antisemiti di Lutero e accusando le istituzioni luterane di aver sostenuto Hitler stesso.
La piccola comunità [[Metodismo|metodista]] dell'epoca era considerata come straniera: questo derivava dal fatto che il metodismo era nato in [[Inghilterra]] e non si era sviluppato in Germania fino al XIX secolo a opera di [[Christoph Gottlob Müller]] e [[Louis Jacoby]]. A causa di tali premesse i metodisti avvertivano l'esigenza di essere "più tedeschi dei tedeschi" per non destare sospetti. Il vescovo metodista [[John L. Nelsen]] si recò negli Stati Uniti per conto di Hitler per proteggere la propria Chiesa, ma in lettere private rivelava di temere e odiare il nazismonazionalsocialismo, finendo quindi per ritirarsi in [[Svizzera]]. L'altro vescovo metodista [[Friedrich Heinrich Otto Melle]] assunse una posizione molto più collaborazionista e apparentemente sostenne sinceramente il nazismonazionalsocialismo. Riteneva che servire il ''Reich'' fosse sia un dovere patriottico sia un mezzo per progredire. Per mostrargli la propria gratitudine nel 1939 Hitler fece una donazione di {{formatnum:10000}} marchi a una comunità metodista per finanziare l'acquisto di un [[Organo (strumento musicale)|organo]].<ref>[http://hist.academic.claremontmckenna.edu/jpetropoulos/church/keithpage/protesta.htm#The%20Protestant%20Church%20and%20the%20Third%20Reich Protestant Churches in the Third Reich] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080723175059/http://hist.academic.claremontmckenna.edu/jpetropoulos/church/keithpage/protesta.htm |data=23 luglio 2008 }}</ref> Al di fuori della Germania il punto di vista di Melle veniva completamente rifiutato dalla maggior parte dei metodisi.
Il capo della parte di [[Battismo|battisti]] favorevoli al nazismonazionalsocialismo fu [[Paul Schmidt]]. Hitler spinse per la riunificazione dei protestanti favorevoli al nazismonazionalsocialismo nella Chiesa protestante del ''Reich'', guidata da [[Ludwig Müller (teologo)|Ludwig Müller]]. L'idea di una simile "Chiesa nazionale" era in effetti concepibile analizzando la storia delle tendenze prevalenti del protestantesimo tedesco, ma Chiese nazionali fedeli soprattutto allo stato erano in generale vietate da [[anabattisti]], [[testimoni di Geova]] e cattolici.
Nel corso degli anni trenta Hitler tentò di nazionalizzare le Chiese tedesche (Cristiani tedeschi), ma alcuni protestanti opposero resistenza creando la Chiesa confessante.
===== Cattolicesimo =====
L'atteggiamento del partito nazistanazionalsocialista nei confronti della [[Chiesa cattolica]] variava dalla tolleranza al quasi totale allontanamento<ref name="oktyar">{{cita|Laqueur, 1996|p. 41}}.</ref> e molti nazistinazionalsocialisti erano [[Anticlericalismo|anticlericali]].<ref>{{cita|Laqueur, 1996|p. 42}}.</ref> Il nazismonazionalsocialismo inoltre presentava degli aspetti di tipo chiaramente [[Neopaganesimo|pagano]].<ref>{{cita|Laqueur, 1996|p. 148}}.</ref> Si è detto che la Chiesa e il fascismo non possono mai avere un legame duraturo, perché entrambi sono una "''holistic Weltanschauung''" e richiedono la totale dedizione della persona.<ref name="oktyar"/>
Anche se Hitler e Mussolini erano entrambi anticlericali capirono che sarebbe stata una mossa avventata iniziare la loro ''[[Kulturkampf]]'' prematuramente, così lo scontro, inevitabile in futuro, venne momentaneamente rimandato mentre dedicavano la loro attenzione ad altri nemici.<ref>{{cita|Laqueur, 1996|pp. 31, 42}}.</ref>
===== La gerarchia ecclesiastica =====
La natura dei rapporti tra il partito nazistanazionalsocialista e la Chiesa cattolica è piuttosto complessa. Prima dell'ascesa al potere di Hitler molti sacerdoti e ''leader'' cattolici si opposero con vigore al nazismonazionalsocialismo sostenendone l'incompatibilità con i valori morali cristiani. Dopo la conquista del potere l'iscrizione al partito non fu più vietata e la Chiesa cattolica cercò attivamente opportunità per collaborare con il governo nazistanazionalsocialista. Durante il suo processo [[Franz von Papen]] disse che fino al [[1936]] la Chiesa cattolica aveva inseguito un allineamento da parte dei cristiani rispetto agli aspetti benefici che, egli sostiene, vedeva nel nazionalsocialismo. Tale affermazione fu fatta dopo che [[papa Pio XII]] aveva revocato la nomina di Von Papen a ''Cappellano di Sua Santità'' e ambasciatore presso la Santa Sede, ma prima della sua riabilitazione fatta da [[papa Giovanni XXIII]].
Nel [[1937]] [[papa Pio XI]] emanò l'[[enciclica]] ''[[Mit brennender Sorge]]'' con cui condannava l'ideologia nazistanazionalsocialista e soprattutto la politica della ''[[Gleichschaltung]]'' diretta contro l'influenza della religione sull'educazione, oltre al [[razzismo]] e all'[[antisemitismo]] nazistanazionalsocialista. L'enciclica ''[[Humani generis unitas]]'', completata – ma mai firmata a causa della morte del papa – invece non venne mai resa pubblica. La forte opposizione cattolica ai [[Aktion T4|programmi di eutanasia]] portò alla loro conclusione il 28 agosto 1941 (secondo lo Spielvogel pp. 257–258): al contrario i cattolici solo in alcune occasioni protestarono contro l'antisemitismo dei nazistinazionalsocialisti in maniera paragonabile, con l'eccezione di alcuni vescovi e sacerdoti come il vescovo di [[Diocesi di Münster|Münster]] [[Clemens von Galen]].
Nella Germania nazistanazionalsocialista tutti gli oppositori politici noti venivano imprigionati e quindi anche alcuni sacerdoti tedeschi vennero mandati nei campi di concentramento, tra i quali il rettore della [[Duomo di Berlino|Cattedrale cattolica di Berlino]] [[Bernhard Lichtenberg]] e il seminarista [[Karl Leisner]]. Hitler però non venne mai [[scomunica]]to dalla Chiesa cattolica. Si sa che molti vescovi cattolici in Germania e Austria incoraggiarono i fedeli a pregare "per il ''Führer''"; questo a dispetto del fatto che il ''[[Reichskonkordat]]'' originale del 1933 tra Germania e Santa Sede avesse proibito al clero di partecipare attivamente alla politica.
Vi sono state critiche per il fatto che i pontificati guidati da Pio XI e Pio XII, prima del 1937 erano stati cauti riguardo alla diffusione dell'odio razziale su scala nazionale. Nel 1937, poco prima della pubblicazione dell'enciclica anti-nazistanazionalsocialista, il [[Papa Pio XII|cardinale Pacelli]] a [[Lourdes]] aveva condannato la discriminazione nei confronti degli ebrei e il [[neopaganesimo]] del regime nazistanazionalsocialista. L'8 settembre 1938 Pio XI fece una dichiarazione in cui parlava dell'inammissibilità dell'antisemitismo. Pio Xi potrebbe aver sottovalutato il grado di influenza che le idee di Hitler avrebbero avuto sulla popolazione civile, in quanto sperava che il Concordato avrebbe protetto l'influenza della Chiesa cattolica tra la gente. Il modo in cui si è evoluto il livello di consapevolezza Vaticano riguardo alla situazione ha esposto la Santa Sede ad accuse di debolezza, lentezza e anche di colpevolezza. Le colpe sono più evidenti in certi casi; ad esempio, secondo [[Daniel Goldhagen]] e altri storici, dopo la firma del Concordato la gerarchia ecclesiastica tedesca cambiò radicalmente posizione rispetto alla precedente ferma condanna del nazismonazionalsocialismo da parte dei vescovi. Meno evidenti sono in altri casi; ad esempio, all'estremo opposto si posizionò la gerarchie cattolica olandese, che nel 1941 condannò ufficialmente e formalmente il nazismonazionalsocialismo e per questo motivo dovette affrontare l'uso della violenza verso i sacerdoti e la loro deportazione, oltre ad attacchi violenti nei confronti di monasteri e ospedali cattolici e alla deportazione ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] di migliaia di ebrei che venivano nascosti dalle stesse istituzioni cattoliche; tra questi la famosa santa [[Edith Stein]]. Allo stesso modo la gerarchia della Chiesa cattolica polacca fu violentemente attaccata dai nazistinazionalsocialisti e vide migliaia dei suoi membri inviati nei campi di concentramento o semplicemente uccisi; celebre esempio fu padre [[Maksymilian Kolbe]]. La maggior parte delle gerarchie cattoliche nelle varie nazioni assunse una posizione intermedia, oscillando tra il collaborazionismo e la resistenza attiva.
Parallelamente alle più dure accuse di collaborazionismo è stata da alcuni fatta la considerazione che il nazismonazionalsocialismo avesse modellato la propria struttura e organizzazione su quella pontificia. Ad esempio gli abiti speciali, il confino nei ghetti e i simboli sugli abiti imposti agli ebrei un tempo erano state misure comuni nello [[Stato Pontificio|Stato della Chiesa]]. Anche gli stessi nazistinazionalsocialisti si vedevano come dei reali sostituti del cattolicesimo, del quale riprendevano il senso di unità e il rispetto per la gerarchia.
Nel 1941 le autorità nazistenazionalsocialiste ordinarono lo scioglimento di tutti i [[Monastero|monasteri]] e di tutte le [[Abbazia|abbazie]] sul territorio del ''Reich'' e molti vennero occupati dalle [[Allgemeine SS]] guidate da [[Heinrich Himmler|Himmler]]. Tuttavia il 30 luglio 1941 l'''Aktion Klostersturm'' ("Operazione monastero") venne chiusa da un decreto di Hitler che temeva che le crescenti proteste da parte della parte cattolica della popolazione tedesca potessero sfociare in ribellioni e forme di resistenza passiva, danneggiando lo sforzo bellico nazistanazionalsocialista sul fronte orientale.<ref>{{cita|Mertens, 2006|pp. 33, 120, 126}}.</ref>
=== Istruzione ed educazione ===
I programmi di istruzione, sotto il regime nazistanazionalsocialista, erano incentrati su biologia razziale, politica demografica, storia, geografia e soprattutto sulla forma fisica.<ref name="Pauley2003-118">{{cita|Pauley, 2003|p. 118}}.</ref> La politica antisemita condusse all'espulsione di tutti gli insegnanti, professori e dirigenti ebrei dal sistema educativo.<ref name="Pauley2003-118"/> A tutti i professori universitari venne imposta l'iscrizione all'[[Associazione nazionalsocialista dei docenti universitari]] per poter esercitare la professione.<ref name="Pauley1">{{cita|Pauley, 2003|p. 119}}.</ref>
=== Stato sociale ===
Recenti ricerche di studiosi come [[Götz Aly]] hanno posto l'attenzione sul ruolo svolto dal diffuso programma di ''[[Stato sociale|welfare]]'' (Stato sociale) dei nazistinazionalsocialisti nel procurare un lavoro ai cittadini tedeschi disoccupati e assicurare loro uno standard di vita minimo accettabile. Al centro del programma c'era l'idea di una comunità nazionale tedesca. Per aiutare la crescita di un sentimento comunitario l'organizzazione ''Forza attraverso la gioia'' (''[[Kraft durch Freude]]'', KdF) forniva attività ricreative ai lavoratori tedeschi come gite, vacanze e proiezioni cinematografiche. Molto importanti ai fini della costruzione della lealtà verso il partito e del senso di cameratismo furono la creazione del ''[[Reichsarbeitsdienst]]'' ("Servizio nazionale del lavoro") e della [[Gioventù hitleriana]], entrambe associazioni a cui l'iscrizione era obbligatoria.
Per quanto riguarda i beni e i consumi degna di nota fu la creazione da parte del Kdf della ''KdF Wagen'', in seguito nota come ''[[Volkswagen]]'' ("automobile del popolo"), progettata per essere un'auto che qualsiasi cittadino tedesco avrebbe potuto permettersi. Con lo scoppio della guerra l'auto venne convertita in veicolo militare e la produzione per usi civili venne interrotta. Altro progetto importante fu la costruzione delle ''[[Autobahn (autostrada)|Autobahn]]'' che fu il primo sistema [[autostrada]]le del mondo.
=== Sanità ===
Secondo le ricerche di [[Robert N. Proctor]] per il suo saggio ''The Nazi War on Cancer''<ref name="adl.org-Proctor"/><ref name="Dowbiggin-Cancer"/> la Germania nazistanazionalsocialista vide la nascita di quello che probabilmente fu [[Movimento anti-tabacco nella Germania nazista|il più forte movimento anti-tabacco]] del mondo. La ricerca anti-tabacco ricevette un forte sostegno dal governo e gli scienziati tedeschi provarono che il [[Tabagismo|fumo di sigaretta]] poteva causare il cancro. Queste prime ricerche [[Epidemiologia|epidemiologiche]] sperimentali condussero alla pubblicazioni dei saggi di [[Franz H. Müller]] (1939) e di [[Eberhard Schairer]] ed [[Erich Schöniger]] (1943) che dimostrarono che il fumo era uno dei maggiori fattori di rischio per il [[carcinoma del polmone]]. Il governo spinse i medici a sconsigliare ai loro pazienti l'uso di tabacco.
La ricerca tedesca sui pericoli del tabacco dopo la guerra venne dimenticata, per essere riscoperta dagli scienziati statunitensi e inglesi all'inizio degli anni cinquanta, mentre un pieno consenso dell'ambiente medico su di essa arrivò solo negli anni sessanta. Gli scienziati tedeschi provarono anche che l'[[amianto]] era pericoloso per la salute e nel 1943 – prima nazione al mondo – la Germania riconobbe che malattie professionali dovute all'amianto come il cancro al polmone davano diritto a un risarcimento.
Altri provvedimenti in favore della salute pubblica nella Germania nazistanazionalsocialista furono la depurazione delle fonti idriche, la rimozione dai prodotti di consumo di [[piombo]] e [[Mercurio (elemento chimico)|mercurio]], nonché la campagna per indurre le donne a sottoporsi a regolari controlli per individuare eventuali [[Tumore alla mammella|tumori del seno]].<ref name="adl.org-Proctor">[http://www.adl.org/Braun/dim_14_1_nazi_med.asp Nazi Medicine and Public Health Policy] Robert N. Proctor, Dimensions: A Journal of Holocaust Studies.</ref><ref name="Dowbiggin-Cancer">[http://findarticles.com/p/articles/mi_qa3686/is_200108/ai_n8961328 Review of "The Nazi War on Cancer"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080302122011/http://findarticles.com/p/articles/mi_qa3686/is_200108/ai_n8961328 |data=2 marzo 2008 }} Canadian Journal of History, agosto 2001, Ian Dowbiggin.</ref>
=== Diritti delle donne ===
{{vedi anche|Donne nella Germania nazista}}
I nazistinazionalsocialisti si opposero al movimento [[Femminismo|femminista]] sostenendo che era guidato dagli ebrei, che aveva un programma di sinistra (paragonabile al comunismo) e che era una cosa negativa sia per gli uomini sia per le donne. Il regime nazistanazionalsocialista sosteneva una società [[Patriarcato (antropologia)|patriarcale]] in cui le donne tedesche avrebbero dovuto riconoscere che "il loro mondo è il marito, la famiglia, i bambini e la casa".<ref name="www_spartacus_schoolnet_co_uk">{{cita web|url=http://www.spartacus.schoolnet.co.uk/GERwomen.htm|titolo=spartacus.schoolnet.co.uk|accesso=15 agosto 2007|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060510014058/http://www.spartacus.schoolnet.co.uk/GERwomen.htm|dataarchivio=10 maggio 2006}}</ref> Hitler sosteneva che il fatto che le donne avessero preso importanti posti di lavoro agli uomini durante la [[grande depressione]] era stato un danno per le famiglie, perché le donne erano pagate solo il 66% di quello che percepivano gli uomini.<ref name="www_spartacus_schoolnet_co_uk"/> Partendo da tale presupposto Hitler non prese mai in considerazione di appoggiare l'idea di aumentare gli stipendi delle donne e lasciarle al lavoro, ma al contrario spinse perché se ne stessero a casa. Allo stesso tempo il regime chiese alle donne di sostenere attivamente lo Stato. Nel 1933 Hitler nominò [[Gertrud Scholtz-Klink]] capo delle Donne del ''Reich'', associazione che insegnava alle donne che il loro ruolo principale nella società era di fare figli e che le donne dovevano obbedire agli uomini.<ref name="www_spartacus_schoolnet_co_uk"/> Tale prescrizione si applicava persino alle donne ariane sposate con ebrei.
Il regime nazistanazionalsocialista inoltre scoraggiava le donne dal cercare di conseguire un'istruzione superiore in scuole secondarie e università.<ref name="Pauley1"/> Il numero di donne a cui venne permesso di frequentare l'università crollò drasticamente, passando dalle circa {{formatnum:138000}} iscritte nel 1933 alle 51 000 del 1938.<ref name="Pauley1"/> Le iscritte alla scuola superiore passarono dalle 437 000 del 1926 alle 205 000 del 1937.<ref name="Pauley1"/> Tuttavia, in considerazione del fatto che gli uomini furono costretti ad arruolarsi nell'esercito durante la guerra, per il 1944 le donne finirono per costituire comunque il 50% degli allievi del sistema educativo.<ref name="Pauley1"/> Vennero create organizzazioni con lo scopo di inculcare i valori nazistinazionalsocialisti nelle donne. Tra queste la sezione ''[[Jungmädel]]'' ("Giovani ragazze") della Gioventù hitleriana per le bambine tra i 10 e i 14 anni e la ''[[Bund Deutscher Mädel]]'' (Lega delle ragazze tedesche") per le fanciulle dai 14 ai 18 anni.
Riguardo alla morale sessuale delle donne il pensiero nazistanazionalsocialista si discostò molto da quello tradizionale. I nazistinazionalsocialisti promossero un codice di condotta sessuale molto libero, guardando con favore anche alla nascita di figli al di fuori del matrimonio.<ref name="Bissiscombe-Fraternization">{{cita pubblicazione|lingua=inglese|autore=Perry Biddiscombe|titolo=Dangerous Liaisons: The Anti-Fraternization Movement in the US Occupation Zones of Germany and Austria, 1945-1948|rivista=Journal of Social History|volume=34|numero=3|anno=2001|pp=611–647}}</ref> Il declino del codice morale tedesco del [[XIX secolo]] ebbe un'accelerazione durante il Terzo ''Reich'', sia per la spinta dei nazistinazionalsocialisti sia per gli effetti della guerra.<ref name="Bissiscombe-Fraternization"/> Con il protrarsi della guerra la promiscuità sessuale andò aumentando, con i soldati non sposati che spesso avevano più relazioni contemporaneamente.<ref name="Bissiscombe-Fraternization"/> Anche le donne sposate spesso avevano diverse relazioni intime, sia con soldati sia con civili o lavoratori-schiavi.<ref name="Bissiscombe-Fraternization"/> Le relazioni sessuali tra persone considerate ariane e quelle che non lo erano furono comunque vietate; chi fosse stato condannato per questo rischiava il campo di concentramento, mentre per i non ariani c'era la pena capitale. Un esempio del modo piuttosto cinico in cui la dottrina nazistanazionalsocialista differiva dalla pratica è che, mentre i rapporti sessuali tra i partecipanti ai campi erano ufficialmente vietati, durante i campeggi i ragazzi e le ragazze della ''Hitlerjugend'' venivano messi a stretto contatto senza che ce ne fosse reale bisogno, proprio per favorire i rapporti.
Nella Germania nazistanazionalsocialista l'[[aborto]] era fortemente contrastato, a meno che non servisse per mantenere la purezza razziale; dal 1943 per gli autori di aborti fu istituita la pena di morte.<ref>{{cita|Potts-Diggory-Peel, 1977|p. 278}}.</ref> Non era consentito mostrare in pubblico contraccettivi e Hitler in persona descrisse la contraccezione come una "violazione della natura, degradazione della femminilità, della maternità e dell'amore".<ref>{{cita web|url=http://www.glowm.com/index.html?p=glowm.cml/section_view&articleid=375#r88|titolo=History of Contraception|editore=Glowm.com|accesso=16 settembre 2009}}</ref>
Nonostante le limitazioni ufficiali, alcune donne riuscirono comunque a ottenere una grande visibilità e a essere ufficialmente elogiate per i loro conseguimenti: esempi ne sono l'aviatrice [[Hanna Reitsch]] e la regista [[Leni Riefenstahl]].
=== Ambientalismo ===
Nel 1935 il regime promulgò la ''Legge per la protezione della natura del Reich''. Anche se non era tutto frutto dell'ideologia nazistanazionalsocialista, in quanto vi si potevano trovare influenze di ideologie precedenti alla presa del potere nazistanazionalsocialista, ne rappresentava comunque bene l'orientamento. Promuoveva il concetto di ''Dauerwald'' (traducibile con "foresta perenne") e introduceva concetti come la [[gestione dei boschi]] e la loro protezione; inoltre introduceva delle norme tese a limitare l'[[inquinamento atmosferico]].<ref>[http://muse.jhu.edu/login?uri=/journals/technology_and_culture/v048/48.1olsen.html JONATHAN OLSEN "How Green Were the Nazis? Nature, Environment, and Nation in the Third Reich (review)"] Technology and Culture – Volume 48, Number 1, January 2007, pp. 207–208</ref><ref>[http://www.h-net.org/reviews/showrev.cgi?path=163701165517304 Review of Franz-Josef Brueggemeier, Marc Cioc, and Thomas Zeller, eds, "How Green Were the Nazis?: Nature, Environment, and Nation in the Third Reich"] Wilko Graf von Hardenberg, H-Environment, H-Net Reviews, October, 2006.</ref> Tuttavia all'atto pratico le leggi e i regolamenti emanati incontrarono la resistenza di diversi ministeri che cercarono di sabotarle e vennero ostacolate dal fatto che lo sforzo bellico aveva comunque la priorità sulle politiche ambientali.
=== Protezione degli animali ===
{{vedi anche|diritti degli animali nella Germania nazista}}
Tra i nazistinazionalsocialisti c'erano sostenitori dei [[diritti degli animali]], degli [[Giardino zoologico|zoo]] e della fauna selvatica<ref name="BHTFSN153">{{cita libro|autore=Thomas R. DeGregori|titolo= Bountiful Harvest: Technology, Food Safety, and the Environment|editore=Cato Institute|città=|anno=2002|pagine=p153|isbn=1-930865-31-7}}</ref> e il regime prese varie misure per assicurarne la protezione.<ref name="RA132">{{cita libro|autore=Arnold Arluke, Clinton Sanders|titolo=Regarding Animals|editore=Temple University Press|città=|anno=1996|pagine=p132|isbn=1-56639-441-4}}</ref> Nel 1933 venne varato un rigido codice di protezione degli animali.<ref>Hartmut M. Hanauske-Abel, ''[http://www.bmj.com/cgi/content/full/313/7070/1453#R101 Not a slippery slope or sudden subversion: German medicine and National Socialism in 1933]'', BMJ 1996; pp. 1453–1463 (7 December)</ref><ref name="www_kaltio_fi5">{{cita web|url=http://www.kaltio.fi/index.php?494|titolo=kaltio.fi|accesso=15 agosto 2007}}</ref> Molti capi del partito, tra cui Hitler e Göring, sostenevano la protezione degli animali. Molti di essi erano ambientalisti (soprattutto Rudolf Hess) e di conseguenza tali politiche ebbero un posto di rilievo durante il regime.<ref name="NWC5">{{cita libro|autore= Robert Proctor|titolo=The Nazi War on Cancer|editore=Princeton University Press|città=|anno= 1999|pagine=p5|isbn=0-691-07051-2}}</ref> Himmler cercò anche di mettere al bando la [[caccia]].<ref name="HMG278">{{cita libro|autore=Martin Kitchen|titolo=A History of Modern Germany, 1800-2000|editore=Blackwell Publishing|città=|anno= 2006|pagine=p278|isbn=1-4051-0040-0}}</ref> Tuttora le leggi tedesche in vigore riguardanti il benessere degli animali sono più o meno delle modifiche delle leggi introdotte durante il ''Reich''.<ref name="RRNM92">{{cita libro|autore=Bruce Braun, Noel Castree|titolo=Remaking Reality: Nature at the Millennium|editore=Routledge|città=|anno=1998|pagine=p92|isbn=0-415-14493-0}}</ref>
== Cultura ==
Il regime nazistanazionalsocialista cercò di reintrodurre i valori tradizionali nella cultura tedesca. Le forme d'arte e culturali che avevano caratterizzato il periodo della Repubblica di Weimar vennero represse. Le arti visive vennero poste sotto stretto controllo e indotte ad affrontare temi tradizionali e funzionali alla causa della Grande Germania, come la purezza razziale, il [[militarismo]], l'[[Eroe|eroismo]], il potere, la forza e l'obbedienza. Le opere d'arte [[Astrattismo|astratta]] e di [[avanguardia]] vennero rimosse dai musei ed esposte in particolari gallerie di "[[arte degenerata]]" nelle quali venivano messi in ridicolo. Tra le forme d'arte considerate "degenerate" il [[dadaismo]], il [[cubismo]], l'[[espressionismo]], il [[Fauves|fauvismo]], l'[[impressionismo]], la [[nuova oggettività]] e il [[surrealismo]]. Le opere letterarie scritte da ebrei, autori di razze diverse dall'ariana e da oppositori del nazismonazionalsocialismo vennero distrutte dal regime. Celebre il rogo di libri messo in atto dagli studenti tedeschi nel 1933.
[[File:1933-may-10-berlin-book-burning.JPG|thumb|Nel 1933 i nazistinazionalsocialisti bruciarono a Berlino le opere considerate non-tedesche, tra cui libri di scrittori ebrei, di oppositori politici e altre opere ideologicamente non allineate con il nazismonazionalsocialismo]]
[[File:Nazi World War II poster Danzig is German.jpg|left|thumb|Manifesto di propaganda nazistanazionalsocialista: "''[[Danzica]] è tedesca!"'']]
Nonostante il tentativo ufficiale di creare una cultura tedesca pura, una delle arti maggiori, l'[[architettura]], sotto la guida personale di Hitler, adottò uno stile [[Architettura neoclassica|neoclassico]] ispirato a quello dell'[[Architettura romana|antica Roma]].<ref>Scobie, Alexander. ''Hitler's State Architecture: The Impact of Classical Antiquity.'' University Park: Pennsylvania State University Press, 1990. ISBN 0-271-00691-9. Pp. 92.</ref> Tale stile era in completo contrasto con gli stili architettonici più popolari dell'epoca, come l'''[[art déco]]''. L'architetto di Stato [[Albert Speer]] esaminò diversi edifici di epoca romana per poi progettare palazzi governativi a essi ispirati; si venne così pian piano a creare un'[[architettura nazista|architettura nazionalsocialista]] con elementi e linee abbastanza definiti. Speer realizzò strutture enormi e imponenti come quelle per le adunate del partito a [[Norimberga]] e la nuova cancelleria del ''Reich'' a Berlino. Un progetto che venne ideato, ma mai realizzato era una nuova gigantesca versione del [[Pantheon (Roma)|Pantheon di Roma]], chiamata ''[[Volkshalle]]'', che avrebbe dovuto essere il fulcro del culto nazistanazionalsocialista in una Berlino ribattezzata ''[[Welthauptstadt Germania]]'' una volta diventata la capitale del mondo. Si progettò inoltre di erigere un [[Arco trionfale|arco di trionfo]] varie volte più grande di quello che si trova a Parigi ([[Arco di Trionfo (Parigi)|Arco di Trionfo]]), a sua volta realizzato in stile classico. Molti dei progetti fatti per la Grande Germania sarebbero stati molto difficili da realizzare, sia per le loro dimensioni sia per le caratteristiche del suolo berlinese, piuttosto paludoso; i materiali che avrebbero dovuto essere utilizzati per la costruzione furono dirottati a sostegno dello sforzo bellico.
=== Cinema e media ===
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