Renato Vallanzasca: differenze tra le versioni
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Il 13 giugno [[2014]], intorno alle ore 20, durante il regime di semilibertà concessogli dal carcere di [[Bollate]], tenta di taccheggiare un supermercato di Milano (nel tentativo di appropriasi di biancheria intima e materiale da giardinaggio), arrestato dai carabinieri, viene processato per direttissima per il reato di rapina impropria.<ref>{{cita news|url=http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/06/14/news/vallanzasca_ruba_al_supermarket_e_torna_in_carcere-88910372/|titolo=Milano, Vallanzasca arrestato per un furto di mutande: la semilibertà è sospesa|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=14 giugno 2014|accesso=16 marzo 2015}}</ref> Per questo fatto il 14 novembre seguente viene condannato a 10 mesi di reclusione più 330 euro di multa con l'accusa di tentata rapina impropria aggravata. Con questa nuova condanna Vallanzasca rischia di non ottenere più benefici durante la detenzione. Nella sua "carriera criminale" è stato condannato, complessivamente, a quattro ergastoli e 295 anni di reclusione.<ref>{{cita news|url=http://www.ilgiornale.it/news/cronache/vallanzasca-condannato-dieci-mesi-paio-mutande-1067803.html?utm_source=Facebook&utm_medium=Link&utm_content=Vallanzasca%2Bcondannato%3A%2Bdieci%2Bmesi%2Bper%2Bun%2Bpaio%2Bdi%2Bmutande%2B-%2BIlGiornale.it&utm_campaign=Facebook+Interna|titolo=Vallanzasca condannato: dieci mesi per un paio di mutande|pubblicazione=[[il Giornale]]|data=14 novembre 2014|accesso=16 marzo 2015}}</ref>
Renato Vallanzasca: dovrà rimanere in cella a scontare la pena (ovvero 4 ergastoli e 296 anni di carcere) senza alcun beneficio, perché non ha mai «chiesto perdono», né risarcito i familiari delle vittime «o posto in essere condotte comunque indicative di una sua effettiva e totale presa di distanza dal vissuto criminale». Lo ha deciso il 18 Aprile 2018 il Tribunale di Sorveglianza di Milano che ha respinto le richieste di liberazione condizionale e di semilibertà dell'ormai ex boss della Comasina. A nulla è valso per la sua difesa, rappresentata dal legale Davide Steccanella, valorizzare una relazione del carcere di Bollate, dove è detenuto, firmata da un'equipe di esperti e nella quale si segnalava il «cambiamento profondo», «intellettuale ed emotivo» di Vallanzasca, specificando che «non potrebbe progredire» continuando a stare in cella, dopo 46 anni di detenzione.
La stessa casa di reclusione, infatti, consigliava la concessione della liberazione condizionale, ossia di dargli la possibilità di finire di scontare la pena fuori dal carcere in libertà vigilata. Per i giudici (presidente Corti, relatore Gambitta), invece, l'intero «percorso» del bel René «è stato connotato da involuzioni trasgressive imputabili» alla sua «personalità», e non è «possibile ravvisare» in lui quel «requisito del sicuro ravvedimento» previsto dalla legge per la libertà condizionale. Il Tribunale ha valutato, poi, in linea col sostituto pg Antonio Lamanna, come nemmeno la favorevole relazione della direzione del carcere fosse riuscita «ad individuare presupposti di ravvedimento». Parlava, infatti, spiega il collegio, di un «adeguato livello di ravvedimento», espressione che rinforza la «convinzione che tale ravvedimento non vi sia». <ref>{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/renato_vallanzasca_carcere_tribunale_nessun_ravvedimento-3682936.html|titolo=Renato Vallanzasca resterà in carcere, il Tribunale: «Nessun ravvedimento»|sito=www.ilmessaggero.it|lingua=it|accesso=2019-02-11}}</ref>
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