Giulio Einaudi Editore: differenze tra le versioni
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[[File:Lettere a Sciascia 05.jpg|miniatura|Una lettera di [[Italo Calvino|Calvino]] a [[Leonardo Sciascia|Sciascia]] con carta intestata Einaudi Editore]]
==== Anni
Fu fondata a [[Torino]] il 15 novembre [[1933]] da [[Giulio Einaudi]], figlio del futuro [[presidente della Repubblica Italiana|presidente della repubblica]] [[Luigi Einaudi]], all'epoca ventunenne e da un gruppo di amici, studenti del liceo classico D'Azeglio, tutti allievi di [[Augusto Monti]]. Sin dall'inizio è possibile intravedere quelli che saranno gli ideali fondanti dell'esperienza editoriale di [[Giulio Einaudi]] e dei propri collaboratori, cioè la commistione di impegno civile e politico ma anche intellettuale e formativo.<ref>Turi G., Casa Einaudi. Libri, uomini, idee oltre il fascismo, Bologna, Il Mulino, 1990 p.69</ref> Il clima politico-sociale dell'Italia negli [[anni 1930|anni trenta]] influisce sul carattere stesso della casa, che si caratterizza per una chiara impronta antifascista, e per questo numerosi esponenti furono colpiti dal regime.<ref>Mangoni L., Pensare i libri. La casa editrice Einaudi dagli anni trenta agli anni sessanta, Torino, Bollati Boringhieri, 1999 p.17</ref>
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Il primo numero di ''La Cultura'' anche ultimo elaborato di [[Leone Ginzburg]] viene pubblicato nel marzo del 1934 subito dopo l'arresto dello scrittore. <ref name=":0" />
==== Anni
Gli anni
Sempre in questi anni la casa editrice arricchisce la sua produzione di saggistica (aprendosi all'antropologia e alla psicanalisi) diventando punto di riferimento anche per la narrativa italiana e straniera e per i classici, con le collane dei «Coralli», dei «Supercoralli» e dei «Millenni».
==== Anni
Dopo la morte di Cesare Pavese avvenuta nel 1950 la casa editrice, coordinata da [[Luciano Foà]], inizia a promuovere nuovi autori italiani come [[Beppe Fenoglio|Giuseppe Fenoglio]], [[Franco Lucentini]], [[Ottiero Ottieri]], [[Lalla Romano|Graziella Romano]], [[Mario Rigoni Stern]], [[Anna Maria Ortese]] e [[Leonardo Sciascia]].
Pubblicò nel dopoguerra i ''[[Quaderni del carcere|Quaderni]]'' e le ''[[Lettere dal carcere]]'' di [[Antonio Gramsci]]. Dopo aver affrontato gli intensi anni della [[seconda guerra mondiale|guerra]], la casa torinese si prepara al periodo della ricrescita, vivendo gli [[anni 1950|anni cinquanta]] come un periodo di pieno fermento ed intensa attività editoriale, in cui l'Einaudi rafforza la propria immagine culturale a dispetto dell'idea di casa editrice “di partito” che aveva dato all'inizio della propria attività, politicamente schierata a [[sinistra (politica)|sinistra]]. Tuttavia i grandi progetti del fondatore dovettero sottendere il confronto continuo con i dati economici poiché la volontà di imprimere al catalogo una ricchezza intellettuale costrinse l'editore a attingere a fondi privati, delineando un precario equilibrio finanziario.<ref>Ferretti G. C., Storia dell'editoria letteraria in Italia. 1945-2003, Torino, Einaudi, 2004 pp. 32-33</ref>
==== Anni
Durante gli [[anni 1960|anni sessanta]] il settore editoriale assunse sempre più i tratti di un ambito industriale in cui agiscono marcate forze imprenditoriali e si cominciò a parlare, in senso strettamente commerciale, di mercato e pubblico.
Se [[Elio Vittorini]] e [[Italo Calvino]], guidano la ricerca letteraria attraverso le collane di narrativa e la rivista ''Il menabò'' (1959-1967), [[Giulio Bollati]] coordina l'insieme delle proposte saggistiche e le collane di classici. Nel 1965, nascono due collane il ''Nuovo Politecnico'' e ''La ricerca letteraria,'' nel 1968 ''Serie politica'' e un anno dopo la collana ''Einaudi Letteratura''.
==== Anni
Gli anni Settanta la casa editrice amplia il suo pubblico e i risultati di diffusione. Nella narrativa ottiene ottimi risultati il bestseller ''La storia di Elsa Morante'', che vende circa un milione di copie. Sempre in questi anni vengono pubblicate le collane «Gli struzzi» e le «Centopagine» di Calvino. Nasce inoltre l'Enciclopedia in 15 volumi (1977-1982), diretta da Ruggiero Romano, in collaborazione di importanti studiosi di tutto il mondo.
==== Anni
Le politiche editoriali all'interno di Giulio Einaudi editore, si pongono obiettivi e priorità differenti rispetto al passato, non si attua più una politica centrata sull'autore bensì si predilige la politica del [[best seller]] che permette successi copiosi ed immediati. Ciò ha condotto la casa torinese a una forte crisi identitaria.<ref>Ferretti G. C., Storia dell'editoria letteraria in Italia. 1945-2003, Torino, Einaudi, 2004 pp. 225-228.</ref> Infatti ebbe un periodo di forte crisi negli [[anni 1970|anni settanta]] e [[anni 1980|ottanta]], che videro una collaborazione con la casa editrice francese ''[[Gallimard]]'' per proporre sul mercato italiano le celebri edizioni della ''[[Bibliothèque de la Pléiade]]''. In particolare il [[1983]] è stato un anno chiave per la storia della casa editrice torinese in cui coincisero tre eventi che sarebbero già rilevanti se considerati singolarmente: la ricorrenza dei cinquant'anni di vita, la pubblicazione del catalogo storico e la crisi finanziaria.<ref>Ferrero E., I migliori anni della nostra vita, Milano, Feltrinelli, 2009 pp. 175-176.</ref>
==== Dagli anni
Nel [[1994]] la casa editrice, Giulio Einaudi editore, fu acquistata dal gruppo [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]],<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/novembre/04/ELEMOND_MONDADORI_per_131_miliardi_co_0_9411048818.shtml|titolo=Elemond a Mondadori per 131 miliardi}}</ref> al quale appartiene tuttora.
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