Cella (Varzi): differenze tra le versioni
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== Storia ==
Cella ([[Codice catastale|CC]] C434) è nota sin dall'[[835]], quando dipendeva dall'abbazia di Bobbio; è pure uno dei luoghi citati nel diploma imperiale del 1164. Nelle divisioni ereditarie tra i [[Malaspina]] toccò al ramo di Godiasco, da cui derivò il ramo dei Malaspina di Cella. Il marchesato di Cella comprendeva una lunga striscia di terra sul lato occidentale della valle Staffora, nei comuni di Varzi e Santa Margherita, con centri quali Nivione, Capo di Selva, Casale, Castellaro, Cegni, Cignolo e Negruzzo. Il marchese Barnabò Malaspina si ribellò agli [[Sforza]] nel [[1514]] e finì squartato a [[Voghera]]; il marchesato fu confiscato e dato agli [[Bosio II Sforza di Santa Fiora|Sforza di Santa Fiora]], feudatari di Varzi. Nel [[XVIII secolo]] il marchesato comprendeva molti comuni, ossia i centri già citati, che all'inizio del successivo furono concentrati nel comune di Cella, il quale nel [[1863]] prese il nome di ''Cella di Bobbio'' essendo Bobbio il capoluogo del circondario cui il comune apparteneva. Nel [[1929]] fu spartito fra Varzi e [[Santa Margherita di Staffora]].<ref>[http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9050635/?view=toponimi&hid= Lombardia Beni Culturali]</ref>
ai giorni nostri deve la sua fama al Tempio della Fraternità <ref>[http://www.varziviva.net/tempio.htm Tempio della Fraternità]</ref>, chiesa-museo, la cui edificazione è iniziata 1952 per opera del cappellano militare Don Adamo Accosa.
== Note ==
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[[Categoria:Comuni della Lombardia soppressi]]
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