Storia di Pescara: differenze tra le versioni
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A Pescara nel frattempo si muovevano i primi passi per l'abbattimento delle mura della fortezza (acquistata, mediante un prestito, dal [[Ministero del tesoro]] il 24 marzo 1871 al prezzo di 106.676 lire, circa 500.000€) e per l'espansione della città verso la [[Riserva naturale di interesse provinciale Pineta Dannunziana|pineta]] ed i suoi lidi, un'area progettata come "città giardino" secondo una classica impostazione urbanistica ottocentesca a cardi e decumani, che però troverà solo parziale realizzazione.
I problemi delle due cittadine erano però numerosi: la costruzione della ferrovia (che con i suoi cantieri finì per alimentare le zone acquitrinose circostanti la fortezza, impennando i rischi per la salute della popolazione, esposta a periodiche epidemie di [[malaria]], [[Febbre tifoide|tifo]] e [[colera]]), la piazzaforte stessa, di non facile rimozione e soprattutto la costruzione di un ponte che finalmente unisse in modo sicuro e stabile le due sponde dopo il crollo definitivo dell'antico ponte romano in muratura e l'evidente inadeguatezza del [[Ponte di barche|ponte di barche]], ricordato anche da D'Annunzio, che lo sostituiva ormai da secoli. A proposito di questo ci furono molte polemiche tra Pescara e Castellammare, con i dirigenti pescaresi divisi tra coloro che continuavano a rifiutare qualsiasi forma di collaborazione con gli odiati cugini e coloro che cominciavano ad auspicare in maniera concreta una futura riunificazione dei due centri. Oggetto della contesa fu l'ubicazione del ponte di ferro (che durò fino al 1933 quando fu sostituito dal ponte Littorio) C'era infatti chi voleva sorgesse a monte del fiume (dove molti decenni dopo sorgerà il ponte D'Annunzio) per rimarcare la divisione con i teramani della sponda settentrionale e chi invece lo auspicava sulla direttrice di una delle vie principali di Castellammare (come poi avvenne): fu costruito all'altezza dell'attuale Corso Vittorio Emanuele II ed è ancora oggi l'arteria principale della città.
Inoltre vi erano gravi carenze cittadine riguardo l'igiene pubblica, le infrastrutture sociali, gli ospedali, le scuole, l'acqua corrente e potabile. Molte di queste opere vennero timidamente avviate, tra cui l'assistenza ospedaliera degna di questo nome, anche se di essa si potrà veramente parlare solo nel 1934 con la costruzione dell'ospedale Spirito Santo, ancora oggi in funzione.
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