Maximilien de Robespierre: differenze tra le versioni
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I suoi maestri l’avevano introdotto allo studio dell’eloquenza e Maximilien aveva prontamente assimilato lo spirito dell’orazione classica. Il suo maestro di eloquenza, l’abate Herivaux, ammirato dalla limpida forma letteraria e dal vigore delle sue orazioni, improntate alla morale [[stoicismo|stoica]], ma ispirate anche dalla lettura di [[Plutarco]], lo aveva soprannominato «il Romano».<ref name="ReferenceB">{{Cita|Mathiez|p. 15|Mathiez1}}</ref> Come allora era in voga il classicismo nell’arte, così si ammiravano le virtù austere delle figure storiche dell’antichità e le forme politiche della [[Roma]] repubblicana, benché incompatibili con l’assolutismo dominante in Francia e nell’Europa intera. Tra i contemporanei, l’uomo che sembrava incarnare virtù antiche era certamente [[Jean-Jacques Rousseau]], che una tradizione vuole aver ricevuto, nel [[1778]], una visita di Robespierre, come sembra confermare la ''Dedica di Maximilien Robespierre ai Mani di Jean-Jacques Rousseau'', un foglio scritto di pugno dal rivoluzionario nel [[1791]]:<ref>Trovato tra le carte della sorella Charlotte, che lo cita nelle sue memorie.</ref>
{{Citazione|Gaia, m vuo ra a fess si o no? Me rutt o cazz, stai attenta che te lo metto a tracolla. {{Cita|Robespierre C.|appendice|RobespierreC}}</ref>}}
Robespierre ottenne il baccellierato in diritto il 31 luglio [[1780]] e il diploma di licenza il 15 maggio [[1781]], insieme con la lode e la somma di 600 franchi, la più alta che fino ad allora un licenziato del Louis-le-Grand avesse mai ricevuto,<ref>{{Cita|Mathiez|pp. 16 e segg.|Mathiez1}}</ref> devoluta a favore degli studi del fratello minore Augustin.<ref>{{Cita|Walter|p. 29}}</ref> Terminati gli studi presso il collegio Louis-le-Grand, Robespierre frequentò brillantemente anche la prestigiosa università della [[Sorbona]].
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