Cattedrale di San Giustino: differenze tra le versioni
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|Regione = {{bandiera|IT-65}} [[Abruzzo]]
|SiglaStato = ITA
|Religione = [[Chiesa cattolica
|AnnoConsacr = [[1069]]
|Architetto =
|StileArchitett = [[Architettura romanica|romanico]]-[[gotico]] <small>(esterno e cripta)</small></br>
[[barocco]] <small>(interno)</small>
|InizioCostr = [[X secolo]] ca.
|FineCostr = [[1936]] (restauro
|Website =
|Note =
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== Storia ==
[[File:Chieti Cathedral (before 1920s).jpg|miniatura|destra|Il campanile e la fiancata destra nel [[1920]] circa, prima della ricostruzione degli elementi medioevali.]]
[[File:Chieti San Giustino.jpg|thumb|left|Veduta del campanile]]▼
Il sito che ospita la chiesa cattedrale teatina è stato occupato, nei secoli, da una lunga serie di edifici. Tralasciando le ipotesi su eventuali preesistenze classiche o paleocristiane, si è a conoscenza della [[consacrazione]] di un nuovo edificio dedicato a [[Tommaso apostolo|San Tommaso Apostolo]] da parte del [[vescovo di Chieti|vescovo]] Attone I nel [[1069]]<ref>{{Cita libro|autore=A. L. Antinori|titolo=Annali degli Abruzzi|anno=1971|editore=Forni Editore|città=Bologna|pp=sub anno 1069 sub voce "Chieti"|volume=VI}}</ref> (il 5 novembre), sorgente sui resti di due fabbriche preesistenti, la cui struttura ci è sconosciuta; una di queste probabilmente fu distrutta nell'incendio che [[Pipino d'Italia|Pipino]] appiccò alla città nell'[[801]], l'altra crollò in una data imprecisata, dopo essere stata realizzata dal vescovo di Chieti Teodorico I, di origine franca ([[840]]).<br />
La fabbrica di Attone doveva avere l'orientamento odierno, anche se non ci è pervenuta in nessun modo, se non (forse), in qualche elemento della [[cripta]], ristrutturata nel trecento, secolo a cui si deve anche la costruzione dei primi tre piani del campanile.<br />
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Negli anni settanta, la politica di “ripristino” allora perseguita dalla sopraintendenza regionale, distrugge le decorazioni barocche della [[cripta]], riportando alla luce il sottostante “strato” medievale di mattoni a vista e solo poche tracce di [[affreschi]].
=== Esterno e campanile ===▼
▲== Descrizione dell'interno ==
Pur nei rimaneggiamenti, la cattedrale continua a rispettare la pianta [[basilica]]le a tre [[navata|navate]] divise da pilastri e denuncia le sue lontane ascendenze benedettine. Dotata di [[transetto]] non eccedente in pianta, di un [[presbiterio]] sopraelevato (sotto al quale si apre la [[cripta]]) e di tre [[absidi]] al termine delle navate, presenta due asimmetrie, con l'apertura nella navata sinistra della cappella del Sacramento e la prosecuzione della stessa navata sinistra in senso orizzontale, oltre la pianta della chiesa, con il secretariato. Nella parte destra invece si apre giusto in corrispondenza della [[controfacciata]], una piccola nicchia che contiene la fonte battesimale.<br />▼
Le navate laterali sono coperte a calotta (nella sola navata destra si aprono tre monofore), la centrale, ampia secondo la tipologia [[Architettura romanica|romanica]] il doppio delle laterali, è scandita da vigorosi pilastri quadrangolari a zoccolatura marmorea che sorreggono una [[volta a botte]] lunettata, decorata da episodi della vita della [[Vergine Maria]] e di [[San Giustino di Chieti|San Giustino]]. Nel [[transetto]] sono ricavati due altari fastosamente decorati, mentre due cappelle si aprono nelle [[absidi]]. Sopra il [[transetto]] svetta l'imponente [[cupola]] circolare, all'interno della quale si trovano otto lucernari.<br />▼
Il profondo [[presbiterio]], che ospita il coro, lo scranno dell'arcivescovo ([[Chieti]] è sede metropolita), il monumentale altare maggiore, ed il piccolo ma raffinato altare [[riforma liturgica|postconciliare]], sono coperti da una calotta semisferica, prima della quale si aprono altri due grandi finestroni che donano luce all'intera zona, quella absidale.<br />▼
L'ingresso ai bracci laterali del [[transetto]] ed al [[presbiterio]] è consentito da due ordini diversi di scalinate; quella della navata centrale è costeggiata da una raffinata [[balaustra]] e s'interseca con le scalette che consentono viceversa la discesa nella [[cripta]]. Poco al di sopra della [[balaustra]], sul primo ordine di pilastri, s'innalza un [[pulpito]] ligneo.▼
▲== Esterno e campanile ==
L'esterno è il frutto del rimaneggiamento neogotico degli anni '20. Originalmente aveva una facciata secondaria presso il campanile, e il lato del transetto aveva un finestrone, oggi inglobato nel [[rosone]] a raggi. L'esterno mostra verso piazza San Giustino un ingresso monumentale, con scalinata che termina presso un portale gotico strombato, con lunetta a [[mosaico]]. È raffigurato [[Cristo]] con San Giustino.
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La cuspide è frutto della ricostruzione degli anni '20, ispirata a quella del [[Duomo di Teramo]], o della [[Duomo di Atri|Cattedrale di Atri]]: un tamburo ottagonale a nicchie con il cono cuspidale.
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[[File:Chieti
▲Pur nei rimaneggiamenti, la cattedrale continua a rispettare la pianta [[basilica]]le a tre [[navata|navate]] divise da pilastri e denuncia le sue lontane ascendenze benedettine. Dotata di [[transetto]] non eccedente in pianta, di un [[presbiterio]] sopraelevato (sotto al quale si apre la [[cripta]]) e di tre [[absidi]] al termine delle navate, presenta due asimmetrie, con l'apertura nella navata sinistra della cappella del Sacramento e la prosecuzione della stessa navata sinistra in senso orizzontale, oltre la pianta della chiesa, con il secretariato. Nella parte destra invece si apre giusto in corrispondenza della [[controfacciata]], una piccola nicchia che contiene la fonte battesimale.<br />
▲Le navate laterali sono coperte a calotta (nella sola navata destra si aprono tre monofore), la centrale, ampia secondo la tipologia [[Architettura romanica|romanica]] il doppio delle laterali, è scandita da vigorosi pilastri quadrangolari a zoccolatura marmorea che sorreggono una [[volta a botte]] lunettata, decorata da episodi della vita della [[Vergine Maria]] e di [[San Giustino di Chieti|San Giustino]]. Nel [[transetto]] sono ricavati due altari fastosamente decorati, mentre due cappelle si aprono nelle [[absidi]]. Sopra il [[transetto]] svetta l'imponente [[cupola]] circolare, all'interno della quale si trovano otto lucernari.<br />
▲Il profondo [[presbiterio]], che ospita il coro, lo scranno dell'arcivescovo ([[Chieti]] è sede metropolita), il monumentale altare maggiore, ed il piccolo ma raffinato altare [[riforma liturgica|postconciliare]], sono coperti da una calotta semisferica, prima della quale si aprono altri due grandi finestroni che donano luce all'intera zona, quella absidale.<br />
▲L'ingresso ai bracci laterali del [[transetto]] ed al [[presbiterio]] è consentito da due ordini diversi di scalinate; quella della navata centrale è costeggiata da una raffinata [[balaustra]] e s'interseca con le scalette che consentono viceversa la discesa nella [[cripta]]. Poco al di sopra della [[balaustra]], sul primo ordine di pilastri, s'innalza un [[pulpito]] ligneo.
==== Cappelle ed altari laterali ====
[[File:Cathedral of Chieti-chapel.jpg|miniatura|destra|La cappella del Santissimo Sacramento.]]
La cappella di [[Gaetano Thiene|San Gaetano da Thiene]], si trova nel lato destro del transetto ed è dedicata ad un santo proveniente dalla provincia vicentina ma strettamente legato a [[Chieti]] per via della fondazione dell'ordine regolare dei "[[teatini]]", realizzata di concerto all'allora vescovo Gian Pietro Carafa (il futuro [[papa Paolo IV]]). Fondato nel [[1524]] l'ordine che prese il nome appunto da [[Chieti]] (Teate) aveva avuto origine dall'[[Oratorio del Divino Amore]], istituito a [[Roma]] nel [[1517]], ed ebbe grandissima importanza nella restaurazione cattolica.<br />
L'altare risale al [[1738]], voluto dall'arcivescovo De Palma al quale si riferiscono le due lapidi ai lati dello stesso. È formato da un [[altare]] [[marmo]]reo, sormontato da due colonne che sorreggono un timpano spezzato al centro del quale sono raffigurati degli angeli. La pala dell'altare risale anch'essa al [[1738]] e raffigura ''Il Santo mentre riceve dalle mani della [[Vergine Maria]] il [[Gesù Bambino]], nella [[Basilica di Santa Maria Maggiore|Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma]], nella notte di Natale del 1517''. È opera di [[Ludovico De Majo]], pittore napoletano seguace di [[Francesco Solimena|Solimena]], piuttosto attivo in città; di tipico tratto [[barocco]] napoletano, è una classica conversazione di santi caratterizzata da un cromatismo molto freddo, quasi a conferire ai personaggi tratti da statue di cera. In alto, nella volta del transetto, trova posto una tela raffigurante gli ordini dei frati [[camilliani]], dei [[caracciolini]] e dei [[teatini]] (tutti legati in qualche modo alla città), opera del pittore ottocentesco Del Zoppo.<br />
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La cappella dell'Immacolata si trova nella zona sinistra del [[transetto]], perfettamente di fronte a quella di San Gaetano. Anche qui troviamo un altare marmoreo, sormontato da 4 colonne che reggono due [[timpano (archiettura)|timpani]] spezzati, e la fastosa decorazione a stucchi. Le due statue in gesso ai lati, sono opera del comasco [[Giuseppe Mambrini]] e raffigurano [[allegoria|allegorie]] della virtù (la fortezza e la mansuetudine). La pala d'altare invece risale al [[1759]], e fu commissionata al napoletano [[Saverio Persico]] (autore anche della pala d'altare maggiore) dall'allora arcivescovo monsignor Sanchez de Luna. Rappresenta ''L'[[Immacolata Concezione]] in "conversazione" con [[San Nicola di Bari|San Nicola]] e [[San Gennaro]]'', santi della devozione personale dell'arcivescovo, che era di origine napoletana e faceva nome appunto Nicola. Sempre di scuola napoletana ed eseguita secondo i canoni del tardo barocco, la pala del Persico è meno incisiva di quella dell'altare maggiore, soprattutto nei cromatismi spenti e piatti, mentre la drammatica espressività dei volti è riscontrabile solo nell'emaciato San Gennaro.<br />
La cappella del SS. Sacramento si apre lungo la navata di sinistra, ed è un oratorio quadrato voltato a botte; appare come una riproduzione in piccolo della cappella del SS.Sacramento in [[Basilica di San Pietro|San Pietro a Roma]]. Separata dalla navata da una [[balaustra]], presenta ai lati due opere pittoriche devozionali dedicate alla [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]]. Quella sulla destra di chi entra, riporta la ''Madonna dei miracoli'' di [[Casalbordino]]: il messaggio "cantate domino" ricorda l'esistenza ivi di una piccola [[cantoria]] poi soppressa. In fondo alla cappella c'è l'altare del SS.Sacramento, con due angeli di cartapesta bianca a "vegliare" una svettante macchina marmorea-lignea, dorata in quasi tutte le sue parti. Al centro di essa, troviamo la pala ''Il trionfo dell'[[eucaristia]]'' del pittore romano [[Francesco Grandi]]. La tela, dipinta in stile [[neoclassico]] nel [[1890]], vede un Cristo in trono al culmine di una scalinata con angeli oranti ai piedi della stessa. Uno di questi, quello più esterno sulla sinistra del quadro, porta in mano la [[pisside]] contenente il [[Santissimo Sacramento]].<br />
Il presbiterio si presenta come un ambiente ampio e ben proporzionato all'interno dell'edificio. Illuminato in maniera imponente dai due finestroni che si aprono tra le colonne e la calotta semisferica che lo conclude, l'ambiente è sopraelevato di tre gradini ed introdotto da due statue, una per lato, dei santi [[San Pietro|Pietro]] e [[San Paolo|Paolo]], realizzate in cartapesta dorata. La calotta è ornata da [[stucco|stucchi]] riproducenti disegni geometrici, le colonne hanno, come nel resto della chiesa, i [[capitelli]] decorati in legno dorato, e continua il gioco di mensole e [[paraste]] che contraddistingue l'intera aula.<br />▼
Al centro del [[presbiterio]], sul lato prospiciente l'assemblea, è posizionata l'altare "nuovo", introdotto dopo la riforma liturgica; Al suo fianco una croce processionale dorata, come ricco di dorature è l'altare stesso. Entrambi sono piacevoli nella loro semplicità. Lungo entrambi gli assi longitudinali del presbiterio è presente il coro dei canonici, opera lignea voluta da Monsignor Brancia, realizzata nel settecento dall'intagliatore Bencivenga e dalla sua bottega, autori anche dei confessionali e del pulpito.<br />▼
Oltre il coro, sulla sinistra del presbiterio, c'è il trono vescovile. Quasi addossato all'abside quindi troviamo l'altare maggiore, il cui paliotto è attribuito a [[Giuseppe Sammartino]], e sul quale si staglia la pala di [[Tommaso apostolo]] e la sua mastodontica cornice, ornata di angioletti lungo tutti i lati ed in particolare sulla sommità. Datata al [[1789]], è opera di [[Saverio Persico]]. In essa è raffigurata l'incredulità di San Tommaso, celebrato sull'altare in onore, evidentemente, della prima dedicazione della Chiesa. L'episodio è quello più famoso della vita dell'apostolo, nonché uno dei capisaldi della dimostrazione della resurrezione del [[Gesù|Cristo]], che invita l'incredulo discepolo a toccare con mano il suo costato e le ferite ancora presenti nella sua carne. Rappresentazione abbastanza canonica dell'avvenimento, si dimostra comunque di pregio sia nella composizione spaziale, sia nei cromatismi. Nella volta un'ovale (di epoca successiva) riproduce lo stesso tema della pale d'altare, mentre ai lati del presbiterio si aprono altri due spazi simili che forniscono preziose informazioni in forma pittorica: sono infatti i medaglioni dei successori di [[San Giustino di Chieti|San Giustino]], voluti a metà dell'800 dall'arcivescovo Saggese. La stessa iscrizione in entrambi recita così: "''Giustino dopo Antimo e dodici vescovi dopo S.Giustino ressero, come si tramanda, questa sede teatina''".▼
==== Presbiterio e abside ====
▲Il presbiterio si presenta come un ambiente ampio e ben proporzionato all'interno dell'edificio. Illuminato in maniera imponente dai due finestroni che si aprono tra le colonne e la calotta semisferica che lo conclude, l'ambiente è sopraelevato di tre gradini ed introdotto da due statue, una per lato, dei santi [[San Pietro|Pietro]] e [[San Paolo|Paolo]], realizzate in cartapesta dorata. La calotta è ornata da [[stucco|stucchi]] riproducenti disegni geometrici, le colonne hanno, come nel resto della chiesa, i [[capitelli]] decorati in legno dorato, e continua il gioco di mensole e [[paraste]] che contraddistingue l'intera aula.<br />
▲Al centro del [[presbiterio]], sul lato prospiciente l'assemblea, è posizionata l'altare "nuovo", introdotto dopo la riforma liturgica;
▲Oltre il coro, sulla sinistra del presbiterio, c'è
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[[File:Chieti, cattedrale di San Giustino - Altare maggiore.jpg|miniatura|destra|L'altare maggiore barocco.]]
L'altare maggiore della cattedrale di San Giustino è un'imponente macchina marmorea dotata di alcuni completamenti lignei; una composizione abbastanza rigida ed imponente nel suo complesso, di lastre di marmo policromo, che al centro, tra due colonnine, lasciano spazio al prezioso [[paliotto]], vero capolavoro di arte [[scultura|scultorea]], e poco conosciuto anche dalla letteratura artistica tradizionale. In uno pura espressione del miglior [[barocco]], ritorna il racconto già visto in uno degli ovali della navata centrale, "''L'acclamazione di [[San Giustino di Chieti|San Giustino]] a vescovo''" da parte del popolo che lo convince ad accettare il bastone del comando. Il movimento delicato e sinuoso delle forme, capaci di rendere al meglio anche la natura e l'austerità del rifugio della [[Maiella]], rappresenta la figura del santo, di grandissimo pregio nel viso stupito e timoroso, che si contrappone ad un piccolo ma tumultuoso gruppo: in pochi simboli sono trasmesse due ansie diverse: quelle di [[San Giustino di Chieti|San Giustino]], che rimane con una mano quasi aggrappato al suo libro e dunque al monachesimo ed alla vita contemplativa; quello della gente, che invece è impaziente di vederlo sullo scranno vescovile e di averlo alla propria guida. L'opera, voluta da Monsignor Brancia, è attribuita al grande maestro napoletano [[Giuseppe Sammartino]]. Tale paternità tuttavia non è unanimemente riconosciuta e non manca chi afferma che possa appartenere a qualche seguace non meglio precisato.
Nell'XI secolo esso era dedicato a Santa Maria Madre di Dio e a San Tommaso Apostolo<ref>{{Cita libro|autore=A. L. Antinori|titolo=Annali degli Abruzzi|anno=1971|editore=Forni Editore|città=Bologna|pp=sub anno 1096 sub voce "Chieti"|volume=VI}}</ref>.
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[[File:Cripta San Giustino
Dedicata nell'XI secolo a San Giustino, la [[cripta]] odierna è un ambiente che riporta alla pura e spartana impostazione [[arte romanica|romanica]], tipica di questi ambienti, destinati a sepolture e, nelle chiese medievali, spesso scevri d'ogni decorazione per accentuarne l'aspetto sacrale e di raccoglimento. L'ambiente in realtà era estremamente differente fino a pochi anni addietro e per averne un'idea, basta visitare l'adiacente cappella del monte dei morti, nella quale le modificazioni (o i "ripristini", secondo la terminologia delle sopraintendenze del tempo) non sono avvenute. La [[cripta]] era dunque ornata fastosamente da stucchi e decorazioni pittoriche, in pieno stile [[barocco]]. Dal punto di vista architettonico, si tratta di una serie di navate irregolari, coperte da [[volte a crociera]] e rette da [[Arco (architettura)|archi]] a tutto sesto o da [[Arco (architettura)|archi]] acuti, poggianti su colonne e [[capitelli]] di diversa epoca e fattura. I lavori degli anni settanta hanno riportato alla luce anche alcuni antichi [[affreschi]] di incerta attribuzione. Quelli della cappella alla sinistra dell'altare maggiore (dedicata al SS.Sacramento) sono i più antichi ma di modesta fattura ed in stato precario di conservazione. Vi è raffigurato un Cristo deposto con dolenti ma soprattutto, di fronte, un gruppo di figure comprendenti anche San Giustino: si tratta della più antica immagine del protettore di [[Chieti]], con tutta probabilità dei primi anni del quattrocento, di qualche decennio antecedente anche alla lastra murata vicino all'altare maggiore. Nella cappella di destra vi sono invece alcuni [[affreschi]] staccati e poi riportati su tavola. Rappresentano una "crocifissione" ed un "compianto sul Cristo morto" dell'ultimo quarto del XV secolo e sono state riferite entrambe al [[Maestro di Montereale]], dopo che la crocifissione aveva recato per anni l'attribuzione ad [[Antonio Solario]]. Difficile datare con precisione l'ambiente, che comunque in questa conformazione dovrebbe esistere dal XII secolo (ma potrebbe aver coinciso con la chiesa preesistente) Scendendo dalla chiesa superiore, si può notare come la [[cripta]] sia maggiormente sviluppata, in senso longitudinale, rispetto al [[presbiterio]]: si divide infatti in un ampio ambiente destinato all'assemblea che prosegue "incuneandosi" sotto la navata centrale, ed un ambiente "sacro" composto dal [[presbiterio]] e dalle già citate cappelle, alle quali si devono aggiungere la sagrestia e due ulteriori appendici: la cappella del Monte dei morti, sul fianco sinistro della [[cripta]] e la tomba dei vescovi, che all'apposto situa il suo ingresso scendendo dalla navata destra, in prossimità della porta che permette l'ingresso in cripta direttamente dalla piazza (è luna delle poche cripte esistenti ad essere dotata di questo "privilegio").
=== Organi a canne ===
Sulla [[cantoria]] in controfacciata si trova l'[[organo a canne]], costruito da Zeno Fedeli nei primi anni del [[XX secolo]]. Integro nelle sue caratteristiche foniche originarie, è a trasmissione integralmente meccanica; la sua consolle dispone di due tastiere e pedaliera, con i comandi dei registri costituiti da placchette a bilico.<ref>{{cita web|url=http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=organoCH&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuorga3208&tom=208|titolo=Organo della cattedrale di S. Giustino|sito=regione.abbruzzo.it|accesso=21 febbraio 2019|urlmorto=sì|urlarchivio=http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:Z3jzeDx2nacJ:www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp%3Fmodello%3DorganoCH%26servizio%3DxList%26stileDiv%3DmonoLeft%26template%3DintIndex%26b%3Dmenuorga3208%26tom%3D208+&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it|dataarchivio=30 gennaio 2019}}</ref> Nella cappella di San Giustino si trovava un secondo strumento, realizzato nel [[1885]] da Pacifico Inzoli ed attualmente smembrato in alcuni locali adiacenti alla cripta; a trasmissione integralmente meccanica, aveva un'unica tastiera e pedaliera.<ref>{{cita web|url=http://www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp?modello=organoCH&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuorga3207&tom=207|titolo=Organo della cattedrale di S. Giustino (cripta)|sito=regione.abbruzzo.it|accesso=21 febbraio 2019|urlmorto=sì|urlarchivio=http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:dcMmVmlwHA8J:www.regione.abruzzo.it/xCultura/index.asp%3Fmodello%3DorganoCH%26servizio%3DxList%26stileDiv%3DmonoLeft%26template%3DintIndex%26b%3Dmenuorga3207%26tom%3D207+&cd=2&hl=it&ct=clnk&gl=it|dataarchivio=30 gennaio 2019}}</ref>
== Note ==
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== Altri progetti ==
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