Maxim Jacobsen: differenze tra le versioni
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Quando la discriminazione razziale aumentò anche in Italia, Jacobsen dovette abbandonare la sua scuola e si trasferì a Bruxelles. Divenne l'insegnante di violino della regina Elisabetta del Belgio. La regina prendeva due ore di lezioni al giorno e anche i giovani principi divennero suoi allievi. Quando i tedeschi invasero il Belgio, lei gli consigliò di fuggire. Ancora una volta Jacobsen dovette rinunciare a tutto. Dotato di documenti, fuggì nel sud della Francia, dove fu internato. Il suo passaporto lettone non poté essere prolungato a causa della guerra e Jacobsen fu considerato un apolide.<ref>Cfr. Wikipedia tedesca</ref> Gli fu concesso il permesso di emigrare in Portogallo. Quando ricevette un’offerta da Boston, fu fermato a bordo perché suo figlio e sua figlia lavoravano per i tedeschi a Bruxelles. I suoi scritti furono bruciati in Germania e non potevano più essere pubblicati.
In Portogallo lavorò nell’orchestra dell’emittente radiofonica Emissora Nacional. Trascorse diversi mesi all’anno a Londra in qualità di insegnante. In Portogallo sposò in seconde nozze una farmacista. Jacobsen tenne corsi di perfezionamento anche in Nuova Zelanda.
==Note==
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