Riccardo Maraffa: differenze tra le versioni

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Nato in [[Austria]] il 20 dicembre [[1890]]<ref>{{Cita web|url=http://dl.antenati.san.beniculturali.it/v/Archivio+di+Stato+di+Brescia/Stato+civile+italiano/Brescia/Matrimoni/1895/359/100136725_00332.jpg.html|titolo= Stato Civile di Brescia, matrimoni 1895, atto di matrimonio dei genitori e contemporanea registrazione del figlio}}</ref>, dal [[Ordine della Corona d'Italia|commendatore]] Cataldo Rocco, militare in carriera ed imprenditore nel settore della [[Miniera petrolifera di Vallezza|ricerca petrolifera]] a [[Fornovo di Taro]] nativo di [[Ceglie Messapica]]<ref> ''Rivista di Mineralogia metallurgia e chimica''; anno 1926; necrologio di Aldo Maraffa, pagg.142-144</ref>, e Carlotta Giuseppina Gallin di [[Udine]].
 
Maraffa inizia la carriera militare con il grado di sottotenente di Artiglieria, il 16 ottobre 1911<ref>{{cita web|url=http://augusto.agid.gov.it/#giorno=05&mese=06&anno=1912|titolo=Gazzetta Ufficiale 5 giugno 1912}}</ref>. La carriera militare, in se, essendo passato al comando della polizia coloniale italiana, termina nel [[1937]] quando lascia il Regio Esercito con il grado di colonnello mentre prestava servizio presso l'[[Accademia Reale di Torino]]. Ha partecipato alla [[prima guerra mondiale]], e successivamente, durante la [[guerra d'Etiopia]], ha diretto l’''Ufficio Militare del Ministero delle Colonie''.
 
Il Colonnello Maraffa, con un decreto del 25 gennaio 1937<ref>{{cita web|url=http://www.poliziaedemocrazia.it/live/index.php?___domain=rubriche&action=articolo&idArticolo=2650|titolo=La Polizia dell'Africa coloniale italiana|accesso= 11 febbraio 2019}}</ref>, era nominato Generale di Divisione e Capo della [[Polizia dell'Africa italiana]], istituita nel 1936. Il corpo fu concepito da Maraffa come una organizzazione ad ordinamento militare ma a struttura civile, organizzata sul modello della Polizia Coloniale britannica. Il corpo di polizia era composto da personale italiano e africano, dotato di uniformi, mezzi e armi di qualità superiore a quelle delle altre Forze dell’Ordine italiane dell’epoca. In Italia fu probabilmente uno dei primi a studiare l’impiego dell’[[elicottero]] per compiti di Polizia.<br>
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Il Generale Maraffa assunse il ''comando di tutte le forze di polizia della città aperta, con pieni poteri per il mantenimento dell'ordine pubblico''<ref>{{cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/09/13/occupazione-e-terrore-nazista-nove-mesi-nella-citta-apertaRoma15.html|titolo= Occupazione e terrore nazista Nove mesi nella Città aperta}}</ref>.
Dopo la caduta di Roma il Generale Maraffa accolse nell'ex corpo di polizia centinaia di ufficiali e soldati del Regio Esercito sbandati dopo l’armistizio, impedendo così la loro deportazione in Germania. <br>
Monarchico, convinto, rifiutò di schierarsi con la [[Repubblica Sociale Italiana]]<ref>''Settembre 1943: I giorni della vergogna'';
di Marco Patricelli; nota n.37</ref>; perciò venne arrestato dalla [[GESTAPO]] e deportato in [[Germania]] nel [[campo di concentramento di Dachau]], dove morì l'11 dicembre 1943 d'infarto<ref>{{cita web|url=http://www.cadutipoliziadistato.it/caduti/maraffa-riccardo/|titolo=Ricordo del gen. Riccardo Maraffa|accesso= 7 febbraio 2019}}</ref>.
 
== Onorificenze ==